E’ la cultura il petrolio dell’Italia. Oggi a Napoli il forum europeo sul riuso del patrimonio artistico

Economia circolare per la rigenerazione del patrimonio culturale. Iriss-Cnr, oggi e domani a Napoli la conferenza Horizon

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“Con la cultura non si mangia“, si sosteneva incautamente nella politica italiana all’inizio dell’era globale. Si apre oggi a Napoli la “due giorni” europea che affida alla cultura la ripresa post-Covid. Il professor Luigi Fusco Girard è il coordinatore del team “Clic“. Acronimo di “Circular models leveraging investments in cultural heritage adaptive reuse”. Cioè il progetto europeo di economia circolare per la rigenerazione del patrimonio culturale. Oggi e domani il professor Luigi Fusco Girard presenterà, on line, la Conferenza finale del progetto Horizon Clic.Cultura

Cultura ed economia

Si tratta del modello di città-regione circolare “human centred”. Ossia centrato sul riuso adattivo del patrimonio culturale. In grado di promuovere memoria. Identità. Collaborazione. Partecipazione. In una società sempre più minacciata da frammentazione e disgregazione. “Il contributo culturale del progetto CLIC si fonda su un cambiamento di paradigma. Dall’ ‘io’ al ‘noi’. Dove la circolarità non riguarda solo le risorse materiali. Ma anche e soprattutto le risorse immateriali. Promuovendo un ‘nuovo umanesimo’. Attraverso il patrimonio culturale“, spiega il professor Fusco Girard. Il progetto è coordinato dall’Istituto di ricerca sull’innovazione e i servizi per lo sviluppo (Iriss). Che fa parte del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Ed è diretto da Massimo Clemente. Un’iniziativa avviata alla fine del 2017. Sviluppata in collaborazione con altri 15 partner europei. Provenienti dal mondo accademico. Dalle amministrazioni locali. Dal settore sociale e imprenditoriale.

Beni comuni

Aggiunge il professor Fusco Girard: “L’iniziativa costituisce un elemento chiave. Per supportare lo sviluppo sostenibile delle nostre città e regioni. E farsi veicolo di una sempre maggiore coesione sociale. Attraverso il coinvolgimento della comunità in processi e iniziative. Con l’obiettivo della rigenerazione e valorizzazione delle risorse culturali e naturali del territorio. Vissuti e identificati come ‘beni comuni‘. In quest’ottica, il progetto fornisce un contributo al Pnrr. Il piano nazionale di ripresa e resilienza. E, in generale, alle strategie europee di recovery e resilience. Tra le quali il Green Deal europeo. E il New European Bauhaus“. Cultura

Strumenti di governance

Lo scopo di Clic è quello di attivare le condizioni. Per favorire nuovi investimenti sostenibili. Per il riuso adattivo del patrimonio culturale e paesaggistico. Abbandonato o sottoutilizzato. Nel quadro del modello di economia circolare. In grado di generare impatti positivi. Sul piano sociale. Economico. Ambientale. Culturale. Creando nuova occupazione. In particolare tra i giovani. E rivitalizzando il tessuto urbano e sociale. “Oggi il progetto sarà presentato alle istituzioni. Alle organizzazioni europee. E alla comunità. Si tratta del modello teorico-concettuale di Clic. Con i risultati della sperimentazione sui nuovi strumenti di governance circolari- sottolinea Clemente-. La giornata di domani sarà dedicata all’approfondimento dei modelli circolari innovativi di business e finanziamento. E alla imprenditorialità nel settore del riuso. E della valorizzazione del patrimonio culturale”.Cultura

Modello resiliente

Il riuso circolare offre un modello sostenibile e resiliente. In particolare nel contesto post pandemico. Promuovendo la relazione simbiotica. Tra uomo, comunità ed ecosistemi naturali. Migliorando il benessere. La salute umana  E la salute dell’ecosistema. “E’ una forte spinta all’imprenditorialità nel settore del patrimonio culturale”, evidenzia Antonia Gravagnuolo. Ricercatrice del Iriss-Cnr. E co-coordinatrice del progetto Clic. Un apporto rilevante è stato fornito dalla “Startup competition“. Un evento che ha  registrato oltre 70 partecipanti da tutti i continenti. La Conferenza finale di Clic dimostrerà le finalità pratiche di questa svolta. Ossia come il modello dell’economia circolare possa essere applicato con successo al riuso adattivo del patrimonio culturale. Generando molteplici benefici per le città e le regioni. Attraverso la partecipazione attiva delle comunità locali. Co-creando nuovi significati del patrimonio.