Fatti e non parole per salvare il nostro pianeta

Non c'è più tempo per salvare il pianeta da una sicura catastrofe: bisogna agire tutti e subito in maniera decisa

Cosa si intende per cambiamento climatico? La generazione dei giovani, la cosiddetta “generazione z”, sente spesso parlare di questa espressione, nel segno della quale si svolgono le manifestazioni in piazza e le iniziative del movimento “Fridays for future” fondato dalla giovane Greta Thunberg.

Nonostante tutti ormai parlino di “cambiamento climatico”, la sensazione è che non si sia ancora pienamente informati di cosa stia realmente accadendo. Insomma, il clima sta cambiando e questo è un dato di fatto, ma nello specifico cosa significa questa variazione per noi e per il nostro futuro?

Questa settimana ero a scuola e il mio professore di scienze, mentre teneva una lezione, ci ha raccontato una cosa che mi ha stupita molto: lui infatti ha molti colleghi e tra questi vi è un ex studente che studia in che modo il cambiamento muta attraverso il corso del tempo.

Il professore ci ha raccontato che se un paio di anni fa pubblicava dei libri in cui spiegava in che modo il cambiamento climatico stava progredendo attraverso lo scioglimento dei ghiacciai, quest’anno ha pubblicato un libro in cui spiega in che modo si possa sopravvivere al cambiamento climatico. Perché qui ormai siamo arrivati al punto di parlare di sopravvivenza!

Da poco infatti l’Onu ha pubblicato degli studi, dai quali si evince che nel 2030 il clima potrà aumentare di oltre 1,5 gradi se non facciamo qualcosa nell’immediato. Ma di fatto ormai i piccoli gesti non servono più, o meglio servono, ma non bastano per fermare questo processo in continua evoluzione.

Occorrono gesti importanti, come ridurre la produzione di allevamenti intensivi di carne (che arrivano ad emettere nell’atmosfera ben il 51% dei gas serra (GHG), soprattutto di anidride carbonica, metano e protossido d’azoto) o comprare frutta e verdura locale e di stagione, biologica. Passare all’energia rinnovabile e soprattutto ridurre al minimo indispensabile l’uso delle nostre macchine, per preferire invece la bicicletta o ancora meglio andare a piedi. Insomma non è più tempo di “perdere tempo”, è il momento di pensare a come rendere il nostro futuri agibile e soprattutto consegnare un mondo in salute alle generazioni che verranno dopo di noi.