Il civraxiu come simbolo di comunità

Il racconto di un centro residenziale sardo che cerca di ripartire per ritrovarsi dopo il lockdown

La quarantena sembrava aver rotto i legami e le relazioni, ma in realtà mai come ora c’è sempre più bisogno di sentirsi comunità ed ecco come da Poggio dei Pini, comune di Capoterra, in provincia di Cagliari, arriva un gesto di solidarietà semplice ed immediato per ritrovarsi. La cooperativa di Poggio dei Pini, nella persona dei suoi amministratori ed in particolare di Sergio Arizio, amministratore delegato della cooperativa, in questi giorni sta distribuendo a tutti i 2500 abitanti del posto, l’antico e tradizionale pane sardo, il civraxiu. Non solo un gesto solidale nei confronti di quelle famiglie che hanno tanto risentito di questo periodo di lockdown, ma anche un modo per aiutare a far ripartire la gastronomia locale e soprattutto un gesto per tornare ad essere paese e famiglia.

La storia della cooperativa

Poggio dei Pini è una lottizzazione alle pendici dei monti di Capoterra che ancora oggi costituisce un esempio insuperato di città-giardino. Essa è il risultato concreto del sogno romantico e dell’ambizioso progetto di tre ventenni che, negli anni sessanta, andarono alla ricerca di un luogo che fosse al contempo vicino alla città, ma immerso nella natura, nel quale costruire un borgo che offrisse la migliore qualità della vita in termini di servizi e di verde. Oggi Poggio dei Pini conta 2500 residenti, su una superficie di oltre 500 ettari, per la gran parte ricoperta da boschi e pinete; i lotti residenziali sono circa 800, mediamente estesi 1200 mq, con bassi indici di edificabilità e una buona qualità architettonica degli edifici, grazie anche ad un regolamento edilizio interno che cerca di tutelare al massimo il paesaggio e la natura comunitaria dell’abitare privato.

Il significato del pane

“Non ci sono altre parole per descrivere la gioia che ha divampato nelle nostre case dopo la bellissima iniziativa de ‘La Terrazza’ pizzeria supportata dalla Società Cooperativa Poggio dei Pini e dal Grusap (Protezione Civile di Poggio dei Pini). Regalare il pane è il gesto più bello che si possa fare. Mia nonna lo dice sempre – si emoziona (ndr) -. Anche la comunità di Poggio in questi giorni ha reagito esattamente così” con queste parole Arizio racconta l’esperienza che sta vivendo in questi giorni. “Si sta rivelando davvero emozionante distribuire casa per casa gli oltre 700 civraxiu preparati dalla famiglia Loddo e assistere allo stupore, alla commozione e alla gratitudine delle persone che, sebbene non ci possano accogliere fisicamente, lo stanno facendo con il cuore, rimanendo nei loro giardini e facendoci sentire il loro affetto tramite i tanti messaggi di ringraziamento. Questo non è solo un gesto simbolico, uno come altri – conclude l’amministratore -, perché proprio il pane, nella sua semplicità, è un dono denso di significato. Poggio dei Pini ha bisogno di sentirsi unita, e non potendolo fare in altro modo, lo fa così: donando e ricevendo, come una famiglia riunita intorno ad una tavola imbandita”.

Per i più golosi, in allegato la ricetta del pane

Ingredienti

  • Semola – rimacinata di grano duro, 1 kg
  • Lievito madre – oppure lievito di birra, 50 g
  • Sale – 20 g

Preparazione

Stemperate in una terrina su framentu con poca acqua tiepida. Impastatelo con cinque cucchiai di farina e lasciatelo a riposo per almeno dodici ore. Spezzettate l’impasto preparato con il lievito madre e impastatelo con la restante farina, aggiungendo a poco a poco acqua tiepida salata. Lavorate con cura usando i pugni finché otterrete un composto morbido ed elastico. date all’impasto la forma di una palla e copritelo con un panno. Lasciate lievitare almeno due ore. Fate la prova con un dito: applicate un po di pressione con un dito, se ritorna alla forma originaria è pronta. Dividete l’impasto in pezzi di circa mezzo chilo ciascuno e modellateli a palla, insemolateli leggermente in superficie e cuoceteli in forno preriscaldato a 220/250°, oppure in forno a legna molto caldo, almeno 30 minuti o fino a che non raggiungeranno un bel colorito dorato.