Arriva la proposta di legge sull'eutanasia

Il biotestamento, approvato in Parlamento nel dicembre 2017, è stato soltanto il primo passo. Il prossimo – nelle intenzioni dei suoi promotori – è l'eutanasia. Arriva oggi in commissione Giustizia e Affari sociali della Camera dei Deputati la discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare sull'eutanasia legale, per la quale sono state depositate oltre 130mila firme da parte dell'Associazione Luca Coscioni.

Cappato: “Un fatto importante”

“Nonostante l'estremo ritardo di questo tentativo di risposta all'ordinanza della Corte costituzionale sul caso Cappato/Dj Fabo, che ha concesso fino al 24 settembre 2019 per l'approvazione di una legge, il Parlamento ha ora l'opportunita' di dare tutele alle persone che, in determinate situazioni, vogliono accedere all'aiuto al suicidio”. Lo dice Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, sottolineando che si tratta di “un fatto importante, un primo grande risultato della decennale campagna dei Radicali e dell'Associazione Luca Coscioni per il rispetto delle volontà individuali in materia di fine-vita. Era il 1984 quando il parlamentare socialista e radicale Loris Fortuna depositò la prima proposta di legge per il riconoscimento di questo diritto: ci sono voluti ben 35 anni di iniziative popolari, storie individuali e disobbedienze civili per arrivare a questo risultato che ora non può essere affossato come già successe nel 2016″.

“Vogliono una strage di depressi”

Sul fronte opposto della barricata ProVita e Generazione Famiglia. “Eutanasia libera, ma per chi? Non per i medici: loro dovranno uccidere i pazienti che chiederanno l'eutanasia omissiva, pena il risarcimento del danno morale e materiale. Ci appelliamo a tutti coloro che possono intervenire: fermate questa proposta, obbligare qualcuno ad essere un assassino per legge è un abominio disumano”: così i presidenti di Pro Vita e Generazione Famiglia – associazioni tra le promotrici del Family Day – Toni Brandi e Jacopo Coghe. “In un colpo solo, il M5s e gli altri firmatari a favore dell’eutanasia legale, in nome della libertà di uno cancellano la libertà di molti e decidono di ignorare il problema di coscienza, ossia ciò che fa la differenza tra uno Stato di diritto e una dittatura. Per loro deve essere inaugurata una nuova follia: la ‘caccia a medici e infermieri’ che non se la sentono di troncare una vita, sia pure su richiesta del paziente. Siamo al furto della vita autorizzato, così che appaia meno vergognoso e violento” continuano Brandi e Coghe. “Con la scusa che il provvedimento facilita la soluzione finale a chi sia affetto 'da una malattia produttiva di gravi sofferenze, inguaribile o con prognosi infausta inferiore a diciotto mesi' – hanno ribadito Brandi e Coghe – si vuole fingere una pietà che non c’è, nascondendo in realtà spietatezza e guadagno assicurato solo per i bilanci della sanità, che viene così agevolata nello 'smaltimento' del paziente sofferente”. Concludono Brandi e Coghe: “Il M5s sembra volere una strage di persone depresse. Perché, se basta una 'malattia produttiva di gravi sofferenze' a fondare la richiesta di eutanasia attiva, una condizione così soggettiva sarà riscontrata da migliaia di persone depresse, le quali, in un momento di scoraggiamento, potranno farsi uccidere nonostante le alternative per la vita”.