La solidarietà come volano dell’economia. “Il volontariato è la fatica di uscire per aiutare altri– afferma papa Francesco-. Non c’è un volontariato da scrivania e non c’è un volontariato da televisione. Il volontariato è sempre in uscita, il cuore aperto, la mano tesa, le gambe pronte per andare. Uscire per incontrare e uscire per dare”. L’economia sociale e solidale è l’insieme di attività economiche incentrate sull’essere umano. Le finalità sono sociali e ambientali. A svolgerle sono cooperative e mutue, associazioni imprenditoriali e imprese sociali, responsabili. L’economia sociale è caratterizzata dalle attività senza scopo di lucro e di utilità sociale realizzate dalle organizzazioni di terzo settore. Realtà che nel loro agire sono mosse da principi quali la reciprocità e la democrazia. L’economia del dono è una forma di scambio. Al di fuori dei mercati economici tradizionali. Beni e servizi sono dati liberamente senza scambio monetario o aspettative di un ritorno o di una ricompensa. L’economia del dono differisce dall’economia dello scambio o del baratto perché non ci sono aspettative di reciprocità. Beni e servizi sono dati liberamente per volontà del donatore senza la promessa di una ricompensa o di un ritorno. Le transazioni all’interno di un’economia del dono sono di natura altruistica. L’economia del dono si concentra principalmente sullo sviluppo delle relazioni. Ecco alcuni esempi. Regalare per un giorno tempo, competenze e impegno alle associazioni del territorio, per arricchire la comunità in un processo circolare di confronto e scambio. Lo faranno da fine settembre, per più di due mesi, oltre cento dipendenti di Banca di Cherasco, sia della sede centrale sia delle filiali con un progetto di volontariato aziendale ideato e promosso dagli stessi lavoratori.
Economia del dono
Un anno fa Banca di Cherasco aveva lanciato tra i collaboratori il concorso di idee “Green Team” per sviluppare progetti innovativi legati a sostenibilità ambientale e sociale, inclusione, trasparenza ottenendo 25 idee presentate da gruppi composti da 2 a 4 dipendenti. Con tre progetti premiati e in corso di realizzazione. Nella sezione “benessere della collettività” aveva vinto l’idea di volontariato aziendale che ora entra nel vivo. Prevede una giornata di lavoro in ufficio, ma “donata” alle onlus che si sono date disponibili a collaborare con l’Istituto di Credito Cooperativo. Le realtà sono a Bra la cooperativa Aghav che gestisce un centro diurno per disabili. Poi la mensa sociale Caritas e l’emporio solidale della parrocchia San Giovanni. Oltre al progetto Compitando, che offre sostegno scolastico alle famiglie in difficoltà, a Cherasco i dipendenti di Banca di Cherasco aiuteranno la casa di riposo e l’associazione Il Sorriso con il suo centro di aggregazione. A Frossasco nel Torinese è stata coinvolta la Caritas (sia con l’emporio degli abiti usati sia per la consegna dei pacchi alimentari ai meno abbienti). Mentre a Sommariva Bosco i dipendenti della Banca saranno impegnati nell’orto sociale messo a disposizione delle fasce più deboli della popolazione. ”Per la banca – commenta il presidente, Giovanni Claudio Olivero – è una questione di responsabilità sociale legata alle nostre radici mutualistiche e cooperative. L’idea di ‘prestare’ per un giorno i dipendenti per attività di volontariato rappresenta un passo significativo verso una maggiore integrazione tra il mondo del lavoro e le necessità della comunità, nello spirito cooperativo che ci contraddistingue da oltre 60 anni. Aiutando gli altri sviluppiamo la capacità di ascoltare il prossimo”.
Promozione sociale
“Nella società e nelle imprese cresce sempre più la sensibilità ai bisogni sociali. Per questo abbiamo voluto che il 2024 fosse per questa Banca l’anno della sostenibilità – aggiunge il direttore generale Marco Carelli – Banca di Cherasco ha sempre ritenuto fondamentale investire non solo nel sostegno economico, ma anche nella promozione attiva del cambiamento sociale e culturale. Con un impatto positivo sulla cultura aziendale”. Banca di Cherasco ha oltre 17 mila Soci e serve 35 mila clienti (famiglie e imprese). I dipendenti sono 173, con 26 sportelli nelle province di Cuneo, Torino, Genova. Fa parte del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano, che riunisce oltre 60 istituti con 1.483 sportelli in tutta Italia, più di 450 mila Soci e 12 mila collaboratori. Sul territorio un altro esempio di economia del dono è offerto dalla Enaip Lecco, impegnata da anni nella formazione di figure professionali di rilievo nei principali settori. Recentemente ha ricevuto una delegazione norvegese del settore “servizi, vendite e turismo” della scuola superiore Skien Videregaende Skole. La Regione Telemark è già visitata da una delegazione di Fondazione Enaip Lombardia. Una collaborazione avviata durante lo scorso anno formativo nell’ambito dei progetti internazionali di Fondazione Enaip Lombardia. Enaip, infatti, non è nuova a scambi internazionali di questo tipo. Utili ad allargare le conoscenze sui sistemi scolastici degli altri Paesi e a creare collaborazioni che consentano di condividere buone prassi in ambito formativo ed educativo. Con uno sguardo professionale sulle pratiche di inclusione ed innovazione e lavorare insieme su progetti di cooperazione internazionale. Savina Principi, responsabile dell’area internazionale di Fondazione Enaip, Andrea Donegà e Federica Colombo, rispettivamente direttore e coordinatrice Enaip Lecco, e i docenti Luana Ghisolfi, Laura Sironi e Marco Gennuso, hanno ricevuto la delegazione norvegese composta dai due responsabili del percorso Servizi e Turismo e il referente dell’area inclusione, accogliendola con un welcome coffee realizzato dalle studentesse e dagli studenti del corso di pasticceria e panificazione di Enaip Lecco. La giornata è proseguita con uno scambio sulla didattica e la struttura dei corsi funzionale, anche, ad approfondire gli aspetti utili per organizzare una mobilità di due settimane, nella prossima primavera, per gli studenti del percorso servizi, vendite, turismo, della scuola norvegese, che hanno intenzione di proseguire il proprio percorso con i due anni di apprendistato in aziende del settore, ritagliandosi un’esperienza anche in Italia. (segue) (Red-Lab/Labitalia) ISSN 2465 – 1222 09-SET-24 02:30 NNNN
LECCO: ENAIP, SCUOLA NORVEGESE IN VISITA PER COLLABORAZIONI E SCAMBI INTERNAZIONALI (2) =
(Adnkronos/Labitalia) – C’è stata anche l’opportunità per far conoscere le attività dell’Info point di Lecco, con cui Enaip collabora, accolti dalla dottoressa Francesca Zuccoli e da Fabrizio Pozzoli, direttore generale di Betania cooperativa sociale onlus, esperto di turismo e docente Enaip, che hanno evidenziato le caratteristiche del contesto turistico di riferimento sulla base delle quali è impostato il loro servizio che offre a tutti la possibilità di essere sempre informati sugli eventi e le attività del territorio di Lecco e dintorni e l’opportunità di richiedere l’organizzazione e la proposta di esperienze turistiche ad hoc che comprendono una ampia gamma di attività outdoor, visite culturali, esperienze immersive nella realtà socio culturale locale che esperienze vere e proprie e personalizzate. La delegazione norvegese, composta da Kristin Juvet Sorensen, Hans Goran Bjork e Massimiliano Secchi – italiano trapiantato in Norvegia – si è detta soddisfatta, dichiarando di essere molto “entusiasta di poter sviluppare una collaborazione per i propri studenti e confidando di poter far realizzare loro un’esperienza a Lecco”. “Viviamo – spiega Andrea Donegà, direttore di Enaip Lecco, Monticello Brianza e Morbegno – un momento storico di grande evoluzione tecnologica e culturale che sta investendo ogni contesto e settore cambiando le nostre abitudini, le nostre esperienze e le nostre priorità. Occorre una grande capacità di offrire nuove prospettive di lettura della realtà, di anticipazione dei cambiamenti e di azione, dato che i modelli e le competenze consolidatesi nel passato rischiano di non essere più adeguate ai nuovi modi di vivere, lavorare e, anche, di apprendere. Noi di Enaip siamo molto attenti a tutti questi aspetti, consapevoli che se muta il contesto devono cambiare anche le competenze per gestire queste nuove complessità”. “Per questo – avverte – ci interroghiamo molto su come innovare la didattica, sia dal punto di vista dell’utilizzo di strumenti tecnologici sia dal punto di vista organizzativo, per aumentare l’ingaggio cognitivo dei giovani e accompagnarli nel nuovo futuro che dovranno abitare, riuscendo a trovare risposte nuove ai nuovi bisogni che emergono. Ecco perché momenti di scambio con altre scuole e con altri modelli sono per noi fondamentali, specie se avviene con scuole di altri paesi, in un’ottica di contaminazione culturale e crescita reciproca. Siamo una scuola che studia molto perché ha a cuore i destini delle tante ragazze e dei tanti ragazzi che ogni anno ci scelgono. Un onere che ci candida a essere il riferimento della formazione professionale. Inoltre, esperienze come queste e come quelle di mobilità internazionale a cui partecipano i nostri giovani sono occasioni per costruire dal basso, a partire dai banchi di scuola, una vera Europa, fatta di inclusione e pari opportunità”.