Senegal, il contagio-violenza nell’Africa occidentale

15 persone sono rimaste uccise durante le proteste nel paese africano per la condanna del leader dell'opposizione, e candidato presidenziale, Ousmane Sonko a due anni di prigione

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Almeno 15 persone sono rimaste uccise durante le proteste in Senegal. A scatenare la protesta è stata la condanna del leader dell’opposizione e candidato presidenziale, Ousmane Sonko a due anni di prigione per abusi. Il ministero dell’Interno i manifestanti sono rimasti uccisi nella capitale Dakar e nella città sud occidentale di Ziguinchor subito dopo l’annuncio della sentenza. Un tribunale di Dakar ha condannato Sonko per abusi su minorenne. Assolvendolo però dall’accusa di stupro. Ma l’esponente politico, considerato il principale avversario del presidente Macky Sall, afferma che si tratta di accuse politicamente motivate. I suoi sostenitori protestano perché questa condanna non gli permetterà di partecipare alle elezioni del prossimo febbraio
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Senegal: allarme Ue

“L’Ue è preoccupata per l’aumento delle tensioni politiche e sociali in Senegal negli ultimi giorni. E deplora la morte di almeno nove persone a seguito delle violenze della scorsa notte- Lo sottolinea un portavoce della Commissione-. In questo contesto è fondamentale che le basi della lunga tradizione senegalese di democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti e delle libertà siano preservate da tutti. L’Ue confida nella forza della democrazia senegalese e nelle forze politiche che la guidano. Per preparare le elezioni in modo inclusivo e pacifico”. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha lanciato un appello alla “calma e moderazione” in Senegal. Dove sono scoppiate le violenze dopo che l’oppositore Ousmane Sonko è stato condannato a due anni di carcere. Il Palazzo di Vetro Farhan Haq condanna fermamente l’uso della violenza.  E invita alla calma ed esorta tutti gli attori a esercitare moderazione“.
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Senegal nel caos

Il Senegal s’infiamma. La condanna di Ousmane Sonko, il capo dell’opposizione, candidato alla presidenza e minacciato di ineleggibilità, a due anni di reclusione per “corruzione di giovani”, è stata la miccia che ha fatto esplodere la rivolta nella capitale del Paese, Dakar, con un bilancio di almeno nove morti. Gli scontri che già da diversi giorni covavano sotto la cenere hanno letteralmente messo a ferro e fuoco diversi quartieri della capitale di questo Paese africano che si affaccia sull’Ocean Atlantico. Innescando i timori di nuove ondate migratorie verso l’Europa. E destando allo stesso tempo preoccupazione nelle cancellerie occidentali che temono il contagio nella regione. Teatro dei disordini è stata l’Università di Dakar che ha preso l’aspetto di un vero e proprio campo di battaglia con gruppi di giovani che si sono scontrati lanciando sassi contro la polizia. Gli agenti a loro volta hanno risposto con gas lacrimogeni. Sono stati incendiati e saccheggiati diversi autobus. E uffici della facoltà di Medicina, del dipartimento di Storia e della principale scuola di giornalismoSenegal

Distruzione

Il ministro dell’Interno, Antoine Diome ha assicurato che Sonko non può impugnare la decisione della Corte perché era assente al processo, ed è stato dunque processato in contumacia. I giudici lo hanno invece assolto dall’accusa di stupro presentata da una dipendente di un centro estetico in cui si era recato per un massaggio. “Abbiamo preso atto con rammarico della violenza che ha portato alla distruzione di proprietà pubbliche e private“, ha precisato il ministro stando alla France Presse. Diome ha inoltre confermato che le autorità hanno limitato l’accesso ai social network, come osservato per Facebook, WhatsApp e Twitter. Dopo due anni di aspro confronto politico e giudiziario con le autorità senegalesi che tenevano il Paese in sospeso e dopo la condanna, Sonko può essere arrestato “in qualsiasi momento”, ha annunciato il ministro della Giustizia Isma’la Madior Fall. Ma un tale arresto rischierebbe di infiammare ancora di più gli animi.
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Influenza economica

L’età relativamente giovane dell’oppositore, 48 anni, il suo motto sovranista e panafricanista, la difesa dei valori e delle tradizioni religiose e le sue diatribe contro “la mafia di stato”, le multinazionali e l’influenza economica e politica esercitata – a suo dire – dalla Francia, ex potenza coloniale, gli è valso un forte sostegno tra i giovani che cercano prospettive e speranze in un contesto economico e sociale difficile dove gli under 20 rappresentano la metà della popolazione. Sonko rappresenta per loro anche la speranza e la rottura con la presidenza di Macky Sall, che dopo la pandemia di Covid-19 e le ricadute della crisi ucraina, è diventata sinonimo di tutti i problemi del Paese. Cioè disoccupazione, inflazione, mancanza di prospettive, disuguaglianze sociali e corruzione. Elementi esplosivi che si aggiungono ad un altro fattore di tensione: l’eventuale annuncio da parte del capo di stato uscente di candidarsi per un terzo mandato nel 2024.