Domani si concludono le festività “a rischio consumismo”

L'Epifania conclude domani le festività natalizie. Dai Pastori della Chiesa alle associazioni di volontariato, mobilitazione contro l'appropriazione dei simboli religiosi da parte del consumismo

L’arrivo dei Re Magi chiude domani il periodo delle ferie. Con l’Epifania si concludono le festività natalizie. Dai Pastori della Chiesa alle associazioni di volontariato, in pandemia si registra la mobilitazione contro l’appropriazione dei simboli religiosi da parte del consumismo. Interris.it ha unito gli spunti anti-consumistici arrivati dal Vaticano e dalle diocesi alle testimonianze raccolte nel terzo settore.

No del Papa al consumismo

A ridosso del Natale, nel quadro di una meditazione sulla nascita di Gesù, lo stop al consumismo ha trovato spazio nell’udienza generale del Papa. Il Pontefice ha ribadito che oggi “il consumismo ci ha sequestrato il Natale“. Da qui il suo appello: “No, il Natale non deve ridursi a festa solamente sentimentale o consumistica, ricca di regali e di auguri ma povera di fede cristiana. E anche povera di umanità“. consumismo

Il monito del Patriarca

Il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, nel suo messaggio di Natale rivolto alla diocesi e alla città, ha messo guardia dal tramutare il Natale in “festa del consumismo”. E ha deplorato “uno storpiamento del significato più autentico che porta addirittura a non parlare più di Gesù Bambino ma di nonno gelo. Giungendo a censurare i canti natalizi che ne contengono il nome. E a velare e offendere il presepio che, in sé, è annuncio e catechesi per grandi e piccini”. consumismo

Stop al consumismo dal vescovo dei migranti

Altolà allo stravolgimento consumistico delle solennità religiose anche dal vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, in prima linea a sostegno dei migranti. “Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’è la realtà, la povertà, l’amore– ha sottolineato il presule siciliano-. Il colmo è che queste feste di tutto si sono date pensiero tranne che di colui che il Natale l’ha inventato! Supereremo così la stucchevole diatriba sull’orario delle messe della notte. E saremo meno intransigenti sul numero di coloro che celebreranno l’Eucaristia della sera o del giorno. In fondo, a Betlemme, quella volta c’erano pochi pastori e tanta indifferenza attorno. E quindi il neonato Gesù non si dispiacerà più di tanto se quest’anno saremo solo un po’ più numerosi di quelli che lo festeggiarono alla nascita“. consumismo

L’appello del volontariato

Dalla trincea dell’assistenza alla disabilità in pandemia, arriva l’appello anti-consumismo del terzo settore. Antonio Massacci nelle Marche presiede l’onlus Anffas, l’associazione delle famiglie di disabili intellettivi. Osserva a Interris.it: “Quanto spreco negli addobbi delle città. Quanto spreco di luci! L’energia elettrica viene in gran parte acquistata all’estero dall’Italia e prodotta nelle centrali nucleari che per generarla sprigionano colossali quantità di calore ed anche di scorie radioattive, pericolose e nocive per millenni. Oppure l’energia viene prodotta nelle centrali alimentate a combustibili fossili: carbone, petrolio, gas. Ed anche loro producono enormi livelli di calore. E anziché scorie radioattive, generano gas tossici che vengono dispersi, insieme al calore, nell’ambiente”.

Energia

Prosegue a Interris.it Massacci: “L’energia derivata dal sole e dall’acqua viene detta energia pulita. In realtà lo è in buona parte, ma non del tutto. L’unica forza veramente pulita sarebbe quella del vento ma viene utilizzata poco. Viene usata poco perché non piace. Non piace agli esteti che guardano appena davanti al loro naso. Hanno il pensiero corto e non sono capaci di pensare al futuro. Così la temperatura cresce sul pianeta che lentamente muore. E muoiono con il pianeta e si estinguono su di esso le specie viventi che compongono il Creato”.consumismo

Sos abuso delle inutilità

Da qui l’appello a riportare il Natale alla sua radice evangelica distanziandola da dalla festa (“ormai così pagana”) fabbricata a propria immagine e somiglianza dal consumismo. Un ritorno al vero senso della Natività. Quindi altolà alla “festa degli opulenti, degli sprechi e degli abusi”. Stop al “saccheggio perpetrato a danno della natura, dei viventi, dei poveri, degli onesti, di chi è parco e sobrio“. E’ la lezione dell’enciclica “Laudato sì“.  Come credente, conclude Massacci, “sento l’esigenza di salvaguardare le ricorrenze religiose dall’abuso delle inutilità consumistiche”.