“Il degrado generale grava su chi è più fragile”

Idisabili, come soggetti in una dimensione fragile, soffrono maggiormente il degrado generale del Paese. La disabilità risente della situazione di difficoltà collettiva che l'Italia sta attraversando anche da un punto di visto culturale”, afferma a Interris.it Gherardo Cosolo, presidente dell'associazione “Handicap noi e gli altri”. Il punto di partenza dell'intervista è un tragico fatto di cronaca sui cui risvolti medico-legali, Cosolo si riserva di intervenire quando sarà fornire la relazione tecnica in via di elaborzione. Questi i fatti.  Dieci giorni fa Niccolò Bizzarri, 21 anni, studente disabile della facoltà di Lettere, è morto a Firenze dopo essere caduto per strada a causa di una buca. La sua sedia a rotelle elettrica è rimasta bloccata sul pavimento dissestato tra piazza Brunelleschi e via Alfani, rovesciandosi. La procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Affetto dalla distrofia di Duchenne, era costretto su una sedia a rotelle. Sabato scorso ai funerali celebrati da don Elia Carrai nella basilica della Santissima Annunziata hanno partecipato con il sindaco e il rettore dell'università oltre 1500 persone. La caduta sembra essere stata causata dal selciato dissestato. “Aspettiamo di conoscere dalla relazione medico-legale l'esatta dinamica di questa tragedia”, osserva Cosolo.

Qual è oggi la situazione della disabilità in Italia?
“Siamo molto indietro rispetto ad altre nazioni europee. Basta attraversare le Alpi per trovare un'organizzazione della collettività molto più attenta alle fasce più fragili. I disabili risentono in misura maggiore degli altri delle carenze infrastrutturali e di loro l'Italia, come istituzioni e come sistema paese, si occupa sempre meno”.

Può farci un esempio?
“A Roma, nel quartiere perifico di Tor Bella Monaca, la nostra associazione resiste come presenza al servizio dei disabili. Al livello nazionale manca una presa di coscienza in grado di consentire un'autentica integrazione sociale e un sostegno alla disabilità. Negli ultimi anni c'è stato un marcato declino nella sensibilità verso l'handicap. Siamo al punto più basso di una parabola”. 

A cosa si riferisce?
“L'interesse è progressivamente diminuito e, sotto il profilo dell'assistenza ai disabili, ci sono stati pesanti tagli nei bilanci comunali. A Roma, per questo motivo, si è anche dimesso un assessore ai servizi sociali. Il quadro è via via peggiorato, A questo dissesto sociale è corrisposto, inoltre, uno scadimento dell'attenzione generale al fenomeno. Oggi dal punto di vista mediatico fa molto più notizia  l'immigrazione della disabilità”

Quali sono le priorità che segnalate alle istituzioni?
“C'è bisogno di un cambio di passo. Occuparsi degli ultimi e delle condizioni di fragilità non ottiene nell'opinione pubblica la necessaria attenzione. Ripeto: in questa fase storica c'è grande impegno per affrontare le esigenze dell'immigrazione. Molto meno tempo e risorse vengono indirizzate a sostenere i disabili”.

Di cosa c'è più bisogno?
“Senza abbattere le barriere architettoniche in casa e fuori, la vita di un disabile non può essere libera. Nelle periferie di Roma, per esempio, c'è necessità di migliaia di alloggi privi di barriere architettoniche. La disabilità è una realtà densa di problemi differenti. Deve diventare una priorità per il Paese accompagnare i disagi nella loro quotidianità. Le aspettative e i bisogni dei fragili non possono essere ignorati”.

Dalla tragedia di Firenze quale messaggio arriva alla politica?
“Al di là della necessità di attendere i riscontri medico-legali dell'inchiesta in corso, vorremmo che partissero da un fatto così drammatico una forte presa di coscienza e una vasta sensibilizzazione. Il degrado generale che ogni cittadino sperimenta ogni giorno grava in maniera più pesante sulle fasce più deboli e in difficoltà. L'Italia fa pagare caro ai disabili la situazione generale di disagio economico, sociale, culturale”.