Lomagistro (Mulino Sambuy): “Costruire possibilità di inclusione reali e concrete”

L'intervista di Interris.it a Graziano Lomagistro, referente dell'iniziativa del Mulino Sambuy svolta a Santiago de Compostela

© pagina Facebook "CamminAutismo a Santiago"

Lo scorso 5 settembre, tredici ragazzi con autismo, sono partiti alla volta del Cammino di Santiago de Compostela, del quale hanno completato gli ultimi 114 chilometri, dando vita a un nuovo esempio di inclusione.  Il gruppo è partito da Sarria per arrivare nel capoluogo della Galizia il 12 settembre. Vi hanno preso parte 31 persone tra volontari, professionisti e familiari, con loro l’associazione Mulino Sambuy di San Mauro Torinese. Interris.it, in merito a questo progetto e agli obiettivi che ne stanno alla base, ha intervistato Graziano Lomagistro, educatore professionale dell’Asl “Città di Torino”, volontario e referente di questa attività per Mulino Sambuy.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il vostro progetto?

“La peculiarità di questo progetto è il fatto che parte dal basso. Delle realtà si sono unite ed hanno creato una progettualità importantissima. Ha il timbro delle due aziende sanitarie della città di Torino, io stesso sono un volontario dell’associazione ma sono anche un dipendente della Asl di Torino specializzato in autismo. Abbiamo creato una grande opportunità per far sperimentare ai ragazzi la generalizzazione degli apprendimenti negli ambienti esterni, in altre parole, il percorso, da riabilitativo diventa abilitativo, sfruttando le risorse che i territori mettono a disposizione. Finalmente, lavorando con training intensivi, abbiamo lanciato il progetto e, subito dopo, abbiamo iniziato gli allenamenti unendo il gruppo per realizzare questa esperienza importantissima. L’auspicio del progetto non è solo il lavoro che si è svolto in tale settimana, ma la continuità dei rapporti che si sono instaurati in tale periodo. Il dettaglio da segnalare rispetto al progetto è che, per la prima volta, finalmente, si è riusciti a mettere insieme più livelli di funzionamento diversi in riguardo all’autismo, andando a lavorare sui diversi aspetti delle autonomie, dalle più semplici alle più complesse. I veri protagonisti di questa attività progettuale sono i ragazzi e le loro famiglie.”

Com’è sorta l’idea di effettuare un cammino proprio a Santiago de Compostela?

“L’idea del Cammino di Santiago è nata perché io, in qualità di operatore dell’azienda sanitaria, in precedenza ero dipendente dell’Asl 5 di La Spezia e, nel 2015, come volontario, sono stato invitato ad un altro cammino, proprio in quel luogo. Dopo è nata la mia passione per questi cammini e anche la conseguente volontà di approfondimento della parte scientifica, portandolo nel progetto che attualmente conduco.”

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“Innanzitutto, è auspicabile che, progetti come questo che possiamo definire pilota, possano sperimentarsi in questi termini e quindi riproposte, non obbligatoriamente a Santiago, ma anche in altre mete. Bisogna partire dalla motivazione dei ragazzi per poi costruire possibilità reali e concrete. Le persone ci possono aiutare seguendoci sulle nostre pagine social e chiunque voglia contribuire al lavoro che ha fatto il Mulino Sambuy, attraverso la donazione del 5×1000 da destinare al 5×1000 per le progettualità future.”