Cartoon e disabilità, la fantasia a portata di ogni bambino

Su Rai YoYo, un cartone animato pensato per tutto il piccolo pubblico: immagini e colori oltre la barriera delle difficoltà sensoriali

“Non sei veramente perduto se hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”. Lo ripeteva spesso il “Novecento” di Alessandro Baricco, come a ricordare che, a ben vedere, non serve molto per costruire qualcosa di bello, per rendere felice qualcuno o, semplicemente, per riuscire a creare la giusta sintonia fra chi narra e chi ascolta. Qualcosa che si può creare raccontando, ma anche mostrando delle immagini, magari a un pubblico che, ancora, vede nei personaggi e nei colori il miglior metodo di comunicazione. E, in un certo senso, di apprendimento. I cartoni animati creano questa sintonia, stimolando la percezione di un pubblico di bambini oscillando fra l’educazione e l’insegnamento, mostrando quei riflessi di suoni e disegni che fanno parte del loro mondo. Uno strumento importante per ogni bambino, in grado come pochi altri di alimentarne la fantasia. Qualcosa che dovrebbe essere un diritto per i bambini. Per tutti i bambini.

Cartoon Able

La tecnica del Cartoon Able prevede questo: includere nel divertimento bambini e bambine indifferentemente dalle loro condizioni. E la ricetta, in questo senso, appare piuttosto semplice: l’utilizzo di un linguaggio semplice e immediato, una voce fuori campo che descrive in modo dettagliato le scene in corso di svolgimento (soprattutto quelle prive di dialogo) e, quintessenza di ogni cartone animato, colori vivaci e un filo narrativo incentrato su schemi ben precisi. Il tutto, accompagnato da sottotitoli e da un riquadro, in cui alcuni traduttori nella Lingua italiana dei Segni (Lis) riportano in simultanea (e con un costume che richiama i personaggii delle storie) i dialoghi che i protagonisti intrattengono. Niente di straordinario a ben vedere, una di quelle idee per le quali, magari, si arriva a chiedersi cosa ci abbia impedito di pensarle prima. “Lampadino e Caramella – Nel Magiregno degli Zampa“, cartoon distribuito da Rai Yo Yo in venti puntate, risponde a questi requisiti, costituendosi quasi come un unicum nel mondo dell’animazione per bambini. Un connubio di narrazione e inclusività, mirato a far abbracciare il mondo della fantasia anche a piccoli spettatori con disabilità sensoriali. Un modo rendere il diritto al divertimento e all’educazione attraverso lo strumento del cartone, alla portata di ogni bambino.

Una sfida di inclusività

Una scommessa importante per la Rai che, come ricordato dal direttore di Rai Ragazzi, Luca Milano, ritiene essenziale “il tema dell’inclusione”, specie “in un periodo di emergenza come questo”, per “essere vicini come servizio pubblico ai bambini che devono affrontare maggiori difficoltà e alle loro famiglie”. E i cartoni animati, in questo senso, costituiscono uno strumento importante, poiché parte integrante della quotidianità dei bambini. Le vicende di Lampadino e Caramella sono storie semplici, eppure corredate di tutte le componenti essenziali a trasmettere la giusta dose di emozioni e insegnamenti, attraverso un intreccio narrativo accompagnato da personaggi che incarnano determinati valori. Il tutto, naturalmente, costruito dagli autori in collaborazione con uno staff di medici e altri esperti di settore (soprattutto nel campo delle neuroestetiche), rendendo il tutto pensato per essere fruibile a chiunque faccia parte del piccolo pubblico, compresi i bimbi affetti da autismo. Per loro, le puntate utilizzano temi musicali ad hoc, così come i colori sono calibrati per rendere la visione delle immagini adatta alle loro percezioni sensoriali.

Il diritto alla fantasia

Una formula magica per entrare nel Magiregno: i fratellini Lampadino e Caramella la ripetono ogni volta, consapevoli che attraverso di essa riusciranno a varcare il portale della Grande Quercia. In un certo senso, quella stessa porta la attraversano anche quei bambini che, troppe volte, restano un passo indietro, alle prese con difficoltà che la loro stessa natura richiede siano veicolate in modo che non siano più così grandi. Del resto, se è vero che raccontare una storia rappresenta uno dei momenti di maggior interazione, quello di far viaggiare la propria fantasia è un diritto che dovrebbe essere valido per ogni bambino.