Il Coronavirus non ferma la solidarietà

Chiara per i Bambini del Mondo continua a portare sostegno ai senza tetto

L’emergenza Coronavirus sta facendo venir meno la solidarietà? Certamente questa è messa a repentaglio. Ma rimangono delle persone che della carità fanno la cifra della loro esistenza, donata interamente al prossimo senza mai chiedere nulla in cambio. É il caso di Luciano Biazzetti, fondatore e presidente dell’Associazione Onlus Chiara per i Bambini del Mondo che, ogni lunedì e mercoledì coadiuvato da una squadra di volontari, porta sostegno ai senzatetto della Stazione di Roma Termini.

 

Luciano di cosa si occupa la sua associazione?
“L’associazione si muove a 360 gradi, tutto quello che il volontariato può fare. Nell’atto fondativo dell’associazione c’è il dare l’opportunità agli altri di fare. Questo è molto importante perchè da soli si fa, ma quando si cerca di far fare anche agli altri, vale di più. Noi ci ritroviamo più volte durante la settimana, qualsiasi siano le condizioni metereologiche, per dare una mano ai senzatetto, ai più bisognosi. Portiamo loro delle coperte, dei vestiti e del cibo, scambiamo qualche chiacchiera e ci facciamo due risate insieme.”

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Perché ha deciso di dedicare il suo tempo agli ultimi?
“Noi diamo delle risposte, attraverso degli incontri nelle scuole, anche ai ragazzi. E molti ci domandano: ‘perché fate volontariato?’. Noi, allora, rispondiamo che il volontario non è un eroe ma una semplice persona che dona con amore una piccola parte del proprio tempo a chi ha bisogno. Mi è capitato anche, negli ultimi giorni, che un ragazzo della scuola elementare mi abbia chiesto: ‘ma chi te lo fa fare?’, la risposta è stata semplice: ogni persona quando vede che qualcosa non va bene, invece di cominciare ad individuare un eventuale colpevole, dovrebbe pensare cosa può fare lui verso quella cosa, come migliorarla.”

Come si svolgono le attività dell’associazione in queste ore di emergenza Coronavirus?
“L’impatto iniziale è stato qualche settimana fa, quando si è cominciato a parlare dei primi contagi. Ci ha colpito il fatto che i senzatetto ci chiedessero delle mascherine, ma noi non le portavamo. Loro pensavano che solo tramite le mascherine ci si poteva in qualche modo salvare, ma noi abbiamo spiegato loro a cosa servono e come si trasmette il virus. Lunedì’ siamo andati in piena emergenza contagio. E anche noi volontari eravamo un po’ preoccupati. Ma lo abbiamo fatto comunque, anche se in un modo diverso. Se prima eravamo itineranti ed andavamo anche in Via Giolitti o Via Marsala, ora abbiamo dovuto tenere conto delle nuove regole di comportamento, evitando quindi di creare degli assembramenti, problematici sia per i volontari sia per i senzatetto. Allora abbiamo fatto degli scatoloni e ci abbiamo scritto sopra il contenuto, una volta arrivati abbiamo fatto allontanare tutti per posizionare il materiale e le derrate alimentari. Piano piano si sono avvicinati, anche se non sempre uno alla volta”.

Cosa l’ha colpita di più?
“Una persona si voleva avvicinare e gli ho intimato di stare a distanza, lui ci è rimasto male. Quindi mi sono scusato e, con modi gentili, gli ho spiegato che ero io che avrei potuto attaccargli il virus. Perciò, in qualche modo, l’ho recuperato… si era sentito offeso.”

In che condizioni sono i senzatetto?
“Roma in questi giorni è surreale, tutto deserto. Il problema di questi periodi, come anche per motivi diversi ferragosto, è che la solidarietà diminuisce, le persone partecipano di meno.”

Perché avete deciso di consegnare un libro delle associazioni a Papa Francesco?
“Il libro è stato il regalo che il Comune di Albano Laziale ha donato al Santo Padre. Un libro la cui redazione è stata coordinata da me e che ha messo insieme l’esperienza vissuta di 12 associazioni del territorio attraverso dei racconti. Chiara per i Bambini del Mondo ha riportato la sua avventura in Africa ma anche a Roma Termini attraverso la storia di una giovane ragazza che come volontari abbiamo riportato a casa e lontano dalla dipendenza della droga”.