La luce della solidarietà per aiutare chi fugge dalla guerra

L'intervista di Interris.it alla dott.ssa Carlotta Giannelli, coordinatrice dei progetti sociali delle Acli di Cremona e referente di Together for Ucraine

profughi
Mariupol 17/03/2022 - guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: profughi ONLY ITALY

In questi momenti drammatici che mettono a rischio un lungo periodo di pace in Europa a causa di una guerra atroce in Ucraina che sta mietendo numerose vittime innocenti, le Acli, a tutti i livelli associativi, stanno lavorando su più fronti per offrire un contributo politico e di vicinanza concreta al popolo ucraino. A tal proposito – le Acli provinciali di Cremona – stanno ponendo in essere l’iniziativa denominata Together for Ucraine la quale ha visto le Acli locali agire in sinergia con l’associazione Pellegrini con Gioia al fine di raccogliere generi di prima necessità da inviare in Ucraina e successivamente attività in favore dell’inclusione dei profughi provenienti dalla stessa ed ospitati in loco. Interris.it ha intervistato la Dott.ssa Carlotta Giannelli, coordinatrice dei progetti sociali nonché dello sviluppo associativo in seno alle Acli provinciali di Cremona e riferimento della campagna Together for Ucraine.

Bandiere per la pace (foto di Acli)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone l’iniziativa Together for Ucraine?

“L’iniziativa Together for Ucraine ha visto il coinvolgimento delle Acli provinciali e dell’associazione di volontariato Pellegrini con Gioia. In un primo momento ci siamo focalizzati sugli aiuti da destinare alle persone in Ucraina ed abbiamo quindi organizzato una raccolta di generi alimentari e di prima necessità – ossia dispositivi sanitari, farmaci, prodotti per l’igiene personale e cibo. Nel giro di due settimane abbiamo raccolto una quantità molto generosa di beni primari – all’incirca sulle 30 tonnellate – ed abbiamo organizzato il primo tir. Siccome poi, gli aiuti continuavano a giungere e, da parte sia di associazioni che di privati, abbiamo avuto una grandissima dimostrazione di solidarietà, si è deciso di organizzare immediatamente un secondo carico. Per cui, in poco più di 4/5 settimane, sono stati portati in Ucraina 60 mila kg di beni primari. In seguito a ciò, ci siamo dedicati alle famiglie che arrivano qui perché – iniziando a giungere in massa soprattutto donne con minori – ci sono già una serie di famiglie che si rivolgono a noi per ritirare il proprio pacco alimentare. Oltre a ciò – siccome in qualità di Acli attuiamo una serie di corsi di lingua italiana – abbiamo avviato una scuola per i bambini dai sei anni in su ed invece, per quelli di età inferiore, negli stessi orari e negli stessi giorni in cui si tiene la scuola di italiano, ci sono dei laboratori di gioco finalizzati all’apprendimento il cui obiettivo è imparare giocando, anche per dare la possibilità a queste donne di partecipare alla scuola di lingua senza dover lasciare soli i bambini. L’idea è sicuramente quella di dare un contributo importante alla loro integrazione e socializzazione per cui, uno dei principali punti di partenza, è la conoscenza della lingua alle cui spalle vi è però l’intenzione di far socializzare queste donne e soprattutto dare loro la possibilità di avere un minimo momento di svago e farle respirare un pensiero diverso per qualche ora alla settimana. Nel complesso le azioni delle Acli provinciali per l’Ucraina sono queste quindi, prima la raccolta alimentare, la presa in cura di alcune famiglie e poi la scuola. Allo stato attuale non sappiamo come evolverà il futuro, abbiamo ancora molto materiale e aspettiamo gli arrivi da parte delle famiglie al fine di poterci prendere cura di loro”.

In che modo chi lo desidera può aiutarvi? Quali sono i vostri auspici per il futuro?

“La raccolta alimentare non è ancora sospesa e ultimamente sta continuando ad arrivare del materiale – seppur non in massa come all’inizio – perché ora ci sono più alternative per chi vuole donare mentre prima eravamo un po’ gli unici a fare questo tipo di operazione. La raccolta è tutt’ora aperta e se qualcuno vuole contribuire può farlo ben volentieri. Oltre a ciò, se qualche ragazzo o ragazza giovane ha voglia di darci una mano nell’organizzazione della scuola, piuttosto che nel fare compresenza con l’insegnante – soprattutto nel laboratorio con i bambini – sarebbe estremamente significativo per i bambini stessi in quanto – tale fase – è sempre di apprendimento ma fondamentalmente è gioco. Se qualcuno volesse contribuire in questo senso, rappresenterebbero delle soluzioni auspicabili. Siamo un’associazione cristiana e preghiamo per la pace quindi, il desiderio più grande – come quello di tutti – è che questo incubo finisca. Infatti, abbiamo organizzato un momento di preghiera per l’Ucraina in quanto, noi vogliamo accompagnare la preghiera che facciamo singolarmente – nei nostri cuori o insieme – anche a dei gesti materiali. Però, è bene anche che, tali gesti materiali, abbiano una certa continuità e vedano un riscontro anche nella preghiera. Quindi – anche quello – è un momento bello per chi volesse partecipare. Il nostro auspicio è perciò – entro breve tempo – quello di smettere di aiutare perché non ce ne sarà più bisogno, ma purtroppo sappiamo che questo per il momento è un desiderio veramente difficile. Noi facciamo quello che possiamo perché ce lo chiede il nostro statuto ma soprattutto la nostra coscienza”.