Ferie in dono. La storia di Sabrina che si prende cura del figlio Bryan

Sabrina Guerra, madre di Bryan rimasto tetraplegico in seguito a una caduta con la moto, ha ricevuto in dono più di tre anni di ferie per stare accanto al figlio

La solidarietà può assumere tante forme, anche inaspettate, inattese. Dapprincipio può essere una piccola fiammella nel buio più nero, per poi essere alimentata e diventare una luce che illumina la via e infonde calore, conforto e coraggio. Ed è proprio di questa luminosità, fatta di umanità e altruismo, che stanno facendo esperienza Bryan Toccaceli, e la sua famiglia, che da tre anni si prende cura di lui e lo accudisce.

Dall’1 gennaio 2019 infatti la madre di Bryan, Sabrina Guerra, cuoca in una scuola elementare appassionata al suo lavoro, riceve in dono giorni di ferie pagate per poter stare accanto a suo figlio, giovane talento del motocross sammarinese, rimasto purtroppo tetraplegico dal petto in giù dopo un terribile incidente nel circuito da motocross “Baldasserona” nella Repubblica di San Marino, avvenuto il primo maggio del 2018.

Sabrina Guerra con suo figlio Bryan Toccaceli – Foto Pierluigi Casavecchia

Più di mille giorni di “ferie solidali”, al momento fino al 4 gennaio 2022. “Ma continuano ad arrivare”, racconta la donna a Interris.it nell’intervista che segue, e giungono da persone conosciute come da perfetti sconosciuti. Un decreto delegato del febbraio 2018 permette infatti ai dipendenti, pubblici ma non solo, di donare i propri giorni di ferie non utilizzati per consentire ad altri lavoratori, anche a livello intersettoriale, di stare accanto persone della propria famiglia disabili e bisognose di assistenza.

Dopo quel salto finito in una caduta è cambiata radicalmente la vita di un nucleo familiare che pure nei momenti di sconforto, a cui nessuno è immune, è riuscita a trovare dentro di sé e grazie alla generosità degli altri la forza di lottare per continuare a vivere.

L’intervista

Cosa è successo quel pomeriggio del primo maggio di tre anni fa?

“Bryan  stava eseguendo un salto da un rampa nell’impianto quando il motore della sua moto si è spento e non ha avuto il tempo di reagire per cadere “bene”, così dopo l’impatto col suolo è stato trasportato in gravi condizioni al pronto soccorso dell’Ospedale di Stato. Da lì lo hanno trasferito al Bufalini di Cesena, dove è rimasto per 18 giorni prima di essere portato all’Istituto di riabilitazione Montecatone, dove è rimasto per dieci-undici mesi. La caduta gli aveva provocato una lesione midollare alta, con la frattura della vertebra C-3, la lesione della C-2 e dalla C-4 alla C-7. Muove solo la testa e la spalle, dal petto in giù più niente”.

Bryan durante un salto – Foto Pierluigi Casavecchia

Com’è cambiata la vita di suo figlio?

“Lui è sempre stato combattente e  ogni giorno è una nuova conquista, adesso ha un impiego ed è molto impegnato. Da un mese infatti lavora nella segreteria dell’Ufficio turistico, gli hanno fornito una scrivania adatta a lui e gli hanno installato una app che gli consente di inviare le mail muovendo il viso. Certo, ha pur sempre 26 anni e attraversa anche momenti di sconforto”.

Cosa significa questa esperienza per lei?

“I mesi passati a Montecatone ci sono serviti per capire che si deve andare avanti giorno per giorno. In quel periodo avevo preso un appartamento non lontano e ci rientravo la sera, dopo essere rimasta in ospedale fino alle nove e mezza o alle dieci. Lì piangevo, affrontavo il dolore e combattevo. Da maggio 2018 fino al dicembre di quell’anno sono stata in aspettativa non retribuita, i primi due mesi sono stati quelli più brutti. Mi manca il mio lavoro”.

Come sono cominciate queste “ferie solidali”?

“Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2018 ho ricevuto dall’Ufficio personale la comunicazione che mi erano stati donati 13 giorni di ferie. A una cena ho mostrato il foglio a una mia amica, lei sapeva della legge che consente di donare le ferie, così è nata l’idea di scrivere un post su Facebook. Dall’1 gennaio 2019 sono cominciate ad arrivare, ne ho fino al 4 gennaio 2022”.

Da chi le ha ricevute?

“Da tante persone, le ringrazio tutte di cuore perché non lo avrei mai immaginato. Per citarne alcune, il mio direttore mi ha donato 27 giorni quando è andato in pensione. Altri sono arrivati dal marito di un’amica, purtroppo malato di tumore poi deceduto. Ma me li hanno donati anche persone che non conoscevo”.

Cosa succederà quando finiranno?

“Finché continueranno ad arrivare io continuerò ad essere in ferie, poi c’è anche una legge che prevede un’aspettativa retribuita per due anni in cui mantieni il posto di lavoro. Io sono le braccia e le gambe di mio figlio, è un impegno di 24 ore che concerne tutta la vita quotidiana: dal lavarlo al dargli da bere e da mangiare, ma anche sollevarlo per metterlo a dormire e girarlo su un fianco durante la notte”.