Beirut, la rinascita punta sull’istruzione

L’esplosione verificatasi lo scorso 4 agosto nel porto di Beirut ha causato 191 morti e ferito più di 6500 persone ed oltre a ciò ha causato lo sfollamento di circa 300 mila persone di cui 100 mila bambini che hanno perso le proprie case ed in particolare qualsiasi certezza per tutto ciò che riguarda il diritto ad un infanzia serena ed a un futuro dignitoso di cui uno dei baluardi fondamentali è rappresentato dal diritto allo studio.

Compiuta questa premessa è utile sottolineare che la deflagrazione del 4 agosto scorso ha causato la distruzione totale o parziale degli istituti scolastici della città di Beirut, in particolare si stima che siano state resi totalmente inutilizzabili 120 istituti scolastici di ogni ordine e grado e ciò rischia di pregiudicare gravemente il diritto allo studio di circa 70 mila studenti ed il lavoro di oltre 7 mila insegnanti.

In particolare è fondamentale ricordare che, già prima dell’evento nefasto verificatosi lo scorso quattro agosto, il sistema scolastico della Repubblica Libanese è stato messo a dura prova dalla fase acuta dettata dalla pandemia da Covid-19 che aveva causato notevoli difficoltà nella gestione della didattica a distanza che, a causa della penuria di sussidi informatici correlata alla crescente povertà materiale ha provocato notevoli difficoltà nell’accesso ai processi di apprendimento.

In particolare bisogna ricordare che il Libano ha una storia funestata da diversi conflitti, a titolo esemplificativo si citano la guerra civile che fu combattuta tra il 1975 e il 1990 e la seconda guerra israelo – libanese che ha avuto luogo dal 12 luglio al 14 agosto 2006, per questo è fondamentale che, in questo momento oltremodo difficile per popolazione libanese ancora segnata dalle cicatrici morali e materiali dei recenti conflitti armati, le più grandi potenze internazionali coadiuvino il Libano ed in particolare la città di Beirut nel processo di ricostruzione delle infrastrutture scolastiche ed economiche del paese affinché le giovani generazioni possano avere il diritto ad una istruzione dignitosa che sappia favorire l‘inclusione scolastica attraverso una didattica di qualità che sappia valorizzare e forgiare le competenze e le inclinazioni di ognuno attraverso una spiccata capacità universalizzante che sappia rendere onore al pensiero lungimirante di Papa Francesco pronunciato nel 2014 ma sempre attuale: “Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti , delle sue dimensioni. E questo è bellissimo!”