Il turismo che vorrei: ecosostenibile e inclusivo

Nella difficile fase di convivenza con il coronavirus, ripensare il turismo in un'ottica diversa, sulla scia dell'insegnamento fornito dalla Laudato Si di Papa Francesco

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Il turismo genera un incremento notevole del PIL sul sistema economico italiano, a titolo esemplificativo si pensi che lo stesso – nell’anno 2019 – ha generato 232 miliardi di euro corrispondenti al 13% del PIL con un incidenza media di 50 milioni di turisti stranieri l’anno, il 60% dei quali concentrato nella stagione estiva.

Il “turismo lento”

Compiuta questa premessa statistica è importante rilevare che, durante questa fase di convivenza con il virus denominato Covid-19, al fine di contenere il rischio di contagio e nel contempo preservare il diritto alla vacanza, è fondamentale che i turisti italiani e stranieri riscoprano il valore del cosiddetto turismo lento e sostenibile. Ossia di quello che viene definito dalla Internazional Ecoturism Society come “un viaggio responsabile nelle aree naturali che preserva l’ambiente e migliora il benessere delle popolazioni locali”.

Strategie per la mobilità sostenibile

Tanto premesso, è utile sottolineare che, in questo difficile periodo, il turismo attivo e sostenibile deve essere supportato ed incentivato dalle istituzioni preposte con l’obiettivo di incentivare la scoperta dei luoghi non antropizzati quali ad esempio le campagne, le riserve naturali montane e marittime ed i piccoli borghi, ciò consentirebbe di ridurre notevolmente le occasioni di assembramento che potrebbero favorire l’insorgere di nuovi focolai da Covid-19 e, nel contempo, favorirebbe la cosiddetta mobilità sostenibile attraverso l’incremento degli itinerari pedonali e ciclabili favorendo nel contempo l’educazione al rispetto dell’ambiente e la valorizzazione dell’economia sociale e solidale.

Turismo inclusivo

In seconda istanza, oltreché sostenibile, il turismo deve essere inclusivo, ossia un turismo attento ai bisogni di tutti, con questo si intende la capacità di saper rispondere ai bisogni di tutti ed in special modo alle esigenze delle persone con disabilità e fragilità incentivando la capacità di risposta ad una domanda di turismo di qualità migliore che richiede un incremento della qualità dello stesso in termini di accoglienza, accessibilità, dialogo, conoscenze tecniche ma anche e soprattutto maggiore empatia.

Ecologia integrale

In conclusione, alla luce di quanto precedentemente descritto e considerata la difficile fase di convivenza con il virus denominato Covid-19, è imperativo che il turismo – ma in particolare il rapporto con la natura – sia improntato al massimo rispetto per l’ecosistema in ossequio a quanto Papa Francesco esemplificava con lungimiranza nell’enciclica Laudato Si del 2015: “L’ecologia integrale divenga, dunque, un nuovo paradigma di giustizia, perché l’uomo è connesso alla natura ed essa non è una “mera cornice” della nostra vita”.