La legalità sia il fondamento della comunità

Interris.it ha intervistato l'educatrice Simona Pinna, referente del progetto "Lega la Legalità"

La comunità “Punto a Capo” opera in Sardegna da oltre vent’anni, con due comunità per minori di tipo residenziale e semi-residenziale, privilegiando le attività di prevenzione, di riparazione e soddisfacimento dei bisogni specifici dei minori inseriti e puntando sull’importanza del coinvolgimento dei sistemi socio-psicoaffettivi di riferimento del minore e l’integrazione e collaborazione tra tutte le agenzie che possono concorrere al raggiungimento dell’obiettivo.

Il progetto Lega la Legalità

Il progetto Lega la Legalità si propone come un intervento educativo e di sensibilizzazione degli adolescenti inseriti nella comunità presso la sede di Siurgus Donigala, in provincia di Cagliari. Un percorso di cittadinanza responsabile e attiva tesa verso l’interesse collettivo e non individuale, in cui vengono presentate modalità e strumenti per definire gli orizzonti della strada della legalità e quella della devianza. Interris.it ha intervistato in merito a questa attività l’educatrice Simona Pinna, referente del progetto.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone il progetto Lega la Legalità?

“Nella nostra comunità ospitiamo sia ragazzi che vengono allontanati temporaneamente o definitivamente dai nuclei familiari originari oppure ragazzi che, per un momento della loro vita, hanno avuto un incontro ravvicinato con una strada potenzialmente deviante e quindi godono di misure alternative alla detenzione e comunque hanno commesso dei piccoli reati. Questo progetto in modo particolare, come tanti altri che portiamo avanti, si focalizza sul tema della legalità che è sempre attuale e quindi nasce con questo gruppo della comunità – cinque adolescenti di cui tre con misura di messa alla prova -. Già il titolo dello stesso, Lega la Legalità, è un invito ad abbracciare la legalità, un progetto con una valenza pedagogica, sia per i ragazzi che hanno partecipato ma anche per i sostenitori e le persone che abbiamo coinvolto in questo progetto. Oltre a fare un progetto rivolto essenzialmente ai ragazzi, lo stesso è più ampio ed ha come finalità anche quella di risvegliare il valore educativo dell’intera collettività, nel senso che, tutti gli adulti attorno a questi ragazzi devono sentire il peso e la responsabilità di educare o rieducare quelle che poi saranno le future generazioni adulte. In particolare, nella parte finale del progetto è emersa l’intenzione di creare una staffetta della legalità, una metafora della corsa a staffetta, ossia un passaggio di testimone dove il sostenitore del progetto incontra il ragazzo e, approfondendo alcune tematiche, gli consegna il testimone simbolico, facendolo diventare portavoce presso le istituzioni – in questo caso i deputati e i senatori sardi -. È previsto infatti un viaggio a Roma nel mese di febbraio per incontrare i parlamentari, dopo l’elezione del Presidente della Repubblica”.

Quali sono le fasi in cui si articolerà il progetto?

“Il progetto è costituito da tre fasi. La prima, che è già stata portata a termine, è la fase di sensibilizzazione e avvicinamento dell’adolescente verso tutte quelle che sono le strade della legalità fornendo allo stesso tutte le conoscenze e gli strumenti necessari per portare avanti un ideale personale che in seguito potrebbe diventare anche collettivo. Faccio un esempio concreto e pratico: l’adolescente a volte dice che una norma non gli piace e manifesta la volontà di farsi giustizia da sé, commettendo magari dei reati. A tal proposito, in questa fase, sensibilizziamo i ragazzi su tutte quelle che possono essere le vie legali per portare avanti tutte le battaglie che possono essere comuni. Quindi si insegna che cos’è una raccolta firme, un referendum per proporre o abrogare una legge attraverso strade condivise e lecite. La seconda fase è più creativa ed è una parte musicale denominata Ce la cantiamo e ce la suoniamo dove i ragazzi hanno pensato ad un testo e adesso verrà inciso un brano grazie alla collaborazione di una vicina scuola civica di musica e di altre istituzioni del territorio. La terza parte invece è denominata Staffetta della legalità in cui si andrà in Parlamento ad incontrare i Deputati e i Senatori sardi. Gli stessi si sono resi disponibili a rispondere alle domande che i ragazzi faranno e, in questa fase, saranno i portavoce di tutti coloro che hanno partecipato al progetto”.

In che modo si può incentivare il confronto tra i più giovani e le istituzioni in materia di legalità? Quali auspici ponete su questo tema per il futuro?

“Come professione sono un’educatrice ma, a mio avviso, è proprio la comunità in senso molto più ampio che deve risvegliarsi e riassumere il ruolo educante. A tal proposito questo è un progetto rivolto agli adolescenti ma anche agli adulti perché abbiamo perso un po’ il senso di quello che è giusto, eticamente corretto e quindi legale. L’auspicio da educatrice ma anche da cittadina è quello che tutti sentano questa responsabilità, comprese le istituzioni e che ci siano in tal proposito maggiori aiuti per fare ulteriore attività di progettazione in questo senso. È necessario un risveglio civico per far sì che la società ritrovi il ruolo educante ed un senso civico più sentito. Ora invece c’è molto individualismo che porta spesso a dire – dalle problematiche più piccole alle più grandi – non è un problema mio; invece, deve tornare ad essere un problema di tutti, soprattutto quando si ha a che fare con dei minori che saranno gli adulti di domani. Gli adolescenti di oggi hanno vissuto uno scollamento con le istituzioni ed il confronto con le stesse rappresenta una novità importante perché, oggi come oggi, vengono spesso demonizzate”.