L’ecologia integrale che diventa patrimonio delle comunità

L'intervista di Interris.it a Sandra Mazzotti, presidente del circolo Acli di Iseo in merito ai progetti di tutela ambientale e inclusione

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L’economia circolare è un modello di produzione nonché consumo alla cui base vi sono: la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Così facendo si rende più lungo il ciclo di vita dei prodotti, riducendo nel contempo al minimo i rifiuti prodotti. Una volta che il prodotto ha terminato il suo ciclo di vita, i materiali di cui è composto vengono infatti reimmessi, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando un nuovo valore. I principi dell’economia circolare si distinguono dal tradizionale modello economico, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”.

L’esempio di Iseo

Nell’enciclica Laudato Si Papa Francesco ha scritto che “Non si è ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future … Affrontare tale questione sarebbe un modo di contrastare la cultura dello scarto che finisce per danneggiare il pianeta intero”. Partendo da questa riflessione il circolo delle Acli di Iseo (Brescia), guidato da Sandra Mazzotti, ha posto in essere le iniziative denominate “Sbarazzo Solidale” e “Isola dell’Usato” con l’obiettivo di dare concreta attuazione agli insegnamenti del Pontefice attraverso due progettualità distinte ma complementari che hanno l’obiettivo di preservare l’ambiente e incentivare l’inclusione delle persone con fragilità. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato la presidente Mazzotti.

Papa Angelus Ucraina
Foto © VaticanMedia

 

L’intervista

Come nascono e che obiettivi si pongono le iniziative “Sbarazzo Solidale” e “Isola dell’Usato”?

“L’isola dell’Usato risponde a due obiettivi, il primo è quello di ridurre gli sprechi, i rifiuti ed abituare e sensibilizzare le persone al consumo critico; a Iseo, ad esempio, abbiamo fatto partire anche il commercio equo e solidale nel lontano 2000 quindi siamo molto sensibili a questo tema. A tal proposito, un altro termine che a noi piace molto, è quello di essere “consumattori”. Quindi abbiamo cominciato a mettere in atto delle raccolte di articoli usati donati dalle persone che noi rimettiamo in circolo e – quando possiamo – li sistemiamo anche attraverso un laboratorio nel circolo di cucito in cui facciamo delle riparazioni. La rimessa in circolo di tali articoli veniva fatta inizialmente attraverso delle bancarelle e poi cinque anni fa abbiamo iniziato a sperimentare l’iniziativa denominata “Sbarazzo Solidale”. In pratica, grazie al Comune che ci rende disponibile uno spazio presso una struttura pubblica – un giardino sul lungolago -, visibile anche per i turisti. Lo “Sbarazzo Solidale”, da tre anni a questa parte, si tiene con cadenza mensile da marzo a ottobre in ogni seconda domenica del mese. Esso è molto bello perché ci permette anche di raccogliere risorse da destinare ad altre iniziative di solidarietà. È diventato molto importante instaurare collaborazioni e incarichi professionali che ci consentono di proseguire, quindi – le risorse – vengono reinvestite anche in inserimenti lavorativi destinati a persone in condizione di fragilità, disagio per precarietà di reddito oppure studenti universitari. Tutto ciò che raccogliamo è un contributo per il circolo e le sue iniziative ed ogni anno – dal 2015 – i fondi vengono destinati in maniera prioritaria al progetto di lavoro solidale il quale – in alcuni casi – prevede anche il rimborso delle utenze domestiche per le donne ed in qualche caso uomini che partecipano alle iniziative”.

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Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo chi lo desidera può aiutare le vostre iniziative?

“L’auspicio per il futuro è che l’economia circolare diventi sempre più una realtà che entra nelle coscienze delle persone, vediamo comunque una sensibilità crescente su questi argomenti. Oltre a ciò, auspichiamo che, nei comuni, accanto alle isole ecologiche si insedino sempre di più dei circoli per il riuso affinché la merce abbia ancora una possibilità per essere rimessa in circolo e di conseguenza abbattere l’aumento dei rifiuti; peraltro, nel nostro circolo, abbiamo dato vita ad un gruppo di acquisto solidale formato da 55 soci. Dobbiamo far sì che cresca la presa di coscienza verso un’economia circolare sempre più diffusa ed anche ridurre i consumi spostando il concetto di qualità unita alla maggior durata dei prodotti. Le esperienze come la nostra si devono diffondere sempre di più affinché diventino patrimonio di ogni comunità. Ora stiamo sostenendo i profughi ucraini ed abbiamo devoluto quasi completamente lo Sbarazzo Solidale attraverso buoni spesa destinati alle donne ucraine giunte qui in seguito alla guerra nonché ad una associazione che da vent’anni opera a Kiev. La nostra è una bella esperienza e pian piano si potranno vedere i frutti di quest’opera di sensibilizzazione”.