Freddo killer: la tragedia di Paul e l’urgenza nazionale dell’accoglienza notturna dei clochard

Morire di freddo in strada: la necessità di incrementare e migliorare l'offerta di servizi per le persone più fragili e a rischio

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Ucciso dal freddo killer in un giorno d’inferno senza un tetto sulla testa. A Torino Paul è morto su una panchina come è vissuto: da invisibile. “Un fatto triste e che desta forte preoccupazione per la sorte di chi, proprio in questi giorni particolarmente freddi, trascorre la notte all’addiaccio“, afferma l’assessore alle Politiche sociali della città di Torino. Jacopo Rosatelli esprime “profondo dolore per la morte in strada del signor Paul“. Questo, aggiunge Rosatelli, “ci spinge a raddoppiare gli sforzi per incrementare e migliorare l’offerta di servizi per le persone più fragili e a rischio“. Una corsa contro il tempo per scongiurare ulteriori drammi. “Nell’immediato dobbiamo convincere chi non ha un tetto e vive una condizione di estrema marginalità sociale. E’ di vitale importanza che venga accettata una sistemazione, seppur provvisoria, nei nostri centri di accoglienza notturna“, puntualizza l’assessore del capoluogo piemontese.  Clochard

Freddo killer

Paul è morto assiderato in corso Rosselli a Torino. Verso le 10 di mattina è intervenuta la polizia per gli accertamenti. Sulla base dei riscontri effettuati, il clochard dormiva su una panchina. Lì, dopo il decesso, sono stati posati dei fiori. “La persona uccisa dal freddo era conosciuta dagli operatori dei servizi sociali. Ma aveva risposto negativamente ad ogni offerta di accoglienza in strutture pubbliche o del privato sociale- aggiunge Jacopo Rosatelli-. Faremo il possibile con i nostri operatori e l’ampia rete di enti e associazioni che con noi collaborano. Nel rispetto delle libertà di scelta di ogni individuo. Affinché una tragedia del genere non accada ancora“.freddo

Segno doloroso

Sono 50.724 senza tetto in Italia secondo i dati Istat. Ma i contorni reali del fenomeno sono ancora più preoccupanti. Le rilevazioni, infatti, si basano sugli homeless che hanno utilizzato servizi di mensa o di accoglienza notturna. E quindi non tengono in considerazione una cospicua fetta di “invisibili”. Spiegano i volontari: “È povertà. È disperazione. È degrado. Ed è rischio. È il segno più doloroso di città italiane che sentono la crisi e con minori margini di sicurezza”. Un’emergenza aggravata ulteriormente dalla pandemia. Secondo un censimento comunale svolto a dicembre, solo a Roma vivono almeno 8.000 senza dimora. Ma c’è chi in Campidoglio garantisce che potrebbero essere anche il doppio. A occuparsene è il Dipartimento politiche sociali. freddo

Piano freddo

Questo inverno nella capitale è stato rafforzato il Piano freddo. Il Campidoglio ha allestito nuovi posti letto per i senza dimora. Sono circa 60. Distribuiti in I, IV, V e X Municipio. Messi a disposizione dal patrimonio di Roma Capitale. Ma le persone che vivono in strada sono 8 mila. Seicento metri quadri di immobili di proprietà di Roma Capitale vengono utilizzati per il Piano freddo. Tobia Zevi, assessore al patrimonio e alle politiche abitative, collabora con la collega Barbara Funari per affrontare l’emergenza rappresentata dal freddo killer per i senza dimora. In totale sono appunto una sessantina i posti letti scaturiti da questa messa a disposizione di sistemazioni. Distribuite nei quattro municipi individuati come più in pericolo.freddo

Edifici inutilizzati

Dal centro storico a Ostia, dunque, edifici pubblici altrimenti inutilizzati sono entrati nel circuito dell’accoglienza. Una rete di assistenza messa in piedi dal Campidoglio e dai municipi stessi. Con lo stanziamento di 600 mila euro totali distribuiti equamente tra tutti e 15 i minisindaci. “La gestione delle case di ospitalità notturna è stata affidata ai municipi- spiegano all’assessorato-. Ciò consente di poter disporre di luoghi di accoglienza per i senzatetto in cerca di un riparo nelle ore più gelide. Quando le condizioni meteorologiche mettono a rischio la loro sopravvivenza”. Precisa Zevi: “Il patrimonio immobiliare di Roma Capitale torna così a disposizione dei cittadini. Partendo dai più fragili. Il piano freddo è uno strumento necessario a intercettare uno dei bisogni primari della città. Cioè garantire un posto letto durante l’inverno ai senza fissa dimora“.freddo

Sos temperature

Alla commissione politiche sociali (presieduta dalla consigliera Nella Converti) spetta monitorare come i municipi stanno investendo i 40 mila euro toccati a ciascuno. Si tratta di progetti rivolti all’accoglienza di chi vive in strada e rischia di morire. Come successo in tre casi in un mese (l’ultimo ieri all’Eur) nella capitale. Il corpo senza vita di un clochard è stato trovato ieri dai carabinieri della Stazione Eur intervenuti dopo una segnalazione giunta al 112. Gli uomini dell’Arma sono accorsi in viale del Tintoretto, all’incrocio con via Laurentina, dove sotto il cavalcavia pedonale è stato trovato il cadavere di un cittadino romeno di 52 anni, senza fissa dimora. Tragedie come quella di Paul a Torino. Causate delle temperature rigide delle notti d’inverno. In videoconferenza la commissione capitolina ha ascoltato il report del direttore del Dipartimento politiche sociali Giovanni Serra. Da utilizzare sono circa 220 posti letto al momento a disposizione. Inclusi quelli dei municipi. Con 60 ulteriori sistemazioni riservate alle persone migranti.