Ronciglione: il borgo dei borghi

Paese natale di Marco Mengoni, uno tra i luoghi più belli della Tuscia in provincia di Viterbo. Come si arriva il cartello di benvenuto recita “Già Capitale del Ducato di Castro e Ronciglione”. Nominato tra i borghi più belli d’ Italia. Arrivando in piazza del Comune si può ammirare subito il Duomo, costruito da Rainaldi dal 1690 al 1720. L’unico borgo ad avere al suo interno due borghi: il borgo farnesiano e quello medioevale risalente all’ anno mille, uniti da una porta. Passeggiando per i vicoli di Ronciglione il tempo sembra essersi fermato, ogni vicolo parla di storia e cultura, si incontra il Castello dei Prefetti di Vico che fa da cornice a tutta la zona.

Un comune di 9 mila abitanti, che tocca anche il bellissimo Lago di Vico. Una riserva naturale che accoglie tantissimi animali, tra cui linci, caprioli, rapaci… e un centro di recupero per animali feriti. Adagiato sul vallone del rio vicano, Ronciglione poggia su un blocco tufaceo. Subito ci si trova davanti alla chiesa di Sant’Andrea, con il suo campanile. A solo 50 minuti da Roma, Ronciglione è un vero e proprio tuffo nel passato con le sue tradizioni e dialetto molto particolare. E proprio quest’ ultimo viene valorizzato dalla signora Roberta Galilei, che scrive molti in testi in dialetto così da tramandarlo alle nuove generazioni. Ronciglione famoso per il suo Carnevale, tra i 10 più grandi e importanti d’Italia. La maschera tipica è il “naso rosso” di cui la leggenda narra due amici dopo essersi addormentati su un piatto di rigatoni versati in un “pitale” (contenitore tipico), appoggiarono il naso nel sugo per poi risvegliarsi col famoso “naso rosso”. Musica e Carnevale sono colonne portanti per Ronciglione. Lungo le vie del borgo ci sono le luci con le frasi delle canzoni di Marco Mengoni. Tantissimi eventi dal borgo in fiore, al borgo da ridere, e ancora la processione di San Bartolomeo, con la macchina di San Bartolomeo che caratterizza la storia della Tuscia Viterbese, che viene portata il 24 agosto per le vie della città da 63 ragazzi che a turno trasportano il baldacchino.

Un artigianato molto particolare come la signora Diana che lavora il “peperino” una pietra caratteristica locale che non si trova in altri posti in Italia. Il campanile della provvidenza si erige con la sua maestosità al centro del borgo. Tanti gatti per le vie del borgo che danno un tocco di eleganza. E poi l’evento della corsa dei cavalli scossi dove ben nove rioni si sfidano in una corsa a vuoto, il 19 e 20 agosto. Un evento sentitissimo da tutta la zona della Tuscia (territorio che si espande nel viterbese). Un borgo con due monumenti “scudo blu”, tra cui la bellissima fontana degli unicorni. All’interno del borgo medioevale abitala suor Mariangela Virgili che si era sempre dedicata ai bisognosi. E ancora tornando al carnevale di Ronciglione oltre alla maschera tipica del naso rosso, ci sono anche le “Matriocce” che deriva da un termine di Ronciglione “occe” che significa “dai non esagerare adesso”.

Una comunità unita da tanti aneddoti e particolarità e soprattutto queste ricorrenze che fanno pulsare il borgo dei borghi, come lo stesso carnevale fanno bene e tengono unita la popolazione, conservando un’identità storica e di appartenenza. E poi il prodotto tipico di Ronciglione e tutta quella zona, ovvero la nocciola. Tantissimi prodotti enogastronomici curiosi, dal pesto di Ronciglione, a liquori alla nocciola, alle spalmabili, all’olio di nocciola ecc… Oltre tante esperienze in laboratorio per la lavorazione delle nocciole dedicate alle scuole. La banda musicale che in ogni festa trova occasione di esibirsi e soprattutto trasmettere il valore della musica ai più piccoli! Insomma, Ronciglione tutto da scoprire, e per chi passasse per il Viterbese, non resta che scoprirlo!