“Quello che è successo nelle Rsa con l’emergenza Covid è un monito da non dimenticare. Il coronavirus, come ho avuto modo di dire al ministro della Salute Roberto Speranza, ha messo in luce un sistema pieno di buchi, a cui dobbiamo guardare”, afferma il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa. Italia Longeva ha organizzato il webinar “Anziani, fragili, vaccinati: se non ora quando? Scelte e soluzioni operative per la prevenzione vaccinale al tempo della pandemia”. Il sottosegretario Zampa assicura il “massimo impegno” del dicastero della Salute sulla questione, evidenziando che “i nostri anziani hanno pagato un prezzo molto alto all’emergenza covid”. “Mantenere le distanze quando si cura, quando ci si prende cura di persone non autosufficienti o con ridotte autonomie è praticamente impossibile e infatti, il “decisore”, ha demandando alle Regioni, appunto, la decisione sui centri per persone con disabilità e per anziani- puntualizza a Interris.it Antonio Massacci (onlus Anffas)-. In una realtà frastagliata e frantumata quale è quella italiana dove venti “staterelli” sono stati chiamati a decidere su tematiche complesse e lo hanno fatto, spesso, anteponendo gli interessi di corte a quelli collettivi con un’instabilità decisionale non sempre commendevole, e il quadro che ne è emerso ci restituisce realtà dove si è deciso di chiudere e realtà dove, facendo ricorso al “ponziopilatismo” si è lasciata facoltà agli enti gestori di scegliere autonomamente”.
Visite
Da oggi riprende la possibilità per i parenti di andare a fare visita agli anziani ospiti nelle Rsa della Toscana. “Ma l’emergenza coronavirus non è finita, le visite avverranno secondo modalità contingentate e nel rispetto delle regole di sicurezza, quindi i tablet saranno un utile strumento di supporto di queste nuove modalità di visita e consentiranno agli anziani di stare di più in contatto con i familiari“, sostiene l’assessore al diritto alla salute e al welfare della Regione Toscana, Stefania Saccardi, consegnando due tablet, rispettivamente nelle Rsa Le Civette a Firenze, e l’Acciaiolo a Scandicci. I due dispositivi fanno parte dei 50 acquistati da Estar grazie alla campagna di donazioni “Sostieni gli ospedali della Toscana“. Altri 39 apparecchi sono già stati distribuiti negli ospedali toscani, nel periodo in cui non erano consentite le visite dei parenti, e per i pazienti Covid il tablet era l’unico strumento per vedere i familiari e parlare con loro. Gli 11 tablet rimasti verranno consegnati in altrettante Rsa della regione. Una situazione a macchia di leopardo sul territorio nazionale. “Il prefetto di Milano ci ha rassicurato molto e dalla settimana scorsa si è attivato presso la dirigenza per portare avanti le istanze di farci incontrare i nostri parenti“, spiega Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio al termine dell’incontro di una delegazione dei parenti con il prefetto di Milano, Renato Saccone.
Persone non numeri
“Il prefetto a chiesto alla dirigenza di attivare un protocollo immediato e ci auguriamo che questo protocollo sia subito attuato e dia la possibilità alle famiglie di incontrare su appuntamento e con incontri protetti i nostri parenti”, aggiunge Azzoni, precisando che “il prefetto seguirà tutto il processo e si farà garante“. I familiari delle vittime della più grande Rsa di Milano hanno raccontato le loro testimonianze che il prefetto di Milano, Renato Saccone “ha ascoltato con molto interesse” e “si è detto vicino alle nostre famiglie ma naturalmente lascia alla magistratura il compito delle indagini”, precisa il portavoce del Comitato ricordando che le vittime “non sono numeri, sono persone, famiglie distrutte e vite spezzate: sono la nostra memoria che è perduta“. E prosegue Azzoni: “La determinazione di tutti i parenti, non solo del Pio Albergo Trivulzio ma di tutte le Rsa lombarde che sono state colpite, è capire se ci sono state responsabilità e ritardi e negligenze” nella gestione dell’emergenza Coronavirus. Siamo sicuri, in base alle testimonianze che abbiamo appreso in modo diretto, che non tutto quello che si sarebbe dovuto fare per evitare che l’epidemia dilagasse con questa forza è stato fatto”.
Misure di sicurezza
Intanto, dopo più di tre mesi, nelle residenze per anziani di Bolzano gestite da Assb (Azienda Servizi Sociali), è stato possibile per alcuni familiari visitare di nuovo i propri cari. Le visite sono organizzate su appuntamento, rispettando le misure di sicurezza imposte dalla normativa. Giuseppina Zecchini, classe 1914 residente da maggio 2018 alla residenza per anziani Don Bosco ha appena compiuto 106 anni. A lei anche un mazzo di fiori e gli auguri speciali del sindaco Renzo Caramaschi. Oltre ad essere una delle numerose centenarie della provincia risulta essere la più anziana. La signora, per tutti Pina, ha vissuto in famiglia fino a 102 anni, si è trasferita quindi ad Appiano in una casa di riposo per poi arrivare a “Don Bosco”. Al di là delle situazioni locali, restano i dubbi sulla tenuta complessiva del sistema su scala nazionale: “Comprendiamo che il momento è complesso ed è difficile e trovare la soluzione migliore, quella più adatta ad ogni situazione è sicuramente impresa ardua ma non provarci affatto non è da illuminati- conclude a Interris.it Antonio Massacci-. Si è decretato più volte ed ogni volta in maniera più precisa e stringente. La popolazione ha dimostrato responsabilità. Sulle strutture per i più fragili, però, serve adesso un ripensamento generale e una riprogettazione complessiva della rete delle residenze sanitarie assistenziali“.