Fiori di Sparta, l’inclusione che parte dalle famiglie

La sede di "Fiori di Sparta" e la presidente Elisa Frezzotti

L’inclusione delle persone con disabilità e l’aiuto ai famigliari caregiver si realizza, anche e soprattutto, attraverso l’azione quotidiana delle associazioni che riuniscono e rappresentano i diversi tipi di fragilità nella loro totalità in quanto, la conoscenza diretta delle problematiche concrete di ogni giorno, fa sì che si possano compiere le corrette azioni per dare attuazione a quanto enunciato nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

Fiori di Sparta

A Tirano, in provincia di Sondrio, da ventitré anni, l’associazione “Fiori di Sparta”, costituita da familiari caregiver di persone con disabilità, opera su diversi fronti per favorire momenti di aggregazione, garantire la tutela dei diritti e la partecipazione alla vita sociale. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato Elisa Frezzotti, presidente di “Fiori di Sparta”.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha “Fiori di Sparta”?

“Fiori di Sparta” nasce nel 1999 su iniziativa di dodici famiglie di persone con disabilità, per l’esigenza di uscire da una situazione di isolamento che veniva percepita in maniera forte, soprattutto nel periodo estivo. Ciò avveniva perché, all’epoca, le cooperative che aiutavano nella gestione dei ragazzi attraverso i centri diurni e i centri ricreativi, durante i mesi estivi, chiudevano per tre mesi, seguendo il calendario scolastico. Quindi, tale lasso di tempo, era molto impegnativo da gestire, perché tutto il carico, assistenziale e non, delle persone, ricadeva sulle famiglie. A partire dal 2015 nell’associazione, c’è stata un’integrazione, nel senso che, insieme a me, altre famiglie di giovane età, sono entrate a far parte della realtà che già esisteva e ciò ha rappresentato un grande cambiamento per l’associazione stessa. Il grande obiettivo che accomuna tutti noi è la gestione quotidiana dei nostri figli o fratelli, in special modo durante il periodo estivo, perché la difficoltà permane, soprattutto fintantoché le persone con disabilità non sono adulte e quindi abbastanza grandi per poter essere inserite nelle Rsd, piuttosto che nei servizi pomeridiani o giornalieri. Pertanto, la valenza principale è costituita dal dare un sollievo e un aiuto nella quotidianità dei nostri ragazzi e bambini. Oltre a ciò, ci sono tutti gli obiettivi previsti dal nostro atto costitutivo e dallo statuto, ossia diffondere la cultura dell’inclusione e della sensibilizzazione, favorire l’attivazione di dinamiche di rete in cui vengano coinvolti servizi pubblici, d’ambito nonché tutto ciò che riguarda il Terzo Settore.”

Che valore ha, per voi, l’inclusione delle persone con disabilità e dei caregiver? Attraverso quali attività la promuovete?

“L’inclusione, dal punto di vista concettuale, ha un valore molto importante. È una parola impegnativa e, nel corso di questi anni, a volte, ci è sembrata molto difficile da raggiungere, forse anche perché, i tipi di disabilità, sono moltissimi. Noi però non ci arrendiamo e cerchiamo di portarla avanti attraverso molte azioni, da quelle istituzionali e burocratiche, attraverso la partecipazione ai diversi tavoli di lavoro, che finalmente sono attivi anche da noi, piuttosto che attraverso eventi di sensibilizzazione, come la recente mostra aperta a Tirano. Quindi, facendo vedere alla popolazione che esistiamo e dando visibilità alle persone”.

Quali sono i vostri desideri per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione quotidiana?

“Il nostro auspicio per il futuro è che “Fiori di Sparta” possa continuare a esistere. Il 2015, l’ingresso di nuove famiglie, ha portato ad un grande cambiamento vissuto con fatica. Spero che l’associazione continui a vivere attraverso un connubio tra vecchie e nuove famiglie che possa portare a qualcosa di positivo. Le persone che vogliono aiutare “Fiori di Sparta” possono farlo in molti modi. Le nostre attività si fondano esclusivamente sul volontariato e quindi, le competenze del singolo, possono fare molto. Una persona può innanzitutto entrare nel consiglio perché, anche la parte di pensiero, progettazione e burocrazia, è molto faticosa. Oltre a ciò, si può ad esempio, aiutare i ragazzi a coltivare un orto, piuttosto che affiancare i ragazzi nei laboratori artistici oppure guidare i nostri pulmini nei vari spostamenti. Dipende dalle predisposizioni di ognuno, ma le attività che si possono fare, sono moltissime.”