Dalla strada alla “Casa del pellegrino” per una vita migliore

In questo periodo sono tante le forme di povertà che stanno emergendo. Un mondo di bisognosi sommersi sta venendo a galla, famiglie che non riescono a pagare neanche le bollette. Cosa fare? Ecco il progetto di Gabriella Peddes e Don Giulio Gallerani di Rastignano (Bo)

Casa

La “Casa del pellegrino” nasce il 1 agosto 2019 con l’accoglienza della prima famiglia. “Amici di Tamara e David” è una Onlus che insieme alla parrocchia di Rastignano (Bo) guidatata spiritualmente da Don Giulio Gallerani, si è messa “all’ascolto del territorio” inizia così il racconto per Interris.it di Gabriella Peddes, responsabile dell’Associazione che nelle prime battute della sua intervista sottolinea proprio il fulcro di questo progetto: imparare ad ascoltare il territorio. Una società martoriata dalla povertà, emergenza famiglie, emergenza cibo, ma soprattutto dall’emergenza lavoro.

Alla ricerca di un tetto e di un lavoro

Ci siamo chiesti cosa potessimo fare e siamo partiti dall‘emergenza abitativa. A questa però abbiamo subito affiancato proposte di lavoro perché con il Covid, si sa, la situazione è ancora più peggiorata rispetto agli anni scorsi. Non dimentichiamo, infatti, che c’è stata una prima crisi forte nel 2018/2019. In quel periodo tante persone di mezza età si sono trovate senza lavoro e sono venute da noi per chiedere aiuto, per capire come portare avanti la propria famiglia e come reciclarsi anche a livello lavorativo. Noi ora facciamo spesso corsi per aiutare le persone a capire anche come diventare assistenti familiari”.

Dalla strada ad un contratto

“Tra questi c’è Jonathan, un giovane ragazzo dell’Algeria, arrivato in Italia alcuni anni fa. Jonathan viveva di elemosina per strada, trovando rifugi di fortuna ogni sera. Una storia come tante altre, forse un pochino più fortunata perché ha avuto il coraggio di chiedere aiuto. Lo abbiamo incontrato sul nostro percorso e lo abbiamo accolto nella nostra casa. Ma non è finita qui. Jonhatan ha accettato di fare un corso di formazione per assistenza alle persone anziane ed oggi lavora presso la casa di un signore anziano che lo ha assunto per farsi assitere. Insomma una piccola storia di rinascita e speranza che fa capire che quando si vuole c’è sempre un opportunità di ripartenza per tutti”.

Non bisogna mai perdere la fiducia nel prossimo

“Le famiglie si sono chiusee in loro stesse e fanno fatica ad uscire per chiedere aiuto. La storia di Jonathan fa capire che invece non bisogna avere vergogna, ma provare ad andare oltre. Bussare sempre alle porte, perché ci sarà sempre qualcuno pronto a tendere una mano“.

Quando le parrocchie fanno rete

“Durante il covid abbiamo creato le zone pastorali, per far si che non ci si chiuda nelle proprie parrocchie, ma che ci sia una comunicazione seconda fra le varie parrocchie dello stesso territorio e abbiamo instaurato un fondo solidarietà. Abbiamo raccolto 7000 euro e li abbiamo spesi tutti per pagare bollette. Tante persone erano completamente bloccate per lavorare e non riuscivano neanche a sostenere le principali spese familiari”.

L’impegno di Don Giulio Gallerani per la “Casa del pellegrino”

La nostra comunità ha voluto mettere in pratica le esortazioni di Papa Francesco aprendo gli spazi della Canonica ai più bisognosi, indipendentemente dalla provenienza religiosa e sociale. Avendo a disposizione un piccolo appartamento adiacente alla Canonica e alla Chiesa la Parrocchia ha deciso di concederlo in comodato gratuito a chi ne ha davvero bisogno, aprendo le porte in particolare a famiglie in una situazione di indigenza economica, per dare un alloggio e superare un momento difficile, dovuto perlo più alla perdita del lavoro e alla difficile condizione di immigrazione e, ora, aggravato dalla pandemia del Covid-19. Inizialmente questo spazio era dedicato all’ospitalità del sagrestano e, a seguito delle esortazioni del Papa, il Parroco, Don Giulio Gallerani, che non finiremo mai di ringraziare, con un grande spirito di devozione, avvalendosi dei fondi provenienti dalla Parrocchia stessa e dalle offerte dei parrocchiani, ha deciso di ristrutturare gli ambienti di quella che è stata denominata “Casa del Pellegrino” per renderli decorosi in modo che possano accogliere famiglie sfinite da indigenza ed emarginazione sociale”.