La salute come bene comune da tutelare. Professor Trignani: “La pandemia abbatte muri”

Il documento congiunto della Commissione Vaticana Covid-19 e della Pontificia Accademia per la Vita evidenzia come sia una responsabilità morale accettare il vaccino non solo per la salute individuale ma anche per quella pubblica. Intervista al neurochirurgo Roberto Trignani, direttore del reparto di neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Ancona

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Il bene comune della salute alla prova della pandemia. Il documento congiunto della Commissione vaticana Covid-19 e della Pontificia Accademia per la Vita evidenzia come sia una responsabilità morale accettare il vaccino. “Non solo per la salute individuale. Ma anche per quella pubblica”, osserva a Interris.it l’insigne neurochirurgo Roberto Trignani.Trignani

Professor Trignani: “Rispondere al bisogno di salute”

Il direttore del reparto di neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Ancona, Roberto Trignani, è quotidianamente impegnato in prima linea per “rendere sempre più efficace il collegamento tra ricerca scientifica e attività clinica”. Il professor Trignani afferma a Interris.it che “la sanità pubblica deve rispondere al bisogno di salute della maggior parte della popolazione”. E’ uno dei più affermati luminari della neurochirurgia italiana. Dei suoi interventi straordinari chirurgici d’ avanguardia in “awake surgery” hanno parlato i mass media di tutto il mondo.Trignani Professor Trignani, in che modo la comunità scientifica di cui lei fa parte può contribuire a far maturare questa consapevolezza nella popolazione? 

“La comunità scientifica ha un ruolo fondamentale. E allo stesso tempo delicatissimo. Nel far comprendere l’efficacia individuale e collettiva del vaccino. La salute è l’argomento che più di qualunque altro tocca la sensibilità. E le emozioni delle persone. La comunicazione da parte di un rappresentante del mondo scientifico riguardo un qualunque rimedio terapeutico deve trasmettere il rigore. E i criteri di sicurezza che hanno guidato il procedimento di realizzazione di quel rimedio. Ma allo stesso tempo avere la forza di rompere quella coltre di diffidenza con cui lo stesso in genere viene accolto. La diffidenza nasce dal non sapere, dall’incertezza. Una buona comunicazione deve risolvere ragionevolmente i dubbi. Razionalizzare le paure. E restituire serenità”.TrignaniPuò farci un esempio?

“E’ un po’ quello che vivo quotidianamente come chirurgo. Quando devo proporre ad un paziente una procedura chirurgica. La comunicazione tecnica e fredda dei rischi e benefici di un intervento non risolve l’apprensione del paziente. Che all’improvviso si trova catapultato in un contesto completamente nuovo. In questo clima il consenso informato diventa un contratto che regola il rapporto tra i due interlocutori. Al contrario una comunicazione efficace prima di tutto ascolta. E si impregna delle perplessità di chi deve ricevere l’atto terapeutico Le analizza. E le ‘disseziona’ una per una. Per dissolverle e presentare in una nuova luce l’atto stesso. Così il consenso informato diventa un atto formale. Che va quasi a dare fastidio a quell’alleanza virtuosa medico-paziente che si è stabilita”.trignaniVale anche per il vaccino?

“Per tornare al vaccino, la comunità scientifica nella comunicazione deve mediare molte delle sfumature. Che nel piccolo si realizzano nel rapporto medico-paziente. E cioè presentarsi forte e rigoroso. Illustrare i grandi benefici. E i rischi trascurabili della vaccinazione. E allo stesso tempo gli scenari di un’eventuale mancata estesa vaccinazione”. TrignaniA chi spetta questo compito?

“Ogni rappresentante della comunità scientifica ha un ruolo delicato e fondamentale in questo contesto. La sua azione deve svolgersi non solo in contesti istituzionali. Ma anche in quelli in cui si realizza buona parte della trasmissione di informazioni. Come i social e gli ambienti di vita reale quotidiana. La somma dell’efficacia di ogni singola comunicazione fa l’efficacia della comunicazione globale”. TrignaniPapa Francesco ha sottolineato che i vaccini sono stati sviluppati come un bene pubblico e devono essere forniti a tutti in modo giusto ed equo, dando priorità a coloro che ne hanno più bisogno. C’è il rischio che la distribuzione dei vaccini su scala planetaria penalizzi i paesi più poveri e come si può ovviare a ciò?

“La salute è un bene comune che non dovrebbe riconoscere per il suo mantenimento dinamiche economiche-finanziarie. Quando l’etica ed i valori morali diventano gli strumenti di valutazione e di azione l’equità è preservata. La pandemia rappresenta un test planetario di quanto l’etica guidi l’azione della politica dei nostri paesi. L’azione comunitaria di approvvigionamento di vaccini equamente distribuiti tra i vari paesi europei è un primo passo in questa direzione. Pur con qualche spiacevole deviazione”.TrignaniA cosa si riferisce?

“La vaccinazione avrà la sua efficacia nel controllo della pandemia solo se raggiungerà secondo gli esperti almeno il 70% della popolazione mondiale. Questo obiettivo contribuirà a motivare l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) a pianificare una distribuzione del vaccino nei paesi meno industrializzati e più difficili da raggiungere”.    Papa Francesco Il Pontefice ha esortato i leader mondiali a resistere alla tentazione di aderire ad un “nazionalismo vaccinale” e gli Stati nazionali e le imprese a cooperare- e a non competere- tra di loro.  Sta avvenendo?

“In tempi di nazionalismi e di sollevamento di muri, torna attuale il messaggio forte del Papa in cui esortava a costruire ponti piuttosto che muri. Il paradosso è che il Covid-19, portatore di morte e sofferenza, si sta manifestando come uno sprone alla costruzione di ponti. Alla ricerca di soluzioni condivise. La ripresa della cooperazione tra Stati e il sentimento di appartenenza ad un’unica comunità di uomini senza distinzioni e barriere, saranno forse un’eredità virtuosa che ci lascerà il Covid-19”.   Giustizia, solidarietà e inclusione sono i principali criteri seguiti nella lotta alla pandemia?

“La forza di una pandemia che ha colpito trasversalmente tutti gli esseri umani senza distinzioni di sesso, patrimoni, appartenenze è stata quella di aver costretto e spero educato le nostre istituzioni. A rispettare criteri di giustizia, solidarietà e inclusione. La visibilità delle loro azioni e la prevalenza degli effetti della pandemia sui settori più fragili della società hanno in qualche modo costruito binari virtuosi. Sui quali si stanno muovendo i decisori nella lotta alla pandemia”.ScienzaLa straordinaria disponibilità di mezzi economici quanto agevola in questa fase la ricerca scientifica?

“La forza straordinaria della scienza è stata documentata in questi tempi dalla rapidità con cui sono stati prodotti e commercializzati i vaccini. Tutti gli esperti sono concordi che grazie alle enormi conoscenze e tecnologie acquisite e le massive risorse finanziarie utilizzate è stato possibile realizzare un vaccino anti-Covid in meno di 1 anno. Quando in genere sono necessari almeno 4-5 anni”.