“I messaggi in bottiglia” della Caritas di Bologna

Ci sono voluti quasi tre mesi di lavoro per arrivare in fondo alle domande giunte al Fondo San Petronio. Un primo bilancio di come è andata

Il fondo San Petronio è stato aperto alla fine di aprile come segno di vicinanza concreta della Chiesa di Bologna alle tante famiglie che a causa della pandemia hanno perso il lavoro o ne hanno subito una drastica diminuzione. Il Fondo san Petronio ha regalato una boccata d’ossigeno a circa 1.000 famiglie con un aiuto economico per il primo mese. In base alla gravità delle singole situazioni è stato poi disposto un aiuto anche per il secondo ed il terzo mese. Questo lavoro è stato molto utile per affrontare una fase di emergenza, segnata da tanta sofferenza che offre riflessioni sulla situazione socio-economica e su come essere oggi testimoni del Vangelo nella città degli uomini.

La Caritas insieme all’8xmille ha sposato e sostenuto questo progetto, raccontato attraverso un minu docu film della serie “Firmato da te”. Interris.it ha incontrato Beatrice Acquaviva che ha lavorato per la realizzazione del Fondo San Petronio.

Come nasce il Fondo

“La storia del Fondo San Petronio nasce quando è iniziato il primo lockdown. Siamo ad inizio marzo quando l’Italia si ferma. Piano piano abbiamo visto crescere il numero di persone che telefonavano agli uffici della Caritas e delle parrocchie. Persone in grande difficoltà economica che però lasciavano trapelare che ci fosse anche un sommerso. Erano e sono tante le persone che prima di quel momento non si erano mai rivolte alla Caritas e che invece cominciavano ad essere in difficoltà. Queste persone sono venute fuori dalle loro realtà. Così il direttore della Caritas insieme al Vicario per la carità ed il Vescovo della diocesi di Bologna, Monsignor Zuppi, in quei giorni cominciarono ad interrogarsi su quale segno potessero dare a questa emergenza in quanto Chiesa. Così grazie ad un’eredità economica che ci è stata lasciata da un’azienda, il Vescovo ha subito messo a disposizione una cifra importante istitutendo quello che è stato chiamato “Fondo San Petronio”. Questo è stato destinato a persone che avevano perso completamente il lavoro o che mantenevano il lavoro senza ricevere più lo stipendio completo dopo il primo marzo a causa del lockdown”.

2350 domande

“Lo abbiamo aperto il 21 aprile con una pagina on line sul sito della Chiesa di Bologna spiegando tutte le modalità per la richiesta. Abbiamo dovuto chiudere il fondo dopo tre giorni perché sono arrivate subito 2350 domande in soli tre giorni e non essendo sicuri che la disponibilità del fondo potesse bastare per tutti abbiamo dovuto chiudere per poi cominciare l’esame di queste domande. Siamo riusciti ad aiutare circa 1000 famiglie”.

La dignità ferita

“Leggendo le varie storie che ci sono state presentate è emerso molto il bisogno di relazione delle persone. Per questo motivo abbiamo inventato una posta che abbiamo chiamato “i messaggi della bottiglia” perché le persone hanno manifestato il bisogno di mantenere un contatto e poter raccontare le proprie necessità. Molte persone provano vergogna nel venire a chiedere aiuto, c’è tata dignità ferita. Si tratta di persone che erano già molto in affanno e che sono crollate durante questo periodo. Li abbiamo dovuti aiutare a capire che chiedere aiuto è legittimo e non bisogna avere vergogna, chiunque può ritrovarsi in difficoltà e questo periodo lo ha davvero dimostrato”.

I prossimi progetti

“Il prossimo tema riguarda il cibo e nasce da alcune sollecitazioni emerse durante la pandemia, quando abbiamo capito di non essere efficentemente strutturati. Abbiamo voluto aiutare di più le caritas parrocchiali che a loro volta aiutano le persone con la fornitura di generi alimentari. In questo modo continueremo ad essere vicini a chi ne ha bisogno“.