Il rapporto Amnesty che denuncia le nuove discriminazioni

Le gravi violazioni dei diritti umani aggravate dalla pandemia segnalate nell'annuale rapporto di Amnesty International

Secondo i dati contenuti nel rapporto di Amnesty International concernente i diritti umani nel biennio 2020 – 2021, oltre il 50 % – per la precisione il 56% – dei 149 Paesi presi in esame ha posto in essere politiche fortemente discriminatorie e lesive delle libertà personali. Complice la pandemia da Covid – 19 in atto, in taluni dei sopracitati Stati, utilizzando l’emergenza sanitaria come pretesto, sono state perpetuate e potenziate molte misure restrittive delle libertà garantite dalle leggi fondamentali.

Le categorie che hanno sofferto di più

In particolare, rispetto a quanto precedentemente detto, è utile sottolineare che le conseguenze peggiori della mancata fruizione dei diritti umani fondamentali sono state le categorie già maggiormente marginalizzate, quali ad esempio donne, migranti, detenuti e rifugiati ma anche alcune categorie che hanno fronteggiato l’emergenza sanitaria in prima linea, come gli operatori sanitari che in taluni casi – pari al 28% del totale – sono stati sottoposti a misure vessatorie. A tal proposito si veda l’esempio del Nicaragua dove 16 operatori sanitari sono stati licenziati dopo aver denunciato pubblicamente la carenza di dispositivi di protezione individuale.

In seconda istanza il presente rapporto ha evidenziato come, in certi stati – quali ad esempio Brasile e Cina – sono state poste in essere misure fortemente lesive della libertà e della democrazia.

A titolo esemplificativo in Cina il governo ha inasprito la persecuzione degli uiguri e delle altre minoranze musulmane e contestualmente ha fatto entrare in vigore una nuova legge sulla sicurezza molto restrittiva; in India invece sono stati inaspriti i raid e le perquisizioni nei confronti degli attivisti dei diritti umani che, dopo l’avvio dell’emergenza sanitaria, subiscono innumerevoli vessazioni.

In conclusione, alla luce di quanto precedentemente esemplificato, è fondamentale che i leader mondiali agiscano in proficua sinergia per tutelare i diritti umani in ossequio all’appello formulato da Papa Francesco nel 2018 ma sempre di estrema attualità che disse: “Quando i diritti fondamentali sono violati, o se ne privilegiano solo alcuni, oppure ancora vengono garantiti solamente a determinati gruppi, allora si verificano gravi ingiustizie, che a loro volta alimentano conflitti nelle Nazioni e nei rapporti fra di esse. Quindi tutti siamo chiamati a contribuire al rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona, specialmente di quelle ‘invisibili’: di tanti che hanno fame e sete, che sono nudi, malati, stranieri o detenuti, che vivono ai margini della società o ne sono scartati”.