“Rotelle nel Cuore”, i cani speciali che abbattono le barriere

L’intervista di Interris.it a Veronica Bonacina, fondatrice e presidente dell'associazione "Rotelle nel Cuore"

© Fabio Camporese

La Pet-Terapy, ovvero una terapia di supporto che integra, rafforza e coadiuva le terapie normalmente effettuate per alcune patologie, attraverso l’intervento e la valorizzazione del rapporto uomo–animale in determinate situazioni, è stata teorizzata nel 1961 ed è comparsa in Italia a partire dal 1987.

L’esperienza di “Rotelle nel Cuore”

A Villa D’Adda, in provincia di Bergamo, l’aiuto alle persone con diverse fragilità parte dal prendersi cura dei cani meno fortunati con gravi problemi di deambulazione i quali, una volta curati, prendono parte ad attività di socializzazione insieme a bambini con disabilità, abbattendo così ogni barriera a 360 gradi. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione, ha intervistato Veronica Bonacina, fondatrice e presidente dell’associazione “Rotelle nel Cuore“.

© Fabio Camporese

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha “Rotelle nel Cuore”?

“‘Rotelle nel Cuore’ nasce otto anni fa perché avevo un cane che era rimasto paralizzato il quale, in seguito è diventato sordo e cieco, senza più riuscire a muoversi sugli arti posteriori. Mi sono dunque informata in merito a come potevo aiutarlo a vivere gli ultimi periodi della sua vita in modo dignitoso. Da quel momento, è iniziata la mia opera per dare una seconda possibilità a queste creature che, quando insorge la disabilità, vengono messe un po’ da parte in quanto si hanno pochi aiuti e c’è poca conoscenza sull’argomento. Quindi, insieme ai miei collaboratori, abbiamo deciso di dare vita a questa esperienza di aiuto e ci stiamo riuscendo”.

Nel corso degli anni avete svolto molteplici attività di sensibilizzazione per avvicinare le persone con disabilità ai cani. Come sono nate queste iniziative?

“Queste iniziative sono nate principalmente per due motivi. Il primo è per far conoscere il fatto che, i cani con disabilità, hanno un grande potenziale. In altre parole, come un cane normodotato, può fare tutto modificando leggermente la sua quotidianità. Abbiamo così iniziato a collaborare con alcune strutture che accolgono persone con disabilità, con la richiesta di poter creare degli specifici progetti dove far incontrare la disabilità umana con quella dei cani. L’obiettivo è quello di far capire che, la disabilità nel suo complesso, non rappresenta una fine o una chiusura, ma si può fare davvero molto. A partire da quel momento, abbiamo sviluppato una sorta di progetto nel progetto chiamato ‘Oltre’. Lo stesso è composto da vari moduli dove portiamo la nostra allegria e voglia di riscatto e facciamo interagire i cani con i bambini e i ragazzi, con l’obiettivo di divertirsi e passare qualche ora di serenità. Ciò che tale esperienza lascia nel cuore è davvero qualcosa di potente e fa capire che c’è la possibilità di fare molto e andare oltre la disabilità. Quest’ultima non è un limite, ma è solo una diversa normalità”.

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo dell’associazione? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra opera?

“L’obiettivo che ci poniamo per il futuro è quello di riuscire, attraverso la nostra attività, con l’aiuto e le informazioni che diamo, di riuscire a far capire di non fermarsi davanti alla disabilità. Si può davvero fare molto per integrare la diversità all’interno della società. Le persone che vogliono aiutarci possono donare del materiale specifico per la cura dei cani, come ad esempio creme cicatrizzanti, bende e tutto ciò che è necessario. Inoltre, è possibile fare volontariato presso la nostra associazione, fare delle donazioni e partecipare in moltissimi modi. Siamo presenti su molti canali social e, sul nostro sito, sono spiegate tutte le modalità di partecipazione possibili”.