Paralimpiadi posticipate, ma lo sport non molla

"La vera pandemia del mondo è l'egoismo". Così Alessandra Vitale, capitano della squadra nazionale femminile di sitting volley

“Un salto di gioia, l’emozione di un momento inaspettato, il sudore di anni di allenamenti e poi all’improvviso si tira il freno a mano, le paralimpiadi di Tokyo 2020 sono spostate a luglio 2021”. Alessandra Vitale, capitano della squadra femminile nazionale di sitting volley, la pallavolo per i disabili, racconta ad Interris.it così le sue emozioni, i ricordi di due momenti contrastanti tra loro, ma che in qualche modo l’hanno segnata per sempre. “La pallavolo è la mia vita, dopo i miei figli e la mia famiglia – prosegue Alessandra -. Lo sport mi ha salvata in un momento fondamentale della mia vita, non è stato facile affrontare prima un tumore e poi l’amputazione di una gamba. Forse è stata quella la mia vera quarantena, il momento della mia vita in cui ho davvero toccato il fondo per poi rialzarmi”. Oggi però anche il mondo della pallavolo deve attendere il prossimo anno per disputare le sue partite dal momento che anche Tokio ha deciso di rinviare, a causa del coronavirus, Olimpiadi e Paralimpiadi all’estate 2021.

Com’è cambiata la tua vita in questo periodo?
“Sono a casa come tutti, però la vita sportiva non è cambiata. Continuiamo i nostri allenamenti anche di gruppo, per fortuna ci sono i social per tenerci in contatti – spiega il capitano -. Il mister manda le schede degli esercizi, ci chiama e ci sprona a non mollare. Se per quest’anno speravamo di arrivare tra le prime quattro, l’anno prossimo dobbiamo andare oltre ogni aspettativa!”.

Il Papa per la giornata mondiale dello sport dello scorso 6 aprile ha ricordato che “i frutti migliori dello sport sono la resistenza, lo spirito di squadra e la fratellanza” ti ritrovi?
“Certo, il Santo Padre ha centrato appieno lo spirito dello sport ed in particolare della pallavolo dove è davvero la squadra a fare il gioco. Nessuno può venire meno perché è l’unione e la forza di tutti che porta al risultato finale. D’altronde lo sport ti porta a stringere nuove amicizie, a creare altre relazioni sociali, per me è una boccata d’aria – aggiunge Vitale -, e non finirò mai di ringraziare un mio amico speciale che anni fa mi convinse ad andare a quel primo allenamento, da allora i miei obiettivi sono cambiati e la mia vita ha preso un’altra piega”.

Cosa ti lascerà questo periodo?
“Avendo già affrontato una brutta malattia 10 anni fa, credo che io stia vivendo questo periodo con una serenità maggiore rispetto a chi non ha mai vissuto momenti peggiori. Per questo motivo sono sicura che, come è successo a me dopo il mio periodo buio, la vita la vedremo tutti con altri occhi, con un altro peso e un’altra misura. Forse finalmente – conclude Alessandra – si capirà il valore di ciò che facciamo, dei rapporti umani che abbiamo con le persone e si supererà forse una delle più brutte pandemie che il mondo attraversa da sempre, l’egoismo. Sono sicura che dopo questo periodo riusciremo tutti a guardarci negli occhi e a guardare alla vita con maggiore fiducia, più uniti e più solidali di prima”.