Un nuovo modello di azione pastorale oltre ogni barriera

Don Angelo D'Amico grazie al progetto TuttixTutti dell Cei  è riuscito a realizzare un suo piccolo sogno: il laboratorio sociale di ceramica nella sua parrocchia. Un luogo di incontro e socializzazione per tutti i ragazzi, oltre ogni barriera fisica e sociale

All’interno della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Gela, sono da sempre state svolte attività laboratoriali rivolte a “disabili” che hanno permesso vaste opportunità d’integrazione con le varie realtà aggregative presenti nel territorio gelese. Unico obiettivo perseguito: quello di aiutare disabili giovani e non giovani, assicurando la tutela dei loro diritti, rispetto, dignità della persona e delle loro famiglie. Queste attività sono sempre state svolte su iniziativa di vari volontari “Operatori professionisti del settore”. I servizi offerti hanno avuto come scopo l’integrazione e la socializzazione stimolando potenzialità individuali dei soggetti coinvolti attraverso attività come: cucito, riciclo creativo, creazione di manufatti, laboratorio di informatica, laboratorio musicale, realizzazione e decorazione di gessi.

“Da qui è così nato il bisogno di migliorare sempre più l’offerta di integrazione dei nostri fratelli “diversamente abili” con la realizzazione di un laboratorio di ceramica che stimoli abilità creative, manuali, sensoriali, non solo in termini tecnici, ma come espressione di un’azione nella quale perizia e creatività, maestranza e apprendistato, si compongono per dare vita ogni volta a qualcosa di nuovo assumendo un modello d’azione pastorale e di catechesi” ha raccontato ad Interris.it Don Angelo D’Amico, responsabile del progetto e parroco della Chiesa Sacro Cuore di Gesù di Gela.

A chi si rivolge questo progetto?
“Il progetto è rivolto a soggetti diversamente abili di età compresa tra i 18 e i 55 anni. Il nome “Come argilla nelle mani del vasaio” trasmette l’impegno dei ragazzi che ne hanno preso parte. Un progetto che vede impegnati i partecipanti in attività laboratoriali consone alle loro capacità, seguiti da Docenti ed Operatori qualificati che spiegheranno loro tutti i vari passaggi della lavorazione: dalla manipolazione dell’argilla al prodotto finito. Perché tutti possano sporcarsi le mani in modo proficuo. É comprovato come nell’attività creativa, infatti, i disabili acquisiscano competenze che rafforzano il loro senso di autonomia dando libero sfogo alla loro personale creatività”.

Quali sono gli obiettivi che si intendono ragigiungere e che vantaggi offre questa idea alla comunità?
“Attraverso il laboratorio s’intende favorire la socializzazione e l’integrazione sociale con particolare attenzione allo sviluppo di capacità relazionali e di comunicazione. Tale progetto mira alla valorizzazione di tutti i disabili, con situazioni problematiche, attraverso il confronto, la conoscenza delle differenze e delle spcificità di ognuno per uno sviluppo integrale della persona e per un arricchimento reciproco. Verrà dato spazio alla manualità come forma di espressione creativa che può valorizzare le capacità del singolo per favorire lo sviluppo e il recupero dell’autostima. Rispettare le regole delle tecniche e del lavoro di gruppo. Potenziare l’attenzione e l’ascolto in una situazione di benessere acquisendo diverse tecniche di laborazione e decorazione della ceramica”.

Quanto preme il territorio sulla realizzazione di questo progetto?
“Riteniamo essenziale poter svolgere questo progetto all’interno del “Centro Diurno Sacro cuore di Gesù” per disabili adulti (con età che varia tra i 18 e i 55 anni). Il progetto è nato all’interno della Parrocchia nel Dicembre 2019 perché creato su misura per questo territorio. Esso rappresenta un’integrazione alle risorse delle persone divenendo un sostegno nel difficile compito di affrontare l’assistenza alla persona disabili che in alcuni casi è gravosa. É e sarà sempre una delle risposte più importanti per il nostro territorio gelese. I ragazzi oltre al maestro di ceramica, operatori e volontari, avranno anche una psicologa che sarà di sostegno nelle attività occupazionali, con interventi educativi legati alla gesione ed alla cura della propria persona, del proprio ambiente, degli sapzi condivisi, che serviranno a migliorare nelle persone disabili la conoscenza del sé, aumentare le capacità relazionali, sviluppare le autonomie di base, personali e sociali, a favorire lo sviluppo /mantenimento della abilità residue e potenziali”.

Cosa vi ispira e vi da la forza di andare avanti sempre?
“C’è una frase che ci fa da faro ed è proprio del nostro Papa: “La persona malata o disabile, proprio a partire dalla sua fragilità, dal suo limite, può diventare testimone dell’incontro” è qui che è racchiuso il significato del nostro impegno”.