Gli effetti socio-sanitari della crescita esponenziale dei contagi

Analisi statistica della curva dei contagi e valutazione delle consuenze sul sistema socio-sanitario, Intervista a Interris.it dell'ingegner Luca Franco Cardinali

“L’attuale curva dei contagi purtroppo sta avendo un andamento esponenziale. Se ne deduce quindi che il virus si sta diffondendo molto velocemente. Certamente più velocemente di quanto si sta cercando di isolare i vari focolai in essere“, spiega a Interris.it l’ingegner Luca Franco Cardinali che di andamenti statistici si occupa da 25 anni per multinazionali dell’industria.

L’andamento dei contagi

Per la gestione della Fase 2 della pandemia in Italia è stato attivato uno specifico sistema di monitoraggio. Disciplinato dal decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2020, sui dati epidemiologici e sulla capacità di risposta dei servizi sanitari regionali. Il monitoraggio è elaborato dalla cabina di regia costituita da ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Regioni.In termini statistici cosa ci dice la curva attuale dei contagi se rapportata al numero dei tamponi effettuati?

“Rispetto al numero assoluto di contagi giornalieri (da una settimana si sono superati i 20.000 casi al giorno) c’è un dato molto più significativo. Ed è la percentuale fra nuovi contagiati e tamponi che sta rasentando se non superando in alcune regioni numeri a doppie cifre”.

Foto © David W. Cerny per Reuters

Come è cambiato statisticamente da luglio ad oggi l’andamento dei nuovi casi?

“La curva dei contagi è passata dall’essere piatta (cioè con un indice Rt sotto allo 0,5) ad essere esponenziale con Rt stabilmente e diffusamente sopra 1,5. Il rischio è che fra poco non si sarà più in grado di tracciare le varie catene dei contagi”.Perché?

“Ad inizio pandemia il numero di tamponi che si era in grado di effettuare era a mala pena attorno a quota 20mila. Ora il limite fra tamponi fatti e processati è salito a quasi 200mila. Ma non basta. Si è anche ridotto a 10 giorni il periodo di quarantena. E si è limitato da due a uno i tamponi negativi prima di essere dichiarati guariti dal virus. Ma evidentemente neanche questo è sufficiente a frenare la corsa del Covid”.Cosa bisognerebbe fare tecnicamente per rendere efficace il tracciamento?

“Tecnicamente bisognerebbe aumentare il numero di tamponi processabili. Attingendo risorse da ogni dove, fra pubblico e privato. Recuperando anche risorse dai fondi europei senza indugiare oltre. E’ adesso che servono risorse. Fra qualche settimana rischia di essere troppo tardi. Le risorse non saranno più necessarie perché il processo esponenziale della curva oramai è prevedibile. E appare inarrestabile se non con un lockdown generalizzato come a marzo e ad aprile scorsi”.Il fisico Alessandro Vespignani dice che va rafforzata la app Immuni per render effettivo il tracciamento dei casi. In che modo si può potenziare Immuni?

“Il tracciamento con la app Immuni sarà efficace solo se sarà reso obbligatoria. E lo si può fare semplicemente tramite aggiornamenti sofware che oramai quasi tutti i telefoni smartphone hanno. E soprattutto se poi si sarà in grado di aumentare e processare nuovi tamponi. Né l’una né l’altra soluzione da sole possono funzionare. Servono tassativamente entrambe. Inoltre bisogna diminuire la tempistica di risposta per un tampone. E anche in questo caso il discorso torna sulle risorse a disposizione”.Cosa indicano le dinamiche statistiche sui ricoveri in terapie intensive?

“Le dinamiche statistiche sui ricoveri in terapie intensive ci dicono che, da un lato il tasso di mortalità sta diminuendo. Grazie ad una ampia fascia di farmaci per le cure che si stanno testando. Ma dall’altro, in termini assoluti, i decessi stanno aumentando. E ciò perché i ricoveri salgono”.Cosa occorre fare?

“Bisogna evitare che si saturino non solo i reparti di terapia intensiva. Ma anche quelli di terapia sub-intensiva. La saturazione di questi reparti certamente porterebbe al collasso di tutto il sistema socio-sanitario. Con il rischio che si adoperino protocolli umanamente deprecabili. E si finisca per indirizzarsi verso opzioni eticamente inaccettabili. Come la scelta di chi curare in base alla probabilità di salvezza e di speranza di vita. Un orientamento purtroppo già adottato in paesi come la Svizzera”.