Sfilare in carrozzina. Un sogno diventato realtà con Iulia Barton

Giulia Bartoccioni, CEO della Iulia Barton è una ragazza piena di inventiva che ha realizzato in pochi anni una realtà importante nel settore della moda. Le modelle? Scoprite chi sono...

Iulia Barton

E se la moda diventasse un canale di inclusione sociale? E se non fosse solo quella delle passerelle con le modelle alte e slanciate? Sarebbe bello se sfilassero anche le ragazze disabili…Ecco che così nel 2016 nasce la Iulia Barton Inclusive Fashion Industry, un’agenzia di moda fondata da Giulia Bartoccioni.

La prima agenzia che apre le porte della moda a tutti

”Siamo i primi al mondo. All’inizio non è stato facile. Stilisti e designer temono che un abito su una modella in carrozzina non abbia lo stesso effetto. Ma sbagliano. Bellezza ed eleganza seguono altri canoni” è il racconto della fondatrice. L’agenzia ha così 40 modelli e modelle ingaggiati in esclusiva, in tutto il mondo, che sfilano, viaggiano, posano per servizi fotografici. Ci sono casting durissimi sia per corsi di posa che di portamento.

La moda inclusive che sta rapidamente prendendo piede

Il successo della Iulia Barton di Giulia Bartoccioni oramai ha superato i confini nazionali. “In Italia abbiamo lavorato sia ad Altaroma che alla Fashion Week di Milano, con la Camera della Moda” ha detto la Fondatrice e attuale CEO, agente e luxury event manager che sin dall’inizio ha avuto l’appoggio di uno dei re della moda: Renato Balestra. In realtà negli ultimi anni la moda inclusiva sta prendendo piede anche al di fuori dell’Italia come ha precisato la Bartoccioni: “lavoriamo molto con l’Inghilterra e l’Olanda e, ovviamente, gli Stati Uniti. Soprattutto la Moda Inclusive sta rapidamente prendendo piede nell’Est. Inoltre con noi le modelle sono regolarmente contrattualizzate e questa è una cosa che mi piace sottolineare perché è a tutti gli effetti un lavoro che viene loro riconosciuto”.

Un’idea nata nel 2012

“L’idea è nata nel 2012 dopo l’incidente di mio fratello. Lui all’età di 13 anni ha avuto un incidente in seguito al quale ha subito una lesione midollare. Da allora è in sedia a rotelle e ha fondato anche un’associazione per la ricerca sulle lesioni midollari che si chiama Vertical. Da lì è nato anche il desiderio di portare la disabilità nel mondo della moda perché non era mai stata inclusa e noi l’abbiamo fatto per la prima volta. La cosa più divertente? Il momento del fitting. Le ragazze devono abbinare anche la carrozzina al proprio abito, insomma non si risolve in poco tempo…lo sapevate? Quando si unisce moda e disabilità si crea una rete che va oltre oceano e si estende a livello internazionale con un’atmosfera bellissima. Si uniscono varie culture e si impara anche tanto stando insieme”.