Allarme psicofarmaci. L’urgenza “invisibile” nei Cpr

Sos-antipsicotici nei centri di permanenza per i rimpatri: l'inchiesta "Rinchiusi e sedati" è stata presentata ieri alla sala stampa della Camera dei Deputati

malattia

Sos psicofarmaci. I Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). Le strutture di trattenimento per stranieri irregolari sono disciplinate dal testo unico immigrazione. Si tratta dei Centri di permanenza temporanea e assistenza (CPTA), poi definiti Centri di permanenza temporanea (CPT). E successivamente Centri di identificazione ed espulsione (CIE). Con il decreto-legge 13 del 2017 i Centri di identificazione ed espulsione (CIE) hanno assunto la denominazione di Centri di permanenza per i rimpatri. I Cpr sono luoghi di trattenimento del cittadino straniero in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione (articolo 14 del decreto legislativo 286 del 1998). L’allarme-psicofarmaci, dunque, non riguarda solo le carceri ma anche i Cpr.

Legge di Bilancio

L’inchiesta “Rinchiusi e sedati” è stata presentata ieri alla sala stampa della Camera dei Deputati. Nell’ultima legge di Bilancio sono stati previsti più di 42,5 milioni di euro per l’ampliamento entro il 2025 della rete dei nove Cpr già attivi. E il nuovo decreto sull’immigrazione licenziato a marzo 2023, appena dopo i fatti di Cutro, prevede procedure semplificate per la costruzione di nuove strutture, con l’obiettivo di realizzarne almeno una per Regione. Questo nonostante le percentuali dei rimpatri a seguito del trattenimento siano bassissime mentre incalcolabile è il prezzo pagato in termini di salute, come ricostruiscono i dati di Altreconomia, dalle oltre cinquemila persone che nel 2021 sono transitate nei centri.Psicofarmaci

Emergenza psicofarmaci

Inchiesta-choc, quindi, sull’uso di psicofarmaci nei Centri di permanenza per il rimpatrio. Dati inediti mostrano la gravità del fenomeno. Una radiografia da Milano a Roma nel numero di aprile di Altreconomia. Emerge così l’abuso nell’utilizzo di psicofarmaci nei Centri permanenti per il rimpatrio, le strutture in cui le persone “irregolari” aspettano il momento di essere espulse in condizioni di degrado e incuria. Rispetto all’esterno, su una popolazione di riferimento simile, la spesa in antidepressivi, antipsicotici e antiepilettici nella struttura di via Corelli a Milano è di 160 volte più alta, al “Brunelleschi” di Torino 110, a Roma 127,5, a Caltanissetta 30 e a Macomer 25. Cifre eloquenti che raccontano l’utilizzo dei farmaci per “tenere buone” le persone trattenute che vivono un tempo vuoto. Senza contatti con l’esterno e senza alcuna attività da svolgere.psicofarmaci

Boom di antipsicotici

A Torino la spesa in Clonazepam (Rivotril) dal 2017 al 2019 è di 3.348 euro, quasi il 15% del totale (22.128 euro) mentre a Caltanissetta tra il 2021 e il 2022 sappiamo che sono state acquistate 57.040 compresse: 21.300 solo nel 2021, a fronte di 574 persone trattenute. Significa mediamente 37 a testa. Anche a Milano il Rivotril rappresenta la metà del totale della spesa in psicofarmaci con 196 scatole acquistate in soli cinque mesi. E poi, in tutte le strutture emerge l’utilizzo di antipsicotici e antiepilettici sia in compresse sia in fiale somministrate in endovena senza un’adeguata presa in carico psichiatrica. Tra l’altro proprio le patologie psichiatriche dovrebbero essere un fattore che esclude la possibilità di ingresso nei Cpr. A metterlo nero su bianco è lo stesso ministero dell’Interno, titolare della gestione dei centri tramite le prefetture. Nell’ultima circolare del maggio 2022 che regola l’idoneità delle persone al trattenimento.Psicofarmaci

Valori anomali

Le risposte contraddittorie e la mancanza di dati aggregati nei restanti Cpr d’Italia, da Gradisca d’Isonzo (GO) a Trapani passando per Potenza e Bari, restituiscono un’immagine cupa di luoghi in cui il diritto alla salute cade nell’oblio. E anche alcune indagini cominciano a ricostruirlo. A metà gennaio 2023 è iniziato il processo per la morte di Vakhtang Enukidze, 37 anni originario della Georgia, avvenuta il 18 gennaio 2020 proprio nel Cpr di Gradisca dopo che l’autopsia ha accertato che la causa della morte è edema polmonare e cerebrale per un cocktail di farmaci e stupefacenti e non è chiaro come abbia fatto a procurarseli. A Roma invece la Procura indaga sulla morte di Wissem Ben Abdel Latif, 26 anni, che il 28 novembre 2021 che morì mentre era legato a un letto dell’ospedale San Camillo di Roma. Arrivava dal Cpr di Ponte Galeria con valori del sangue anomali. Ieri alla sala stampa di Montecitorio sono intervenuti in presenza gli autori, Luca Rondi e Lorenzo Figoni. Con il deputato Riccardo Magi e la senatrice Ilaria Cucchi. Ha introdotto e moderato l’incontro il direttore di Altreconomia, Duccio Facchini.