Io posseduta dal maligno, vi racconto la mia sofferenza in tempo di Covid

Ormai sono quasi due mesi che non si parla d’altro che di coronavirus. Giusto, anzi giustissimo visto tutti i problemi che sta causando, i defunti, gli ospedali al collasso, tutta la povera gente che ha perso il lavoro e tutto il resto che tutti ormai sappiamo e conosciamo bene. Sembra la scena di un film dell’horror. In tutto questo c’è un gruppo di persone di cui tutti si sono dimenticati, forse perché per la maggior parte della popolazione queste persone non esistono: i posseduti dal maligno. Ma chi sono mai questi posseduti?

Sono persone normalissime, che apparentemente conducono una vita come tanti, ma…la loro vita a volte è un inferno. Io sono una di loro. Vivo alternando giorni sereni a giorni orrendi, infernali, con dolori lancinanti soprattutto alla testa, allo stomaco, alle ossa e anche prendendo massicce dosi di farmaci non passa, gli unici farmaci per me sono Gesù Eucaristia, le Benedizioni del Sacerdote, la confessione la preghiera e la preghiera straordinaria dell’esorcismo almeno una volta al mese.

Questo vuol dire che io da due mesi sono senza farmaci…eh già ultimo esorcismo ricevuto il quattro febbraio, il prossimo: data da destinarsi. Eh già il mio esorcista è fuori regione, cosa scrivo sull’autocertificazione? Mi arresterebbero. Chi crede ancora in queste cose? Non sono cose del medioevo? Tutti si lamentano che non possono lavorare, io sono ormai quasi sei anni che ho dovuto smettere di lavorare, tutti pretendono, io non posso pretendere nulla da nessuno…non immaginate neanche come possa essere umiliante e difficile chiedere aiuto all’esorcista o al Sacerdote della mia Parrocchia quando sto male, figuriamoci in questo periodo.

Le mura di casa sono diventate la prigione dorata con continue visite del maligno. Mi sento sola, mi manca l’aria, io non posso neanche telefonare all’amica e raccontarle cosa provo, scapperebbe, si, i posseduti non possono concedersi il lusso di parlare liberamente con chiunque. Avrei voglia di urlare tutto il marcio che ogni giorno mi divora dentro, vorrei piangere, ma anche le lacrime per me sono un lusso, esce fuori solo rabbia che scarico addosso ai miei figli e mio marito. Nei momenti con più lucidità ho imparato ad offrire al Signore la mia sofferenza. Per me ogni gesto, ogni Eucarestia ricevuta, ogni Benedizione, ogni volta che il Sacerdote lascia sfogarmi, ogni Esorcismo, sono grazie che il Signore mi dona. Sono una persona come tante, per tanti sono una pazza, ma per molti sono invisibile.