Pascale (Horticultura): “L’orto insegna l’attesa e la cura”

L'intervista di Interris.it alla dott.ssa Paola Pascale, responsabile del progetto "Green Village" di Horticultura che, in Campania, insegna ai più piccoli l'importanza dell'attenzione alla natura

La tutela dell’ambiente e l’educazione al rispetto dello stesso rivestono, fin dall’infanzia, una valenza estremamente importante, nell’ottica della preservazione della Terra e degli ecosistemi che, Papa Francesco, nelle sue encicliche, definisce Casa Comune.

L’esperienza di Horticultura

In Campania, grazie al sostegno dell’impresa sociale “Con i bambini”, si è dato vita al progetto Horticultura che, attraverso dei “Green Village”, ha creato, nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, degli orti didattici rivolti ai bambini delle scuole primarie, con l’obiettivo di generare buone pratiche ambientali e incentivare l’inclusione sociale. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato la dott.ssa Paola Pascale, responsabile del progetto.

L’intervista

Come nascono e che obiettivi si pongono i “Green Village” di Horticultura?

“I Green Village nascono nell’ambito del progetto Horticultura finanziato dall’impresa sociale “Con i bambini”, la quale gestisce un fondo di contrasto alla povertà educativa minorile. Tale impresa sociale emana dei bandi e finanzia delle proposte progettuali che mirano appunto al contrasto della povertà educativa. Noi, nel 2018, abbiamo presentato questo progetto sul territorio della provincia di Napoli e Caserta. Lo stesso prevede che i bambini facciano attività, attraverso l’orto, nei siti museali. Nel partenariato, oltre a tanti enti del Terzo Settore e a comuni capofila nell’ambito sociale, abbiamo anche la Reggia di Caserta, il Parco archeologico di Pompei, il Museo archeologico dell’agro-atellano, il Museo dell’Antica Capua e l’Anfiteatro Campano. Quindi, partecipano allo stesso, quattro scuole, l’IC Calcara di Marcianise, l’IC Mazzocchi di Capua Vetere, la Direzione didattica di Orta di Atella e il Circolo didattico di Pompei. Questi istituti scolastici scelgono due classi, ossia più o meno cinquanta bambini, di quarta elementare, i quali fanno un percorso bellissimo, realizzando un orto all’interno del sito culturale. Essi, durante l’anno, svolgono tutte le attività, dalla semina al raccolto, parlando di sana alimentazione, tradizioni e cultura. Questo strumento appunto, fa accrescere nei bambini la curiosità per la tradizione agricola contadina e per un’alimentazione più sana. Li rende protagonisti di un modello di sviluppo e di fruizione del territorio molto diverso. Tale percorso dura un anno e, quando finisce la scuola, iniziano i primi village e i bambini ritornano così nei siti e vanno a visitare tutti gli altri orti. Passano quindi una settimana alla scoperta di questi tesori culturali, della buona alimentazione e della tradizione in ambito agricolo. Questo campo si sviluppa praticamente nei mesi estivi”.

In che modo si insegna ai bambini il valore della cura dell’ecosistema e le buone pratiche ambientali?

“L’orto insegna l’attesa e la cura. Ai bambini diciamo che, se si semina, poi si raccoglie. Quindi, giorno per giorno, devono curarsi di una piccola piantina che sta crescendo, togliere le erbacee ed innaffiata. Tutto ciò non lo si può fare da soli, ma si ha bisogno di una squadra nella quale ogni bambino ha un compito. Imparano ad avere dei ruoli e a gestire i momenti di crisi. L’orto è uno strumento educativo importantissimo e insegna che, se non si ha innaffiato la pianta non cresce, quindi bisogna averne cura. Lo stesso insegna anche la stagionalità della frutta e della verdura che poi viene trasmessa nelle loro case, facendo un’attività educativa con tutta la famiglia. Inoltre, quando innaffiano e coltivano, imparano il valore dell’acqua e del compost. Durante un anno intero, i bambini fanno delle lezioni di ecologia e ecosistema sul campo. Apprendono veramente molto e questo è molto importante per loro”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito ai temi della tutela ambientale tra i più piccoli?

“Nasciamo come circolo Legambiente e siamo presenti sul territorio da venticinque anni. L’educazione ecologica, l’agroecologia e anche l’avvicinamento alla realtà della natura, ossia l’imparare facendo, diventa uno strumento fondamentale per i bambini. Non a caso, il MIUR, un paio di mesi fa, ha emanato un avviso pubblico per le scuole intitolato “EduGreen”, dove lo stesso finanzia beni e servizi relativi agli spazi esterni; quindi, auspica che le scuole creino degli orti e delle aree verdi, dove i bambini possono imparare l’educazione ambientale e alimentare direttamente sul campo. Noi lavoriamo in questo settore da numerosi anni sul territorio regionale e abbiamo collaborato con molte scuole nella progettazione degli orti. Ci piacerebbe arrivare all’obiettivo di mille orti per la Campania. Molte scuole hanno aderito e partecipato all’avviso pubblico del MIUR in materia. Quindi è evidente l’orientamento della politica verso tali strumenti pratici che possono dare ai bambini un’educazione molto importante, dal punto di vista delle competenze nonché delle life skill, che vanno al di là delle discipline scolastiche”.