Dal buio alla luce: l’importanza dell’opera di Christian blind mission

L'intervista di Interris.it a Massimo Maggio, direttore di Christian blind mission Italia, che spiega l'importanza di fornire cure di qualità a chi ha una disabilità visiva nel sud del mondo

“Con questa iniziativa raccontiamo la metafora di ciò che fa Christian blind mission ogni giorno nei Paesi del sud del mondo, dove i bambini che non vedono non hanno un futuro”, sottolinea il direttore di Cbm Italia, Massimo Maggio, intervistato da Interris.it parlando del “Blind Date – Concerto al buio 2022”. Si tratta di un viaggio nel buio per scoprire il valore della luce, uno speciale spettacolo ideato dal pianista e compositore Cesare Picco che accompagna il pubblico in un’esperienza unica: si inizia con una penombra che avvolge il pubblico, per poi arrivare al buio totale. Dalla completa oscurità, in cui sono immersi sia il pianista che il pubblico, torna poi la luce, illuminante nel suo far comprendere in nuovo modo la realtà. L’alternanza luce-buio-luce rappresenta il ritorno alla vita di milioni di persone cieche aiutate da CBM nei Paesi del Sud del mondo che, grazie a una semplice operazione chirurgica o ad attività di prevenzione e cura della vista, possono tornare a vedere e a credere in un futuro. Nel concreto sono bambini e adulti, oltre un milione in un anno in 9 Paesi del Sud del mondo che vengono riportati alla luce grazie alle cure oculistiche dedicate. Appuntamento con il “Blind Date – Concerto al buio” mercoledì 2 novembre alle ore 21 al Teatro Alfieri di Torino e venerdì 4 novembre alle ore 21 al Conservatorio Verdi di Milano. L’ingresso è libero con obbligo di prenotazione, per info: https://www.cbmitalia.org/.

I dati allarmanti

Massimo Maggio, direttore della Christian Blind Mission Italia – organizzazione internazionale riconosciuta dall’Oms per il suo impegno da oltre 110 anni nel garantire cure oculistiche accessibili e di qualità in tutto il mondo – ha spiegato che nel mondo 1 persona su 2 che ha problemi visivi non ha la possibilità di accedere ai servizi oculistici. “Parliamo di circa 1,1 miliardi di persone che sono cieche o hanno una disabilità visiva. Nel 90% queste persone si trovano nei Paesi del sud del mondo dove noi operiamo. Nel 90% dei casi si tratta di una visibilità visiva evitabile, curandole preventivamente; nel 55% dei casi si tratta di donne”. Il loro impegno è riassunto nella campagna “Fuori dall’ombra per il diritto di vedere ed essere visti”. Il direttore di Cbm Italia spiega che la difficoltà ad accedere ai servizi oculistici in molti casi è dovuta alla mancanza di mezzi trasporto, pubblici o privati, per poter raggiungere gli ospedali.

Un oculista per 12 milioni di persone

Ma il problema non riguarda solo i mezzi di trasporto. Prima dell’intervento di Cbm, nel nord dell’Uganda era presente un solo oculista per circa 12 milioni di persone. “Immaginate le difficoltà di accedere ad una visita – spiega Maggio -. Il nostro operato punta anche sulla formazione di medici per accelerare lo screening visivo e così intervenire tempestivamente con le cure”. Nel nord del Paese, dove l’incidenza della disabilità visiva registra numeri più alti, Cbm ha avviato la costruzione di un plesso chirurgico presso l’ospedale St. Joseph in grado di erogare cure diagnostiche, trattamenti specialistici e chirurgie a oltre 76mila pazienti entro la fine del progetto.

Il progetto Peek Vision

In Kenya – dove il 15,5% della popolazione soffre di disabilità visive a causa di problemi come la cataratta e di errori refrattivi non corretti come la miopia – CBM ha avviato un ampio progetto di prevenzione della cecità evitabile per raggiungere in particolare coloro che vivono nelle comunità più remote, con grandi difficoltà ad accedere alle cure di cui hanno bisogno. Con l’obiettivo in 4 anni di fornire un accesso inclusivo a servizi oculistici pubblici di qualità in 8 Contee del Kenya, il progetto si basa sull’innovativa tecnologia Peek Vision, un’applicazione per smartphone che permette di effettuare screening visivi nelle comunità e quindi di censire i pazienti, creando un database indispensabile per continuare a monitorarli nel tempo. Uno strumento importante di supporto al sistema sanitario, per fare in modo che nessuno venga escluso: un mezzo per “far uscire dall’ombra” cioè per rendere visibili le persone bisognose di cure oculistiche che prima erano del tutto invisibili.

Con poco si riesce a fare molto: l’importanza di donare

Con pochissimo si riesce fare tantissimo. Ad esempio, con soli 7 euro è possibile donare un paio di occhiali a un bambino; con 125 euro si può operare un bambino di cataratta. Non sono numeri da mercato, ma solo per far capire che a volte basta veramente poco per cambiare la vita di una persona – ribadisce il direttore Maggio -. Sottoporre un bambino affetto di cataratta vuol dire che in 24 ore torna a vedere. Noi ci sosteniamo grazie all’aiuto delle fondazioni, delle istituzioni, ma mi piace ricordare le tante donazioni che arrivano dai privati – racconta Maggio – . In ufficio ho una lettera di una signora che, probabilmente, quando ci ha scritto era in ospedale. Dico questo perché al foglio era attaccata con un pezzo di cerotto una moneta da due euro”.

Spezzare il circolo vizioso povertà-disabilità

Nel sito della Cbm Italia spicca in modo particolare una frase: “Lavoriamo per spezzare il ciclo povertà – disabilità”. Massimo Maggio ribadisce con convinzione che questo è possibile. “Sappiamo che questo subdolo meccanismo esiste sia nel sud del mondo, sia nel nostro Paese: più sei povero e meno riesci ad alimentarti correttamente, meno riesci ad attingere ai servizi sanitari, rischi la disabilità. Se sei disabile difficilmente riesci a frequentare una scuola o a lavorare – conclude Maggio -. Il nostro obiettivo è quello di spezzare questo circolo vizioso”.