Inclusione circolare e autismo, quale futuro ci attende

In Terris ha intervistato Giovanni Balzamo e Emanuela Nussio in merito al progetto Sondrio Autism Friendly

Il progetto Sondrio Autism Friendly è nato in provincia di Sondrio grazie alla locale sezione di Anffas e a Fuori dalle Bolle – Gruppo Genitori Autismi in Valtellina con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei minori con disabilità intellettiva attraverso l’incremento dell’autonomia nel proprio contesto territoriale. A tal fine si ritiene utile la formazione delle persone che ricoprono ruoli a contatto con il pubblico, quali ad esempio commercianti, autisti dei mezzi pubblici, personale dei servizi pubblici, forze dell’ordine e del soccorso, con l’obiettivo di far comprendere le giuste modalità di accoglienza della persona con difficoltà relazionali soprattutto in determinate situazioni. In Terris ha intervistato su questo tema Emanuela Nussio e Giovanni Balzamo, ideatori e fautori di questo progetto.

L’intervista

In che cosa consiste il progetto Sondrio Autism Friendly?

“Questo progetto nasce con l’obiettivo di educare i bambini e ragazzi con autismo alla circolazione autonoma nel contesto urbano del proprio territorio. Occorre quindi che il territorio sia pronto ad accoglierli, attraverso la sensibilizzazione e la conoscenza di questo complicato disturbo del neuro-sviluppo che ha mille sfaccettature”.

Cosa si intende con il concetto di inclusione circolare?

“Si intende autonomia. La possibilità per un ragazzo con autismo di poter entrare da solo in un negozio, in una biblioteca, su un mezzo pubblico, in un ufficio pubblico e trovare delle persone che sanno quali caratteristiche ha un soggetto con autismo, che sanno come interagire, che accolgano nel migliore dei modi questa persona. Ma non solo. Se in un negozio entra una mamma con un bambino autistico, il personale deve capire che quella cosa che sembra un capriccio a volte è un momento di grande difficoltà per il bambino e quindi anche per la mamma.  Aiutare i genitori a non sentirsi in colpa o a disagio o additati come genitori permissivi, sarebbe un grande traguardo. Tutto questo si può ottenere con la formazione e l’informazione alle categorie coinvolte nel progetto”.

Quali saranno le fasi operative di questo progetto?

“Saranno distribuite ai bambini e ragazzi con autismo delle schede realizzate con un particolare software che trasforma in disegni le parole. Con questo linguaggio “facile da leggere” i ragazzi potranno apprendere come comportarsi in determinati luoghi e situazioni.  Sono stati inoltre realizzati dei badge che i ragazzi potranno mostrare ai negozianti durante le loro uscite autonome. Le categorie coinvolte commercianti e operatori dei vari settori, ricevono del materiale informativo da consegnare alla propria clientela, degli adesivi da apporre sulle vetrine con il logo e delle spille che richiamano il progetto”.

Quali auspici nutrite per il futuro in materia di inclusione?

“Un genitore con un figlio disabile ha ovviamente una grossa preoccupazione per il futuro, soprattutto quando non sarà più in grado di accudirlo e proteggerlo. Sapere che la città in cui vive è un luogo accogliente, “friendly” nei confronti delle persone con autismo, è sicuramente un sollievo per i genitori. La diffusione sul territorio di ambienti inclusivi e accoglienti che rispondano in modo adeguato alle necessità di un disabile intellettivo, vuol dire grande civiltà, cultura, benessere, educazione per tutta la comunità”.