Alan, il bimbo “miracolato” la cui vita è appesa a un filo

Singhiozzava fra le lacrime Patricia, una donna di 22 anni, quando nell'Ospedale di Città del Guatemala il figlio Alan Fernando ha superato la notte malgrado il responso drammatico dei medici. La storia, raccontata ad Avvenire, ha del miracoloso. Ma rimane, comunque, un dramma: il piccolo Alan è affetto da una grave forma di leucemia e l'ospedale consente delle terapie troppo costose. Patricia è l'unica speranza per un bambino figlio di migranti messicani giunti nella poverissima Guatemala dopo peregrinazioni interminabili. A Cancun, in Messico, il padre di Alan è morto all'improvviso. Disperata, la donna si è rivolta alla sola persona che ha visto come un porto sicuro: un sacerdote.

L'aiuto di un “Angelo”

Don Angelo Esposito è originario della Campania, ma vive in Guatemala dove si occupa di avere cura spirituale della popolazione e fornire un apporto assistenziale. Come sottolinea il quotidiano dei vescovi, la lotta principale nel Paese è contro la fame. Nonostante questo, il sacerdote non si è perso d'animo ed ha scritto una lettera aperta chiedendo un “regalo di Natale” speciale: una somma che consenta le cure al piccolo Alan, in fin di vita a causa del suo male, che potrebbe stare meglio attraverso l'utilizzo di macchinari appositi: “Tra due giorni sarà Natale e Alan rappresenta la Cometa. In questo tempo in cui si attende la nascita di Gesù Bambino non è un caso che sia proprio un bambino ad orientare i nostri passi verso l'Amore – ha scritto don Angelo–. Alan ci indica una strada alternativa a quella del consumismo e allo spreco. Questo bimbo con il suo dolore ci spinge a camminare sul sentiero della solidarietà”.

Come Gesù Bambino

La donna si è presentata al sacerdote dicendogli di aver pregato tutta la notte perché suo figlio fosse salvo e così è stato. Ma ora il cammino si prospetta in salita: “Mio figlio Alan Fernando ha due anni e ha la leucemia” ha raccontato la donna al parroco. Don Angelo svolge la sua attività al dispensario Los Angelitos di Tacaná e, sebbene non abbiano mezzi economici per poter aiutare il piccolo, il sacerdote ha messo a disposizione la sua email (email: p.angeloesposito@gmail.com) per chiedere una mano: “La sua mamma – continua – e lui sono come Maria e Gesù: cercano un posto dove stare, dove poter essere aiutati – ha scritto don Angelo -. Se tenderemo la mano a questo bimbo, nella mangiatoia, insieme a Gesù, nascerà anche lui. Diventiamo tutti amici di Alan! Regaliamogli la vita… Seguiamo la 'Cometa Alan', illuminiamo nel giorno di Natale la povera capanna con una luce abbagliante, facciamo che Gesù Bambino sia felice per un altro bambino”.