“Chi si ammala di Covid è il lebbroso del terzo millennio”. Sos esclusione sociale

Covid ed allarme esclusione sociale. Intervista di Interris.it al sociologo Antonio Marziale, fondatore e presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, già garante calabrese dell’infanzia e consulente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza

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Sos esclusione sociale. Ovunque in Europa i caregiver familiari si sono rivelati fondamentali nel prestare cura a persone anziane, disabili, con malattie croniche o degenerative. Grazie ai caregiver familiari, persone particolarmente vulnerabili hanno potuto ricevere l’assistenza di cui avevano bisogno, restando a casa. “L’inclusione o l’esclusione di chi soffre lungo la strada definisce tutti i progetti economici, politici, sociali e religiosi”, ha ricordato il Papa richiamando l’attenzione sui malati.  Sull’esclusione sociale provocata dal Covid, Interris.it ha intervistato il sociologo Antonio Marziale. Fondatore e presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, già garante calabrese dell’infanzia e consulente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.

Le sfide sociali del Covid

La pandemia pone la società davanti a sfide senza precedenti. Le misure adottate dagli Stati hanno radicalmente modificato la vita di tutti. Soprattutto quella di coloro in prima linea nella lotta contro il virus. E’ il caso dei professionisti del settore sanitario. Ma anche di una categoria meno visibile di lavoratori essenziali: i caregiver familiari. La solitudine dilaga, avverte Marziale. La pandemia, infatti, ha creato ulteriori categorie di invisibili e proprio tra le fasce della popolazione che più di altre avrebbero bisogno di protezione e tutela. Una di queste categorie è costituita dalle persone di minore età che, affidati dal Tribunale per i minorenni al Servizio sociale, sono collocate in parziale protezione nei centri diurni e semiresidenziali, la cui operatività in pandemia si è ridotta.Quali effetti sociali e individuali provoca la pandemia?

“Certamente chiusura in se stessi, e la rilevazione è etnografica, inconfutabile. Al minimo starnuto la gente ti guarda quasi terrorizzata, si allontana e finanche accende risse. Questa vicenda sta facendo emergere la parte peggiore dell’emotività umana”.In tempo di pandemia, come cambia il valore sociale della solidarietà?

“Viene considerato eroico, perché difficile da applicarsi. Dopo secoli di presunta civilizzazione si torna indietro anni luce. Si è come in un ‘medioevo’, condizionato da una informazione incondizionata è troppo spesso raffazzonata, senza alcuna validazione. Ciò ha generato una tautologia della paura dell’altro, percepito come minaccia”.Il Vangelo parla dei lebbrosi. C’è il rischio che la pandemia accresca l’esclusione sociale?

“Già fatto! Poveri costretti a correre ai ripari in una sanità pubblica sfasciata, pregando di trovare posto in un qualsiasi letto d’ospedale, ricchi che si fiondano nelle migliori cliniche private e riescono a curarsi con le dovute accortezze”.

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Fonte: ANSA

Chi soffre maggiormente per l’emergenza Covid?

“Gli anziani certamente. Perché l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ci dice che l’età media più colpita è salita da 79 a 81 anni, vengono tenuti lontani dai nipotini, dai figli. La solitudine è sempre molto brutta, da anziani è letale”.

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