Emergenza rifiuti speciali. Cingolani e Testa a confronto

Il monito dell'enciclica "Laudato si'" e il rapporto Ispra sui rifiuti speciali. A confronto il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani e il presidente di Assoambiente, Chicco Testa

rifiuti

Confronto Cingolani-Testa sui rifiuti. A lanciare l’allarme è l’enciclica “green” Laudato si’. Papa Francesco richiama l’attenzione sull’inquinamento prodotto dai rifiuti. Compresi quelli pericolosi. Presenti in diversi ambienti. “Si producono centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti l’anno. Molti dei quali non biodegradabili- evidenzia il Pontefice-. Rifiuti domestici e commerciali. Detriti di demolizioni. Rifiuti clinici. Elettronici. O industriali. Rifiuti altamente tossici e radioattivi. La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia“.testa

Confronto Testa-Cingolani

Assoambiente è l’associazione delle imprese di igiene urbana. Riciclo. Recupero. Smaltimento di rifiuti urbani e speciali. E attività di bonifica. Lo presiede Chicco Testa. Secondo il rapporto Ispra, nel 2019 i rifiuti speciali sono aumentati del 7,3% rispetto al 2018. Pari ad oltre 10 milioni di tonnellate. Un terzo del totale dei rifiuti urbani. Il Pil, invece, era cresciuto solo di qualche decimale. Un aumento importante. Generato prevalentemente dai rifiuti da costruzione e demolizione (+14%). Crescono i rifiuti non pericolosi. Da 133 a 144 milioni di tonnellate. I rifiuti pericolosi sono sostanzialmente stabili intorno ai 10 milioni. rifiuti

Economia circolare

Oltre un quarto dei rifiuti speciali, osserva Testa, sono “rifiuti da rifiuti”. Per oltre 38,6 milioni. Cioè scarti prodotti dalle attività di recupero e smaltimento. E dalle attività di bonifica e risanamento ambientale. A questi vanno aggiunti i rifiuti del trattamento delle acque. I “rifiuti da rifiuti” sono il principale flusso di rifiuti nazionale. Dopo quelli da costruzione e demolizione. “Dato su cui riflettere per impostare la nostra strategia di economia circolare”, commenta il presidente di Assoambiente.rifiuti

Polo del riciclo

L’Italia resta un polo industriale europeo del riciclo. Con oltre due terzi dei rifiuti speciali che vanno ad operazioni di recupero. L’export registra un aumento del 13,4% rispetto al 2018. E circa il 25% è diretto verso recupero energetico e discariche. Gli stoccaggi assorbono l’11% del totale dei rifiuti. Un valore, secondo Testa, che “segnala la difficoltà del sistema dei trattamenti finali nell’assorbire il flusso”. La produzione e gestione di rifiuti speciali si concentra nel Nord Italia. Dove si genera il 57,6% del totale dei rifiuti delle attività economiche. Circa 6.000 gli impianti di recupero di materia. 81 gli inceneritori. E circa 300 le discariche. Di cui 142 per soli rifiuti inerti. 173 gli impianti di compostaggio e digestione anaerobica. Nella sola Lombardia viene smaltito il 26% del totale rifiuti speciali italiani. Uno squilibrio territoriale nord-sud ancora molto forte.testa

Sos fanghi

La produzione di fanghi da depurazione civile aumenta di circa 280 mila  tonnellate rispetto al 2018. “Segno che i processi di depurazione si stanno diffondendo ancora“, osserva Testa. Ma la maggior parte dei fanghi viene ancora oggi avviato a smaltimento. E non a recupero. Bassissima la quota di rifiuti contenenti amianto trattati e gestiti. Si vedranno l’anno prossimo gli effetti della pandemia sulla produzione dei rifiuti. E come il sistema italiano ha affrontato la crisi economica conseguente.testa

Termovalorizzatori

Per il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani “i termovalorizzatori che abbiamo in Italia bastano. Finché non avremo risolto il problema della gestione dei rifiuti al Sud” E aggiunge “abbiamo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) la formula magica del rifiuto. Cioè 65-10-25. 65% riciclato. 10% in discarica. E 25% umido che va riutilizzato”. Come fertlizzante compost. “In alcune regioni siamo a questi livelli. Se il sistema funzionasse in maniera coerente, dovremmo far sparire le discariche”, puntualizza Cingolani. Diversi paesi europei ne stanno già riducendo il numero. In alcune zone in Italia “purtroppo la gestione del rifiuto non è altrettanto sana”. Vanno aiutate queste regioni a “recuperare il giusto ritmo“.