Prof. Musacchio: “Ecco come si è evoluta la mafia nel corso del tempo”

Il criminologo e giurista, il prof. Vincenzo Musacchio, racconta come le mafie si sono evolute nel tempo. Ma non sempre sono le mafie a cercare gli imprenditori...

Il criminologo e giurista, il professore Vincenzo Musacchio spiega come le mafie si stiano evolvendo, quali siano le loro metamorfosi e come si spostino a seconda di dove pensano che sia possibile concludere affari migliori. La difficoltà nell’individuarle e quindi contrastarle.

Il Presidente del Consiglio Draghi, parlando del Pnrr ha detto: “Faremo tutto il possibile per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata”. Le chiedo: è davvero così difficile contrastare questo tipo d’infiltrazioni nell’economia?

“Purtroppo sì. È difficile perché le mafie si sono evolute e hanno vissuto metamorfosi che le hanno consentito di divenire invisibili e mercatistiche.  Ciò ha consentito loro di entrare a pieno titolo nei mercati e investire i loro capitali illeciti nell’economia legale. Per questo motivo è difficile individuarle e di conseguenza poterle contrastare. C’è, inoltre, un altro fattore che influisce, e non poco, sulla loro non facile perseguibilità: la transnazionalità. Le nuove mafie investono nei mercati a livello locale, europeo e internazionale. Per riuscire ad avviare un’opera di contrasto realmente efficace occorre formazione, esperienza e capacità professionali oltre ad un’efficace legislazione antimafia al passo con i tempi e con le nuove peculiarità mafiose”.

Contro questa mafia con il vestito della legalità, quali possono essere i metodi per combatterla?

“Ne ho indicato qualcuno quando sono stato interpellato dalla presidenza della Commissione Bilancio del Parlamento europeo. Uno degli strumenti che potrebbe funzionale è l’utilizzo della moneta elettronica. L’equazione vincente per porre un freno a tali rischi potrebbe essere: erogazioni e pagamenti elettronici obbligatori nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Moneta elettronica e tracciabilità dei pagamenti saranno di certo un freno alle razzie di fondi pubblici da parte delle mafie e conseguentemente anche al riciclaggio che ne scaturirebbe. Questo sistema traccerebbe il denaro e renderebbe più difficile il passaggio del denaro dall’impresa legale al mafioso che spesso si nasconde dietro ad essa. Questo meccanismo potrebbe essere esteso in tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Un altro strumento efficace potrebbe essere il monitoraggio continuo degli appalti pubblici partendo dall’aggiudicazione fino alla consegna finale. Non più un sistema a campione come si fa adesso. Non per ultimo, un’altissima concentrazione verso i sub-appalti che notoriamente sono il terreno più fertile dove cresce e si sviluppa l’infiltrazione mafiosa poiché porta lavoro nero e quindi convenienza economica anche all’impresa legale. Guardi le dico che non sempre sono i mafiosi che cercano gli imprenditori. Capita sempre più di frequente che siano proprio gli imprenditori a cercare i mafiosi creando quel regime di reciproca convenienza”.

La recente relazione della DIA al Parlamento dice che le mafie si dividono i vari settori dell’economia, mi chiedo e le domando: sono in concorrenza fra loro?

“Tra le moderne evoluzioni delle mafie vi è senza dubbio l’abbandono della violenza stragista propria dei tempi di Totò Riina. Da “stragiste” sono diventate “diplomatiche”.  Cercano di evitare ad ogni costo la visibilità poiché devono essere invisibili per fare affari. Raramente entrano in concorrenza tra loro perché cercano sempre di spartirsi il mercato anche all’interno del medesimo affare. È vero che la ndrangheta sia leader nel mercato internazionale degli stupefacenti, ma della sua predominanza ne beneficiano anche le altre mafie proprio facendo accordi tra di loro. Le mafie vanno sempre dove si fanno ottimi affari in termini economici. Non escludo, ad esempio, che ora andranno in Afghanistan dove l’oppio costa meno della metà di quello dell’America latina. Ci sono specificità ma sempre in un sistema generale di collaborazione. La ndrangheta è predominante nel mercato della droga, la camorra in quello dei rifiuti tossici, le mafie pugliesi nel lavoro nero e nel traffico di esseri umani, la mafia siciliana si sta riorganizzando anche oltre oceano con i clan americani. Nonostante ciò, penso che se anche le mafie si facessero concorrenza tra loro, questo accadrebbe all’interno di accordi e mediazioni e non certo di scontri e di contrasti”.

Trascrizione intervista a Vincenzo Musacchio 22 settembre 2021 a “InBlu2000 Radio” con Chiara Placenti

Vincenzo Musacchio, giurista, criminologo e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80.