Un piano per la terza età per valorizzare i nonni e aiutare anche i nipoti

Le proposte di ProVita e Famiglia per chiedere al nuovo governo un piano di interventi per sostenere la terza età

Foto di Claudia Peters da Pixabay

Non è un paese per vecchi…ma nemmeno per giovani. E’ drammatico il quadro che emerge dalla conferenza stampa “Una repubblica fondata sui nonni“, organizzata da ProVita e Famiglia per chiedere al nuovo governo un piano di interventi per sostenere e valorizzare la terza età. Il primo punto che viene posto in evidenza, soprattutto grazie ai dati snocciolati dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, che ha aperto l’iniziativa con il suo intervento, è che con le culle vuote la popolazione invecchia ad una velocità insostenibile per la tenuta del tessuto sociale italiano. Il destino di giovani ed anziani è quindi legato come lo sono il passato e il futuro del nostro Paese.

Alcuni dati

Il presidente dell’Istat offre una istantanea della terza età e della demografia italiana che deve essere tenuta in conto per elaborare qualsiasi politica sociale. Gli over 65 in Italia sono 14 milioni, di questi oltre un milione sono ultra novantenni che dipendono completamente dall’aiuto dei famigliari. L’età media dei nonni si è alzata a 71 anni ma le maggiori aspettative di vita allungano gli anni in cui si svolgerà il “servizio” a favore dei nipoti.

I nonni sono una risorsa imprescindibile per milioni di famiglie italiane, sia in termini di cura e assistenza di figli e nipoti sia per quanto riguarda la mera tenuta economica delle generazioni più giovani che vengono aiutate e in alcuni casi letteralmente mantenute grazie alle pensioni dei nonni. Oltretutto i nonni di oggi sono più qualificati di quelli di ieri, hanno più titoli di studio e sono in grado di trasmettere maggiori conoscenze, oltre alle tradizioni e alle radici della nostra nazione.

Il monito sui trend pericolosi

Fin qui le note positive ma Blangiardo lancia anche un monito sui trend pericolosi che si stanno affermando e che sono da tenere sotto controllo. L’equilibro tra generazioni è a rischio, aumentano le persone anziane e diminuiscono i giovani a causa dell’inverno demografico, a causa dei molti figli unici la famiglia si ridimensiona, la rete familiare diventa più debole e diventa meno efficace nell’affrontare le necessità di cura di molti anziani. Questo può creare ulteriori spese per la Nazione perché tra qualche decennio milioni di anziani dovranno essere assisiti dallo Stato. Oltretutto gli anziani domani non potranno contare sulle pensioni di cui godono quelli di oggi, l’elemento della previdenza sarà più critico. Ovviamente diminuiscono anche le donne in età fertile e sarà inevitabile un ulteriore calo delle nascite.

Per invertire questo trend secondo Blangiardo serve una risposta forte tanto sul piano culturale quanto su quello del welfare. Serve quindi lanciare messaggi positivi sulla natalità e la genitorialità anche con provvedimenti spot che premiano le coppie che fanno figli. “La Francia che ha su per giù il nostro numero di abitanti registra il doppio delle nascite annuali, ma anche la Germania, la Polonia e l’Ungheria hanno invertito il trend della denatalità – fa notare il presidente dell’Istat – un welfare a misura di famiglia è costoso ma è possibile farlo e dà risultati concreti”.

Nonni 2.0

L’iniziativa è proseguita con l’intervento di Peppino Zola, presidente dell’Associazione Nonni 2.0, il quale ricorda che la funzione insostituibile dei nonni “è una delle gradi dimenticate della nostra epoca”. Zola sostiene la necessità di lavorare per creare un’autocoscienza sociale dei nonni, gli anziani devono ritrovare la consapevolezza del loro valore e devono avere la possibilità di essere protagonisti nella Chiesa e nella vita delle comunità. “Chiediamo – aggiunge Giuseppe Zola – detrazioni fiscali per le spese, documentate, che i nonni si trovano ad affrontare per le attività scolastiche, universitarie, lavorative e sportive dei nipoti e che proprio i nonni possano diventare protagonisti nella vita scolastica dei nipoti venendo delegati dai genitori che si trovano impossibilitati a partecipare a colloqui, incontri o organi di rappresentanza”.  Francesca Romana Poleggi del Direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus chiede invece di tutelare gli anziani dalla mentalità eutanasica e dalla “cultura dello scarto”, finanziando in modo adeguato e applicando realmente la Legge 38/2010 sulle cure palliative.

Le proposte di ProVita e Famiglia

Le proposte avanzate da ProVita e Famiglia sono state elencate dal presidente Tony Bradi. “Il nuovo Governo dovrà valorizzare e tutelare, con misure culturali e socio-economiche concrete, gli oltre 13 milioni di nonni e anziani del nostro Paese, con una particolare attenzione agli oltre 500.000 di italiani in terza età che vivono gravi condizioni di indigenza, con difficoltà motorie e privi di adeguati aiuti per affrontare le più normali attività quotidiane. Serve dunque nominare un Sottosegretario per la Terza Età al Ministero delle Politiche Sociali che si prenda in carico la cura e lo sviluppo di queste misure concrete”. In particolare viene proposto un numero verde per la terza età; il potenziamento delle strutture mediche che prendono in cura le malattie neurodegenerative; di celebrare la festa dei nonni del 2 ottobre con gli studenti di tutti le scuole di ogni ordine e grado e l’adeguato finanziamento della legge sulle cure palliative. Alla conferenza erano presenti alcuni rappresentanti politici eletti nel nuovo Parlamento tra i quali Lavinia Mennuni, Maria Teresa Bellucci, Simona Baldassarre, Isabella Rauti, Augusta Montaruli, Lorenzo Malagola, Grazia Di Maggio, Maddalena Morgante. Questi hanno garantito il loro sostegno alle proposte per la terza età. Baldassarre e Morgante hanno ringraziato ProVita per essere stata sempre al fianco della politica offrendo un servizio di vera e propria consulenza sulle questioni antropologiche e culturali. “Dobbiamo investire su vita e famiglia – ha concluso Morgante – perché è l’unico modo per tenere per mano passato, presente e futuro del nostro Paese”.