“Fa’ la cosa giusta!”, le buone pratiche che preservano l’ambiente

L'intervista di Interris.it a Miriam Giovanzana, direttore editoriale della fiera nazionale "Fa' la cosa giusta!"

'Fa' la cosa giusta' (© Cecilia Nuzzo)

La conoscenza delle buone pratiche di consumo e produzione, la valorizzazione delle specificità e delle eccellenze dei territori, grandi e piccoli, e la creazione di una sinergia tra associazioni, istituzioni e imprenditori locali è fondamentale per incentivare la salvaguardia dell’ambiente in una fase connotata dalla siccità e dai cambiamenti climatici.

L’esperienza di “Fa la cosa giusta!”

“Fa’ la cosa giusta!” la Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, prende vita nel 2004 a Milano per volontà di Terre di mezzo editore per far conoscere le pratiche sostenibili di consumo e produzione. Quest’anno, dal 24 al 26 marzo, si terrà la diciannovesima edizione di questa fiera con la presenza di nove aree tematiche – turismo, food e street food, vegan, infanzia, cosmesi, moda, green e terzo settore – con oltre 450 realtà espositive innovative, responsabili e selezionate con cura, provenienti da tutto il territorio nazionale. Interris.it, in merito ai valori fondativi di questa esperienza, ha intervistato Miriam Giovanzana, direttore editoriale di “Terre di mezzo” e organizzatrice di “Fa la cosa giusta!”.

‘Fa’ la cosa giusta!’ (© Luana Monte)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha “Fa la cosa giusta!” in termini di sostenibilità ambientale?

“’Fa la cosa giusta’ è la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili nasce quasi vent’anni fa a Milano per mettere in comunicazione e far incontrare le aziende che producono in maniera sostenibile. In particolare, noi intendiamo la sostenibilità a 360 gradi, dal punto di vista ambientale, di cui oggi vediamo la drammaticità, anche per la crisi climatica in cui viviamo, ma anche la sostenibilità sociale che è fatta da relazioni, rispetto dei diritti umani per quanto riguarda le produzioni nel sud del mondo nonché della salvaguardia delle comunità e dei diritti dei lavoratori quando si produce in Italia. Vogliamo far incontrare i produttori, le aziende piccole e grandi che producono in questa maniera, i consumatori che sono attenti a queste tematiche nonché disponibili a sostenere qualche costo in più a patto di avere in cambio coerenza, trasparenza e più informazioni. L’idea è che i produttori, le istituzioni e tutti noi, in qualità di chi acquista e consuma, possiamo avere con i nostri comportamenti quotidiani e le nostre scelte un mondo migliore, affinché ognuno possa prendersi un pezzo di responsabilità e creatività. ‘Fa la cosa giusta’ è l’occasione per scambiare buone pratiche, informarci, trovare nuovi amici e condividere”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro in riguardo alla tutela del pianeta dal punto di vista ambientale e in relazione alla diffusione delle buone pratiche in merito?

“La mancanza di acqua che, in questo periodo, è particolarmente drammatica sotto i nostri occhi ci riporta ad una urgenza per fare scelte in riguardo alle energie, i nostri bisogni, comportamenti da consumatori e il ruolo delle istituzioni. Tutto questo è diventato urgente e deve tramutarsi in un sentimento collettivo, un sentire di popolo e di popoli. La giustizia e la sostenibilità climatica fanno bene a tutti, al sud e al nord del mondo, racchiudendo al suo interno altri grandi temi, come ad esempio quello della pace. Sarebbe sciocco parlare di sostenibilità ambientale senza rendersi conto dei danni diretti e collaterali che le guerre e i conflitti provocano. Papa Francesco dice che siamo in un’epoca di terza guerra mondiale a pezzi e ciò si sta vedendo perché, in Ucraina, sono in campo tutte le potenze mondiali. Tutti i conflitti nel mondo ci riguardano. Questi temi sono in cima alle nostre vite prima ancora che alle nostre agende, sia delle aziende che dei politici. La sensibilità su questi temi è cresciuta enormemente, ma si è incrementato anche un grandissimo scetticismo sul fatto di procedere così fino a quando non saremo costretti a cambiare rotta. È una logica che abbiamo visto molte volte nella storia. Credo che, in un’epoca in cui si parla molto di intelligenza artificiale, potremo metterci tutti un po’ più di intelligenza. La sostenibilità ambientale sarà possibile quando sarà desiderata da tanti e diventerà comune. Certamente questo è un tema per oggi e non per domani”.