La forza di mamma Cinzia nel giorno del compleanno di Fabrizio

"Non dovete correre, non dovete bere, dovete amare la vita" le parole di Fabrizio dettate al cuore della madre. Un monito e una speranza per salvare la vita di tanti altri ragazzi.

“É arrivato il giorno del 22esimo compleanno di Fabrizio. Era da tempo che pensavo al 15 settembre. Come sarà? Cosa faremo? Abbiamo dovuto trovare un modo per affrontare questa giornata dolorosa nel migliore dei modi“. Inizia così il racconto per Interris di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio di Bitetto, il ragazzo che all’età di 21 ha perso la vita in un incidente stradale all’Eur lo scorso 5 ottobre 2019. “Ho immaginato che comunque doveva essere un giorno di festa e non una giornata di dolore, così ho pensato a come potessi trasformare una giornata triste in una giornata “festosa”.

Un albero per ricordare Fabrizio

Volevo lasciare un segno, un simbolo che rappresentasse Fabrizio e che fosse un monito per le future generazioni. Se sono riuscita a realizzare questo desiderio è stato anche grazie all’aiuto della presidente del XII municipio che ci hanno permesso di piantare in piazza Scotti, a Roma, questo famoso albero di ulivo a cui tanto tenevo. Proprio lì, nel luogo dove Fabrizio usciva sempre con gli amici. Un ulivo bello, giovane che ricordasse proprio Fabrizio, un ragazzo in crescita. Anche questo ulivo è piccolo e giovane. L’ho voluto così proprio perché possa diventare grande e forte come stava diventando mio figlio“.

Il significato dell’ulivo

“Ho scelto l’ulivo perché è un albero che esiste praticamente da sempre, esiste dalla preistoria è un albero forte e resistente ma soprattutto rappresenta la pace e di conseguenza anche l amore. Perché dove c’è la pace c’è anche l amore. Poi c’è la targa con le parole che io ho pronunciato al funerale di Fabrizio. Quelle parole mi sono state dettate da lui, lo so, me lo sento. Ero una donna distrutta eppure all’improvviso quel giorno mi sono alzata tra i banchi e sono riuscita a parlare. Le mie parole furono “ragazzi voi non dovete dare questo dolore così grande alle vostre famiglie, per cui dovete stare attenti quando vi mettete in macchina. Non dovete correre, non dovete bere, dovete amare la vita”. Fabrizio me le ha dettate. Ho pensato così di riportare le parole sulla targa perché sono sicura che siano un messaggio sociale perché quell’albero non sia solo l’albero di Fabrizio ma abbia una finalità sociale per tutti i giovani che si riuniranno anche lì”.

Una targa, un monito

“Avere la targa in quel punto diventa un monito sia per i bambini più piccoli che quelli più grandi. Un simbolo che non solo tramanderà il ricordo di Fabrizio di generazione in generazione ma che sarà, spero, da sprono ed insegnamento per tutti quei ragazzi che dopo aver bevuto eviteranno di mettersi alla guida. Sarà quella lampadina che si accende e che ricorderà di non esporsi a rischio. Spero che davvero queste parole riusciranno a salvare qualche vita e questa sarebbe la più grande gioia perché è vero che ho perso un figlio ma se tramite lui sono riuscita a salvarne altre beh almeno una parte di me vivrà più serena”.

La visita del vescovo Paolo Ricciardi

La visita più gradita in questo particolare pomeriggio di settembre è stata quella del Vescovo Paolo Ricciardi, delegato alla sanità per la diocesi di Roma. Mio marito ed io lo abbiamo conosciuto lo scorso 22 ottobre, quando, a pochi giorni di distanza dall’incidente, dopo aver ricevuto la delega alla sanità celebrò la sua prima messa al Policlinico di Roma. In quell’occasione volle ricordare Fabrizio e da allora non ci ha più lasciati. Ci supporta sempre ed anche in quest’occasione è stato presente. La mia famiglia gliene sarà per sempre riconoscente”.

La festa

Alla cerimonia hanno partecipato tantissimi amici di Fabrizio e tante persone che non vedevo da tanto. Ci hanno raggiunti anche le maestre di Fabrizio, le professoresse, era un ragazzo dal cuore d’oro e si faceva amare da tutti. I suoi amici hanno organizzato le magliette con la foto di Fabrizio sopra e la scritta Fabri per sempre con noi. Alla fine hanno fatto volare in cielo 22 palloncini, gli anni che avrebbe compiuto. Neri e bianchi, i colori della sua squadra del cuore, poi due candeline sul muretto vicino la targa. La luce della vita che non si spegne mai e chissà se in quella folata di vento che le ha spente non c’era proprio lui. In fondo lui sarà per sempre con la sua famiglia e con tutte le persone che lo hanno davvero amato.

Tanti auguri Fabri, buon compleanno, che la vita ti sorrida sempre, anche se in altra forma e sostanza.