Lavoro e sicurezza, un binomio imprescindibile

Interris.it, dopo la pubblicazione dei dati di Inail, ha intervistato il Segretario Confederale della Cisl Angelo Colombini

Nei giorni scorsi l’Inail ha pubblicato gli open data relativi ai decessi, agli infortuni e alle malattie professionali nel lasso di tempo intercorso tra gennaio e dicembre 2021.

I dati emersi

I dati presentati negli open data di Inail hanno evidenziato un aumento degli infortuni sul lavoro, in particolare di quelli in itinere, del +0,2% rispetto allo stesso periodo del 2020 con un decremento del -3,9% degli infortuni mortali su base annuale. Sono invece aumentate le patologie di origine professionale con un picco del +22,8%. Nel complesso, il 2021, ha fatto emergere una certa discontinuità per quanto concerne i dati sopra esemplificati a causa della pandemia da Covid-19, si pensi che, ad esempio, le denunce per infortunio, infatti, mostrano un calo dell’11% nel trimestre gennaio-marzo, un incremento del 21% nel semestre aprile-settembre e un rinnovato decremento del 16% nel trimestre ottobre-dicembre, nel confronto rispetto allo scorso anno. Interris.it ha intervistato su questo tema il Segretario Confederale della Cisl Angelo Colombini.

L’intervista

Segretario, cosa emerge dal recente report di Inail concernente gli incidenti sul lavoro nel 2021? Che dati si sottolineano rispetto a quelli dell’anno precedente?

“Rispetto ai dati recentemente pubblicati dall’Inail, in riferimento agli eventi infortunistici e alle malattie professionali verificatesi nel 2021, si registra un livello inaccettabile di 1221 persone morte nei luoghi di lavoro. Il confronto con i dati dell’anno precedente, ancor più gravato dal fenomeno della pandemia, soprattutto in alcune categorie di lavoratori più esposti, non consentono di poter fare analisi che siano correttamente in grado di comprendere a quali cause, settori produttivi, rischi da esposizione occorre maggiormente rivolgere interventi urgenti di contrasto e promuovere azioni di prevenzione. I dati riferiti agli oltre 550 mila denunce di infortunio e oltre 55 mila denunce di malattia professionale richiedono un intervento coeso ed una assunzione di responsabilità condivisa tra istituzioni e parti sociali”.

Quali sono le malattie professionali maggiormente diffuse? La pandemia ha influito in qualche modo questo fenomeno?

“Le patologie professionali più diffuse sono quelle del sistema osteo-muscolare, del sistema nervoso e dell’orecchio che continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, oltre ai tumori, si comprende come, al di fuori della pandemia e delle conseguenze di questa sulla salute dei lavoratori, le mancate protezioni e le inadeguate tutele continuano a persistere nelle realtà lavorative. In questo senso, anche i tanti ultimi eventi mortali, hanno dimostrato la diffusione del fenomeno della mancanza di protezioni e di tutela della salute e sicurezza, interessando settori diversi, fasce di età e dinamiche non riconducibili a medesime categorie. Un ulteriore aumento, influenzato relativamente dagli effetti della pandemia, lo si registra nel numero dei decessi avvenuti in itinere, passati dai 214 casi del 2020 ai 248 del 2021, dovendo certo considerare il periodo nei due anni di lavoro in modalità agile”.

In che modo le istituzioni preposte stanno intervenendo per incrementare il livello di sicurezza nei luoghi di lavoro?

“Allo stato attuale 300 funzionari dell’INL stanno per essere assegnati alle sedi operative e che entro un mese arriveranno gli ulteriori 690 ispettori e i 131 funzionari già previsti, andando a costituire nell’insieme quei 1121 nuovi assunti nelle file dell’ispettorato che potranno così garantire quel rafforzamento urgente del presidio di vigilanza sul territorio ed, oltre a ciò, è stato predisposto un nuovo bando di concorso per l’assunzione di ulteriori  1249 figure professionali in tale ambito”.

Qual è l’impegno della Cisl su questo versante? Quali sono i vostri auspici per il futuro?

“Di certo continuare con quanto portato avanti negli anni, svolgendo un’azione costante sia sul livello nazionale che sui territori e nelle realtà lavorative.  In particolare, alla luce delle modifiche recenti intervenute nella normativa di sicurezza, collaboreremo con le istituzioni nazionali, a partire dai tavoli tecnici che verranno istituiti, per giungere a concretizzare gli impegni previsti sui temi della riforma della formazione, degli organismi paritetici, dei flussi informativi.  Resta inteso che stiamo ancora attendendo che si giunga alla definizione di una strategia nazionale di prevenzione che preveda come elemento centrale l’introduzione del sistema della qualificazione delle imprese, avendo con soddisfazione ottenuto, dalle ultime modifiche introdotte dal Parlamento, l’obbligo di formazione per tutti i datori di lavoro e il riconoscimento dell’inevitabilità di una figura di rappresentanza sui temi della salute e sicurezza in ogni realtà lavorativa, a partire dalla micro imprese. Passi in avanti determinante per un rafforzamento della prevenzione sul lavoro”.