Parcheggi per disabili, una prova di civiltà

La circolazione e la sosta dei veicoli di cui si servono le persone con disabilità è disciplinata dall’articolo 188 del Codice della Strada, il quale prevede che le infrastrutture stradali siano dotate di appositi spazi e strumenti – ad esempio parcheggi e idonea segnaletica – utilizzabili mediante l’apposizione di uno specifico contrassegno rilasciato dal comando di Polizia Locale del proprio comune di residenza, lo stesso è chiamato C.U.D.E. – acronimo di contrassegno unificato disabili europeo – il quale ha rappresentato un proficuo sforzo sinergico nei confronti delle persone con disabilità residenti nei Paesi dell’Unione Europea, in quanto, dal 15 dicembre 2002, consente agli stessi il pieno diritto alla circolazione e alla sosta in appositi spazi riservati mediante l’utilizzo di questo bellissimo strumento archetipo perfetto del significato che dovrebbe assurgere il termine politica comune europea in termini di inclusione delle persone con disabilità.

Compiuto questo breve excursus storico e normativo, alla luce della gravissima vicenda occorsa all’atleta paralimpica Beatrice Ion, è utile sottolineare che purtroppo – a volte – si verificano degli episodi che denotano scarso rispetto nei confronti delle persone con disabilità ed in particolare lesive del diritto alla sosta e circolazione delle stesse, a titolo esemplificativo basti pensare che – in media – nelle grandi città italiane le occupazioni senza apposita autorizzazione dei parcheggi riservati alle persone con disabilità sono oltre quindici ogni giorno.

Alla luce di quanto sopra descritto è fondamentale che le istituzioni preposte pongano in essere una pregnante opera di sensibilizzazione che, unita ad un inasprimento delle sanzioni previste per questa violazione, faccia comprendere alla ristretta minoranza di soggetti che attuano questi comportamenti errati ed egoisti che le persone con disabilità non parcheggiano nei posteggi riservati perché sono dei soggetti privilegiati ma perché sono affetti da patologie che non permettono di compiere lunghi tragitti in autonomia.

In conclusione è fondamentale che tutti agiscano con empatia e altruismo con l’obiettivo di dare vita a una società migliore ove le persone con disabilità possano muoversi liberamente grazie al reciproco rispetto che renderebbe maggiormente fattivo il concetto di inclusione sociale affinché si possa pensare esclusivamente alla valorizzazione delle abilità di ognuno secondo le sue capacità in ossequio alla splendida frase pronunciata dallo scrittore francese Antoine de Saint Exupéry: “Quando dai te stesso ricevi più di quello che dai.”