“Il Papa insegna che la Chiesa è donna”

Intervista di Interris.it a Rita Pinci, direttore del supplemento femminile del quotidiano vaticano L'Osservatore Romano

“Raccontiamo le donne della Chiesa e ne riportiamo il pensiero e i problemi,  le difficoltà, ma parliamo e facciamo parlare anche le donne di altre religioni”, spiega a Interris.it la coordinatrice di “Donne Chiesa Mondo”, l’inserto femminile dell’Osservatore Romano che è il laboratorio culturale della Chiesa in dialogo con l’altra metà del cielo. Giornalista, laureata in Sociologia, Rita Pinci ha iniziato come corrispondente de Il Messaggero, dove ha lavorato per oltre venti anni. Ne è stata caporedattore centrale e successivamente vicedirettore, prima donna italiana a rivestire questi ruoli in un grande quotidiano nazionale d’informazione. In seguito, è stata vicedirettore del portale web di Rcs-Hdp, ha diretto il magazine Specchio de La Stampa, è stata vicedirettore dei settimanali Panorama e Chi. Ha lavorato all’Huffington Post Italia e ha collaborato come autore alla trasmissione In mezz’ora, in onda la domenica su Rai 3. Lavora per Tv2000, l’emittente dei vescovi italiani.

 

Papa Francesco ha richiamato più volte la centralità del genio femminile. Donne Chiesa Mondo, il mensile da lei curato e allegato all’Osservatore Romano, in che modo trae ispirazione dall’attenzione del Pontefice?

“A gennaio abbiamo dedicato il primo numero del 2020 di Donne Chiesa Mondo al rapporto di Papa Francesco con il mondo femminile e lo abbiamo titolato semplicemente  “Le donne e Papa Francesco”. Contiene interventi di donne – laiche e consacrate – che dicono in piena libertà ciò che pensano del Pontefice in rapporto alla questione femminile nella Chiesa. Una questione su cui il Papa  è intervenuto più volte, sottolineando che non si può immaginare una Chiesa in cui le donne siano escluse. Francesco ha detto che la  “la Chiesa è donna, la Chiesa non è maschio, non è ‘il’ Chiesa. Noi chierici siamo maschi, ma noi non siamo la Chiesa”.

Come rende testimonianza al lavoro prezioso svolto dalle donne nella Chiesa?

“Io non sono una teologa e non sono una vaticanista. Sono una giornalista che ha lavorato per tanti anni nei giornali italiani, accumulando una certa esperienza. Sono credente. Da un anno coordino il Comitato di direzione di Donne Chiesa Mondo composto da donne di diverse fedi, culture, nazionalità e tradizioni.  Abbiamo valori che ci ispirano, su questi ci confrontiamo e ci ritroviamo. Siamo un piccolo laboratorio di rispetto, confronto, approfondimento dei problemi degli altri. Raccontiamo le donne della Chiesa e ne riportiamo il pensiero e i problemi,  le difficoltà,  ma parliamo e facciamo parlare anche le donne di altre religioni”.

Quale linea seguite?

“Ci sforziamo di raccontare con competenza, onestà, correttezza quello che è accaduto e che accade; proviamo a riflettere e a interrogarci  su quello che può accadere.  Esprimiamo il nostro punto di vista sulla questione femminile nella Chiesa. Non abbiamo pregiudizi, facciamo parlare tutte e tutti. Non c’è un tema che escludiamo. E non escludiamo nessuna forma narrativa. Facciamo interviste, reportage, inchieste: quello che serve ed è più utile per raccontare meglio, anche secondo le nostre corde. Pubblichiamo piccoli saggi, opinioni, tribune aperte. Il nostro intento è essere un luogo di racconto e  confronto; una piazza in cui le donne, e gli uomini, possano dibattere, dire la loro”.

Anche gli uomini?

“Sì, su Donne Chiesa Mondo scrivono e dicono la loro anche gli uomini. Nel ruolo di intervistatori e di intervistati. Si cammina insieme, almeno ci proviamo. Abbiamo una rubrica che si chiama “L’altra metà” : e l’altra metà del cielo in questo caso è la parte maschile”.

Domani è la giornata della donna, come va raccontata la vita delle donne nella Chiesa?

“Va raccontata per quella che è, e con serietà. Senza lasciare territori inesplorati, ma senza rincorrere sensazionalismi. Nel nostro ultimo numero abbiamo affrontato il tema del Potere femminile all’interno della Chiesa titolando “Qualcosa sta cambiando”.  Ed è così. Per la prima volta una donna è stata nominata sottosegretario in Segreteria di Stato, ed è cosa importante, buona e bella. Se parliamo in termini di parità e di riconoscimento del ruolo, delle capacità e delle competenze della donna, personalmente ritengo che molto ci sia da fare, ma i processi sono avviati”.