Nel 1960 in Sudafrica, oggi nel mondo. Stop alle discriminazioni razziali

Discriminazioni
Un'immagine storica del massacro di Sharpeville

Oggi come 62 anni fa discriminazione significa razzismo. E, insegna papa Francesco, il razzismo è un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde. Ma è sempre in agguato. “Le espressioni di razzismo rinnovano in noi la vergogna. Dimostrando che i progressi della società non sono assicurati una volta per sempre“, avverte Jorge Mario Bergoglio. La Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale viene celebrata ogni anno il 21 marzo. Una data profondamente simbolica. Carica di sofferenza e ingiustizia. Scelta per ricordare quando il 21 marzo del 1960, in Sudafrica, in pieno apartheid, la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di dimostranti di colore. Uccidendone sessantanove e ferendone 180. Una strage di indicibile crudeltà. Tristemente ricordata come il massacro di Sharpeville. Il 21 marzo, inizio della primavera. Una ricorrenza di civiltà per un equinozio di rinascita morale che metta al centro la dignità umana. discriminazioni

Mai più discriminazioni

Le Nazioni Unite ne hanno fatto un monito per le generazioni future. L’assemblea generale dell’Onu ha così rimarcato la necessità di un maggiore impegno per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. Un messaggio immortalato nella proclamazione di questa Giornata internazionale nel 1966. Con la Risoluzione 2142 (XXI). Nel 1979 è stato adottato al Palazzo di vetro un programma internazionale di attività. Da intraprendere contro il razzismo e la discriminazione razziale. Nell’ occasione si decise anche che il 21 marzo di ogni anno i paesi avrebbero dedicato una settimana alla solidarietà con i popoli che combattono contro il razzismo. E contro le discriminazioni razziali. Molti passi sono stati compiuti da allora.discriminazioni

Convenzione internazionale

L’apartheid in Sud Africa è stato smantellato. In molti paesi le leggi e le pratiche razziali sono state abolite. E la Convenzione internazionale sull’eliminazione della discriminazione razziale ha contribuito a costruire un contesto internazionale per combattere il razzismo. La ratifica universale della Convenzione non guarisce però l’umanità da una piaga millenaria. Nonostante ciò, infatti, troppe persone, comunità e società soffrono a causa delle ingiustizie e dello stigma legati al razzismo. Ne deriva l’urgenza di promuovere tolleranza. Inclusione. Unità. Rispetto per la diversità. Nell’ambito della lotta alla discriminazione razziale. Il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione restano, infatti, il fondamento delle leggi sui diritti umani.discriminazioni

Sos xenofobia

L’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani stabilisce che tutti gli esseri umani sono nati liberi e uguali in dignità e diritti. E il secondo articolo recita che “ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella  Dichiarazione”. Senza destinazione alcuna “per ragioni di razza. Di colore. Di sesso. Di lingua. Di religione. Di opinione politica. Di origine nazionale o sociale. Di ricchezza. Di nascita. O di altra condizione”. Il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza sono stati alla base degli episodi più tragici nella storia dell’umanità. E ancora oggi sono la scintilla e il pretesto delle più gravi violazioni dei diritti umani. Essi rappresentano, secondo l’Onu, “il principale ostacolo nel progresso dell’umanità verso la pace e lo sviluppo”. discriminazioni

Crimini d’odio

Le discriminazioni e i crimini d’odio sono diffusi in tutte le società. Fomentate dalla paura sociale si rivolgono ai migranti, ai rifugiati e ai popoli di discendenza africana. Ma non solo. La società odierna non ha ancora gli strumenti per valorizzare la diversità. Molto resta da fare per giungere a una reale coesione sociale. Al rifiuto di tutte le forme di conflitto e in particolare di quelle compiute in nome di una razza o di un modello culturale e religioso.

Urgenza d’inclusione

L’Unicri, così come molte altre organizzazioni, contribuisce a promuovere il contrasto ai crimini d’odio. In particolare, l’istituto ha svolto attività di ricerca, formazione e sensibilizzazione sui crimini d’odio online. I paesi sono chiamati dalle Nazioni Unite ad adottare misure esaurienti. Per combattere il razzismo, le discriminazioni razziali, la xenofobia e l’intolleranza. Un richiamo ad intraprendere azioni per promuovere la tolleranza, l’inclusione, l’unità e il rispetto della diversità. “Ogni giorno, ognuno di noi può prendere posizione contro il pregiudizio razziale e contro ogni forma di intolleranza- avverte l’Unicri-. La Dichiarazione dei diritti umani è un eterno monito a combattere il razzismo e difendere i diritti umani”.