I virus come minaccia sociale da debellare. L’enciclica Fratelli tutti” cita Virgilio. E contestualizza il Sars-Cov-2 tra le “lacrimevoli vicende umane“. Il virus che colpisce tutti, spiega papa Francesco, “non è un castigo divino“. E “neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. È la realtà stessa che geme e si ribella“, analizza l’enciclica “Fratelli tutti”. Contro il virus, secondo Jorge Mario Bergoglio, servono “soluzioni eque”. E un “impegno coordinato“.
Virus come sfida
Nel suo messaggio alla
Pontificia Accademia delle Scienze,
Francesco inquadra la sfida della pandemia. Cioè la sfida lanciata dal Sars-Cov-2, in termini scientifici e di ricerca, all’umanità in preda ad una crisi sociale globale. Il Papa chiede uno
sforzo comune. Il rispetto delle organizzazioni preposte al
coordinamento globale. Richiama gli scienziati alla
responsabilità etica. E riporta al centro dell’attenzione i più bisognosi. I
report quotidiani delle principali istituzioni accademiche (come quello
infettivologico dell’
Università Cattolica) documentano il contributo dell’ innovazione nella
lotta al virus.
Salto di specie
L’intelligenza artificiale, in particolare, aiuta a
identificare i virus che rischiano di fare il temuto “spillover”. Ossia il “salto di specie” dall’animale all’uomo come il
coronavirus SarsCoV2. Lo fa grazie a un sistema di apprendimento automatico che valuta i genomi dei virus. Permettendo così di
concentrare gli sforzi per monitorare solo quelli
potenzialmente più pericolosi. Il risultato è pubblicato sulla rivista
Plos Biology dai ricercatori dell’Università di Glasgow. E’ un’
impresa ardua individuare prima della loro insorgenza le zoonosi. Cioè
le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo. E’ un monitoraggio molto complesso perché nel
mondo animale circolano più di
1,6 milioni di virus. E solo una piccola minoranza è davvero in grado di infettare gli
esseri umani.
Modelli
Per riuscire a individuarla, i ricercatori hanno innanzitutto realizzato un database. Con 861 specie di virus. Appartenenti a 36 famiglie. Da qui sono partiti per sviluppare dei modelli di apprendimento automatico. In grado di assegnare una probabilità di infezione nell’uomo. Sulla base della classificazione tassonomica dei virus. E del loro legame con altri già noti come patogeni per l’uomo. E’ stato così focalizzato un modello che ha dimostrato le migliori performance. Ed è stato poi utilizzato per analizzare altri genomi di varie specie virali.
Scoperta
In questo modo gli scienziati hanno scoperto che i genomi potrebbero avere caratteristiche indipendenti dalla classificazione tassonomica. E che potrebbero predisporre i virus ad adattarsi all’uomo. I virus etichettati come sospetti dall’ intelligenza artificiale potranno essere studiati più a fondo. Per caratterizzarli meglio. E iniziare lo sviluppo di eventuali vaccini.