Altri 58 rifugiati siriani arrivati con i corridoi umanitari

Nuovo arrivo di rifugiati in Italia attraverso i corridoi umanitari. 58 rifugiati siriani, tra i quali diversi minori, sono sbarcati stamattina all'aeroporto di Fiumicino con un volo di linea da Beirut, in Libano. L'iniziativa è stata promossa dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Comunità di Sant'Egidio e Tavola Valdese, in accordo con i ministeri dell'Interno e degli Esteri. Poco dopo lo sbarco dal volo Alitalia, atterrato poco dopo le 7, per i profughi sono cominciate le procedure di identificazione e le prime fasi di accoglienza. A dare loro ufficialmente il benvenuto in Italia Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Alessandra Trotta della Tavola Valdese, insieme a rappresentanti dei ministeri dell'Interno e degli Esteri. I 58 profughi saranno accolti in diverse regioni da associazioni, parrocchie, comunità e famiglie che in alcuni casi hanno offerto anche le loro case, per iniziare un percorso di integrazione che comprende l'apprendimento della lingua italiana per gli adulti, la scuola per i minori e l'inserimento lavorativo, una volta ottenuto lo status di rifugiato. Con quest'ultimo volo, sono oltre 2.500 le persone accolte e integrate in Europa con un progetto della società civile totalmente autofinanziato, nato in Italia, ma poi adottato anche da altri Paesi. Dal febbraio 2016 oltre 2mila sono già arrivati in Italia (più di 1.500 dal Libano, altri 500 dall'Etiopia), oltre ai circa 500 giunti in Francia, Belgio e Andorra.

Il precedente di giovedì scorso

Risale a giovedì scorso l'ultimo episodio di questo tipo. 149 persone sono sbarcate allo scalo militare di Pratica di Mare (Roma) nell'ambito dell'evacuazione umanitaria voluta dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Le persone verranno accolte nelle strutture dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. Sono necessarie altre operazioni analoghe” ha affermato Jean-Paul Cavalieri, capo della missione dell’Unhcr in Libia. “Queste operazioni – ha aggiunto il responsabile – rappresentano un’ancora di salvezza per i rifugiati, per i quali l’unica possibilità di fuga consiste nell’affidare le loro vite a trafficanti senza scrupoli per attraversare il Mediterraneo”.