“Funamboli in Equilibrio”, la rete che aiuta i giovani in difficoltà

L'intervista di Interris.it a Stefania Del Giorgio, referente e coordinatrice del progetto "Funamboli in Equilibrio"

Un gruppo di adolescenti (© Hasbi Saniskoro da Pexels)

In Italia, il numero dei giovani con diverse fragilità, soprattutto dopo la pandemia da Covid – 19, è in progressivo aumento e, secondo le ultime rilevazioni in merito, i cosiddetti Neet, ovvero i giovani che non lavorano e non studiano, rappresentano il 25,1% della popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni, ovvero tre milioni di giovani. Tale fenomeno sta lambendo anche le piccole realtà, come la provincia di Sondrio in Lombardia, nel quale vengono attuate diverse progettualità a scopo preventivo.

L’opera dell’Associazione Comunità “Il Gabbiano”

L’Associazione Comunità “Il Gabbiano” nasce nel 1983, in provincia di Sondrio, con l’obiettivo di sostenere le persone in condizioni di fragilità e solitudine, accompagnandole in percorsi individualizzati di responsabilizzazione, riscatto personale e cittadinanza, nel rispetto dell’individualità irripetibile di ognuno. Nel corso degli anni, questa realtà, si è specializzata anche nel sostegno a bambini e adolescenti in difficoltà, da qui è nato il progetto denominato “Funamboli in Equilibrio”. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione, ha intervistato la referente Stefania Del Giorgio.

La conferenza stampa di presentazione del progetto (© Anna Boscacci)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Funamboli in Equilibrio”?

“Il progetto ‘Funamboli in Equilibrio’ è stato finanziato da Fondazione Cariplo, nella prima edizione del bando ‘Attentamente’, è partito a gennaio 2023 ed avrà una durata di due anni, terminando a dicembre 2024. La fondazione sta puntando molto sul sostegno ai ragazzi e alle loro famiglie e nell’affrontare il malessere emotivo e psicologico favorendo progetti di ricomposizione sul territorio, capaci di connettere diverse competenze e diversi soggetti attorno al problema. Tale problematica si è acutizzata con la pandemia ma era presente anche precedentemente. Il progetto ‘Funamboli in Equilibrio’ vede la partecipazione dell’Associazione Comunità “Il Gabbiano” Odv, in qualità di ente capofila, in partenariato a Sol.co – Consorzio di cooperative sociali della provincia di Sondrio, Grandangolo cooperativa sociale di Morbegno e Forme Impresa sociale di Sondrio in qualità di partner. Il progetto è rivolto ai ragazzi e alle ragazze dagli 11 ai 21 anni nonché alle famiglie e agirà sul territorio della provincia di Sondrio e nell’Alto Lario. La finalità è quella di offrire ai ragazzi coinvolti un’opportunità di ascolto e racconto di sé, con l’obiettivo di costruire degli interventi individualizzati, rivolgendosi non solo ai ragazzi, ma anche al mondo adulto, ossia ai genitori, agli insegnanti e alla comunità dove i ragazzi sono presenti.”

Quali azioni svilupperà il progetto? Che auspici avete per il suo sviluppo?

“Il progetto vuole rafforzare l’intercettazione precoce del disagio giovanile attraverso dei percorsi psicologici, sociali ed educativi mediante la costruzione di opportunità di socializzazione e di affermazione del sé. Nel periodo dell’adolescenza, in genere, una serie di certezze vanno un po’ in crisi e i ragazzi hanno necessità di affermare alcune parti di sé attraverso la maturazione delle loro competenze. È molto importante riuscire a lavorare con i ragazzi, sulla base delle loro richieste, dei loro bisogni, delle loro competenze e del loro contesto di provenienza. Inoltre, auspichiamo di mettere in campo anche una serie di interventi sugli adulti e sulle diverse figure di riferimento nel contesto dove i ragazzi vivono, ciò è molto importante per non vanificare gli sforzi fatti. Si intende realizzare una presa in carico integrata, a livello globale, per coordinare le azioni sul territorio. Vogliamo valorizzare le risorse e le conoscenze in quest’ambito di ogni singolo ente nel partenariato, ciò è fonte di ricchezza e, in occasione dell’arrivo delle prime segnalazioni, ci permette di capire chi tra di noi è quello maggiormente competente per dare una mano nel caso di determinate problematiche. Tra le nostre finalità c’è appunto la creazione di equipe multidisciplinari composte da psicologi, educatori e assistenti sociali. Gli stessi cercheranno di rispondere in modo tempestivo alle richieste provenienti dalle famiglie, dai ragazzi, dalla scuola e dal territorio e con loro verranno costruiti percorsi psico-educativi personalizzati, trovando delle persone di riferimento nel contesto di provenienza, lavorando a stretto contatto con i servizi e con le agenzie educative formali e informali. A tal proposito, il progetto, intende attivare la comunità in tutte le sue forme, per fare in modo che i giovani possano diventare protagonisti attivi del loro futuro e di quello delle comunità stesse”.