Non c’è bisogno di aspettare l’estate per ricevere le prime visite sgradite. Soprattutto nelle ore notturne, quando la necessità di tenere aperte le finestre apre alla possibilità, per ospiti indesiderati, di disturbare i sonni notturni di chi, magari, trascorre anche la stagione più calda lavorando durante il giorno. Niente a cui non sia stato fatto il callo chiaramente… Perché non c’è estate senza zanzare, né giornate senza trascorrere almeno qualche minuto a predisporre rimedi più o meno ingegnosi per contrastare la loro ricerca di nuove “prede”.
Tendenzialmente, le soluzioni tampone sono comuni per tutti: zanzariere alle finestre, zampironi all’esterno, espedienti elettrici di qualunque forma e dimensione, addirittura racchette da tennis adibite a scacciamosche elettrico… Tutto utile ma in modo relativo, soprattutto perché, al netto dell’azione dei nemici naturali di tali insetti (gechi in primis), sfuggire completamente alla puntura di un insetto di larghissima diffusione come le zanzare è di fatto impossibile.
Del resto, sarebbe riduttivo associare alle sole zanzare la maglia nera in fatto di fastidi estivi (e non solo) associabili agli insetti. In questo senso, esiste un vademecum specifico rilasciato dall’Istituto Superiore di Sanità, che fa riferimento alle punture subite tanto dai ditteri quanto da altre specie, quali artropodi, imenotteri, anopluri e altri generi di parassiti. Chiaramente, specie per quel che riguarda gli ultimi, non tutte le interazioni con tali insetti sono associabili o riconducibili al periodo estivo. Tuttavia, essendo la stagione estiva, a cavallo con la primaverile, quella maggiormente predisposta alla proliferazione degli esemplari (per fioritura/impollinazione e altri fattori ambientali), il tasso di vulnerabilità risulta a una soglia più facilmente cedibile. Come avverte la sezione Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, nella maggior parte dei casi le punture degli insetti provocano disturbi limitati, gli effetti dei quali scompaiono nel giro di qualche ora. O, al massimo, in pochi giorni.
Diversi i casi in cui la puntura di un insetto vada a provocare reazioni fortemente allergiche. La maggior parte delle quali, tuttavia, emerge nel momento in cui la reazione avviene, rendendo più complessa la prevenzione mirata. Pur trattandosi di casi rari, l’ISS specifica come le eventuali reazioni allergiche possano mettere in pericolo l’incolumità di colui che è stato punto, provocando anafilassi gravi o la trasmissione di malattie infettive. In questo senso, al fine di scongiurare la possibilità di trovarsi di fronte a conseguenze estremamente serie, gli esperti consigliano di adottare rimedi semplici ma, al contempo, efficaci per arginare – per quanto possibile – il contatto diretto con gli insetti potenzialmente trasmittenti. In primis, l’applicazione di repellenti anti-insetto sulla pelle, particolarmente indicati per i bambini, oppure evitare l’uso di deodoranti o profumi (o altri agenti) troppo profumati, in quanto associabili a fiori dagli insetti.
Un occhio di riguardo dev’essere declinato anche ai fattori ambientali. Posta la necessità di limitare, in determinati periodi, i viaggi in aree del Pianeta dove sono presenti insetti in grado di trasmettere malattie gravi e potenzialmente trasmissibili (malaria, dengue o febbre gialla, la cui profilassi è debitamente indicata dall’Organizzazione mondiale della Sanità), alcuni accorgimenti possono essere utili anche nel quotidiano. Prima di tutto, evitando di lasciare spazzatura accumulata per più giorni, o fare attenzione affinché non si creino situazioni di acque stagnanti. O, laddove presenti, evitando di sostarvi nelle vicinanze, ad esempio in zone di campeggio. Allo stesso modo, se nelle vicinanze vi fosse la presenza di bestiame domestico, tenersi a debita distanza (soprattutto nei luoghi di villeggiatura), al fine di evitare il contatto diretto con insetti quali mosche e tafani. Senza dimenticare che, nella maggior parte dei casi, i soggetti più vulnerabili sono i bambini.
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